le Pen si maschera da de Gaulle

le Pen si maschera da de Gemile Il discorso al congresso di Strasburgo: omaggi al Generale e a Mitterrand, proposte anti-immigrazione le Pen si maschera da de Gemile Un discorso per sedurre la Francia moderata PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Non invoca più Vichy ma de Gaulle, Jean-Marie Le Pen. Vuole anzi rivendicarne l'eredità politica. «Proprio a Strasburgo, mezzo secolo fa, il Generale lanciava un appello al popolo affinché si mobilitasse per sconfiggere il regime partitico». Ora la fiaccola è nelle mani del Front National. E il suo leader già invoca: «Viva la VI Repubblica». Riabilitando in modo strumentale l'uomo cui l'Estrema Destra rimprovera da sempre il sacrificio dell'Algeria francese addebitandogli la «Francia algerina» su cui l'immigrazione regnerebbe ormai sovrana, Le Pen intende sedurre chi - e sono parecchi - il molle gollismo chiracchiano ha deluso. E dopo il plagio dell'enciclica papale («Francesi vi scongiuro, come Giovanni Paolo II: "Non abbiate paura"»), osa l'i¬ nammissibile paragonandosi a Francois Mitterrand. «Siamo noi la Forza Tranquilla», scandisce dalla tribuna recuperando il fortunatissimo slogan mitterrandiano. Con due statisti «nemici» immessi a forza nel suo pantheon, Le Pen fa comprendere di volersi lasciare alle spalle l'opposizione feroce e rancorosa per giocare la carta maggioritaria. Il pieno di suffragi reazionari non lo appaga più. Vuole convincere i Francesi - gollisti inclusi - che il Front National è l'unica forza politica rispettabile. Programma? «Un'alternativa liberal-fiscalsocial-moral-cultural-popolarfamiliar-democratico-repubblicana. E s^pra tutto nazionale». Come si può vedere, il lessico non si allontana dai cliché retro. Raz: ismo? «Ne siamo le prime vittime. Vogliono trasformare i nostri elettori in cittadini di Serie B». E poi giù contumelie sullo «statalismo dino- saurico», «la Sinistra clown», l'establishment. Rimpiange l'epoca «in cui si impiccavano i ministri delle Finanze ai platani sui grands boulevards». A Catherine Trautmann, il sindaco strasburghese che sabato marciava in prima fila tra gli oltre cinquantamila del corteo antiLe Pen, lancia un assassino «Cathy la Rossa» per concludere, infine, che «la Gauche tradisce gli operai». E non è finita. «Guiderò il Front National sinché Dio mi farà vivere» ammonisce JeanMarie Le Pen, che l'investitura celeste accomuna a Giovanna d'Arco. I troppi delfini si rassegnino. «Ciascuno è libero di sentirsi il più amato, il più influente, il più utile. Ma da noi non esistono Numeri Due» sentenzia il Grande Capo. E nel chiudere, con l'abituale talento declamatorio, il X congresso in una Strasburgo che proprio ieri lanciava «l'anno europeo con¬ tro la xenofobia», il leader Fn ricorda che all'ordine del giorno non vi è la successione, bensì il Potere. Siamo pronti, martellano i Le Pen, i Bruno Mégret (che rafforza la sua posizione dietro cui fa capolino la Nuova Destra), i Jean-Yves Le Gallou. «Sposatevi e fate molti, moltissimi francesi» proclama Samuel Maréchal, genero dello «chef» nonché responsabile giovanile. Come sempre nelle grandi kermesse autocelebrative del Front National il kitsch, le mozioni strappacore, i vessilli e il carisma lepenista precipitano la platea nell'happening emotivo. Ma il bric-à-brac coreografico e verbale non deve mettere in ombra le tesi politiche cui il Fn si affida per chiedere, fra un anno, «la maggioranza» nelle elezioni legislative. Si vogliono tassare gli imprenditori che assumono personale «straniero», introdurre balzelli sull'import che proteggano la manodopera francese, ristabilire - un classico - la ghigliottina. Le naturalizzazioni, bisogna restringerle al massimo. E un giurì inappellabile statuirà sugli idonei. S'invoca inoltre il referendum popolare per emendare la Costituzione favorendo i francesi «autoctoni». L'idea è velleitaria, forse irrealizzabile sul piano giuridico. Ma, nondimeno, colpisce. Invertendo la tradizione germanica, da sempre Parigi privilegia la terra sul sangue. Ovvero «chi risiede in Francia diventa francese». Accarezzando un'Internazionale su misura per difendere in Europa le sue battaglie, Jean-Marie Le Pen denuncia l'assimilazione. Per restituire un giorno al mittente la forza-lavoro estera. Ha già una bozza di accordo bilaterale che Parigi sottoscriverebbe con i Paesi destinatari, finanziandone attività di formazione professionale. Purché si riprendano gl'Indesiderabili. le. bn.] «Siamo noi le vittime vogliono trasformarci in cittadini di serie B» Tassare chi assume stranieri e ristabilire la ghigliottina «Guiderò il Front National fino a che Dio mi darà da vivere, ciascuno è libero di sentirsi il più utile, ma non ci sono numeri due» Applausi per Jean-Marie Le Pen dopo il discorso che ha chiuso il Congresso del Front National a Strasburgo