La Nasa abbandona Pioneer 10 di Piero Bianucci

La Nasa abbandona Pioneer 10 La Nasa abbandona Pioneer 10 Fu la prima sonda a uscire dal sistema solare NELLA geografia di Omero e dell'eroe Ulisse, le Colonne di Ercole si collocavano a Gibilterra. Oggi sono a più di dieci miliardi di chilometri da noi, ben oltre l'orbita di Plutone, pianeta estremo del sistema solare. Come Ulisse nel suo ultimo viaggio si avventurò nell'ignoto oceano Atlantico, cosi due navicelle da anni stanno addentrandosi in quegli spazi tenebrosi: «Pioneer 10» e «Voyager 2». Ma gli Ulisse contemporanei, cioè gli scienziati della Nasa, per «seguir virtute e conoscenza» devono tare i conti con i finanziamenti del governo americano; e dato che questi scarseggiano, a virtute e conoscenza bisogna forzatamente rinunciare. Cosi, tra cinque giorni, il 31 marzo, verrà definitivamente interrotto il contatto radio con «Pioneer 10». La malinconica decisione è stata annunciata al Jet Propulsion Laboratory e al Centro Lanciata 25 anni fa, ci inviò le prime immagini ravvicinate di Giove Ames in California il 3 marzo, cioè esattamente nel venticinquesimo anniversario della partenza del «Pioneer 10», che fu lanciato da Cape Canaveral nel 1972 con un razzo AtlasCentaur. A tagliare lunedì prossimo il cordono ombelicale sarà il direttore della missione Fred Whirt. Eutanasia di una sonda spaziale. Con la sua piccola radiotrasmittente da 8 watt (una lampadina da frigorifero), «Pioneer 10» continua a inviare dati sulla radiazione cosmica e sull'eliosfera: messaggi che, per via della distanza, impiegano 10 ore ad arrivare fino a noi. Quattro dei 12 strumenti di bordo funzionano ancora. Eppure la navicella - 250 chilogrammi, un'antenna parabolica da 2,74 metri - era progettata per campare solo tre anni. E' stata lei a inviarci, il 3 dicembre 1973, le prime immagini ravvicinate di Giove e dei suoi satelliti: una impresa che da sola basterebbe a ciarle un posto nella storia della scienza. Il 13 giugno 1983, dieci anni dopo l'incontro con Giove, «Pioneer 10» divenne il primo oggetto costruito dall'uomo a lasciare il sistema solare. Così la tecnologia incominciava a percorrere quegli itinerari che l'immaginario aveva già mille volte sondato, così sfidava quei confini che fino ad allora erano appartenuti alla fantascienza. Quando «Pioneer 10» superò l'orbita di Plutone - le Colonne d'Ercole interplanetarie - correva a 49.198 chilometri orari. Sembra molto, e lo è. Non però su scala astronomica. Di questo passo la navicella americana potrà incontrare la stella più vicina, Proxima Centauri, tra 26.135 anni. Fra 32.610 anni sarà nei dintorni di Lambda Seipentis. E fra 227 mila anni raggiungerà Altair, nella costellazione dell'Aquila. Non sapre¬ mo mai che cosa vedrà, chi incontrerà. Del resto la sua fonte di energia è già vicina all'esaurimento. Non è così per la sonda «Voyager 2». Anche questa navicella ha oltrepassato l'orbita di Plutone, ma le sue pile nucleari funzioneranno fino al 2018. C'è ancora la possibilità di avere informazioni importanti sui dintorni del sistema solare, e in particolare notizie sul campo magnetico del Sole. Nella pri- LO SHOW DELLA COMETA HAIE-BOPP Il 1° aprile la cometa Hale-Bopp passerà nel punto della sua orbita più vicino al Sole: dopo una breve scomparsa, si ripresenterà di sera ai massi"1" delio splendore (qui la vediamo fotografata da Paolo Candy il 10 febbraio dalla stazione astronomica dei Monti Cimini) mavera '93 - per esempio - questa sonda spaziale ci ha inviato i primi dati sul confine della regione chiamata «eliosfera», la zona di transizione dove il vento di particelle atomiche soffiate a gran velocità dal Sole si disperde e si confonde con il rarefattissimo «mezzo interstellare». E ora avanza nella regione da cui proviene la cometa che sta attraversando i nostri cieli, la Hale-Bopp. Ma dopo il 2018, sempre che i bilanci della Nasa non richiedano pure in questo caso una eutanasia, calerà il silenzio anche sul «Voyager 2». La navicella potrà però - eventualità improbabilissima - portare un suo messaggio a qualche essere alieno, qualche signor E. T. che venisse a trovarsi lungo il suo cammino. A bordo, infatti, c'è un disco dorato che riporta molte notizie sulla Terra e sull'umanità che la abita. Tra l'altro, in quel disco sono incisi brani musicali (da Mozart a Beethoven fino a qualche battuta di jazz e di rock), rumori come Io -: - ' -ho u^j » u ■ rombo ai un <- e vulcani¬ ca, persino lo schiocco di un bacio. Rimane da appurare se nella Galassia siano disponibili giradischi. E' più rudimentale, ma un messaggio viaggia anche sul «Pioneer»: è una targa dorata che riporta la rotta della sonda, alcune nozioni scientifiche fon¬ damentali e il disegno di un uomo e una donna nudi. All'epoca del lancio fiorì su quei graffiti una polemica curiosa perché l'uomo appare inciso sulla targa con i suoi attributi sessuali, la donna no. Linda Sagan, che disegnò quelle figure preoccupandosi anche di mettere nei lineamenti del volto qualcosa di tutte le razze umane, era stata infatti censurata dalla Nasa. A 25 anni di distanza il costume sembra aver fatto tanta strada quanto la sonda. Ma ormai il signor E. T. non potrà più avere informazioni obbiettive sull'anatomia della nostra specie. Quanto all'astronomo Cari Sagan, profeta della vita extraterrestre e ideatore dei messaggi messi su «Pioneer» e «Voyager», se n'è andato anche lui, per un tumore, il 20 dicembre dell'anno scorso. Scusate, questo è un articolo triste. Piero Bianucci A bordo un disegno presenta a eventuali extraterrestri la specie umana

Persone citate: Ames, Beethoven, Cape, Hale, Mozart, Paolo Candy, Sagan

Luoghi citati: Aquila, California, Gibilterra