PREGARE UN ESERCIZIO PER CERCARSI L'ANIMA di Enzo Bianchi

IL IL PREGARE, UN ESERCIZIO PER CERCARSI L'ANIMA Un'antologia di Enzo Bianchi rivolta a credenti e no HISSA' quanti di coloro che partecipano sempre più numerosi ai dibattiti su etica cristiana e etica laica, che ascoltano con compunzione (non finta, del resto) vescovi e cardinali discutere con grandi intellettuali laici, che mostrano persino mia certa curiosità per la riscoperta della teologia, apprezzeranno questa raccolta di preghiere preparata da Enzo Bianchi, l'abate di Bose, che ha posto al centro della vita della sua comunità, più ancora che iniziative di assistenza e di solidarietà, proprio la preghiera e la contemplazione? Il libro si rivolge anche ai non credenti e ai non praticanti, e ha buoni titoli per farsi leggere volentieri anche da loro: intanto i testi antologizzati sono tratti, oltre che dalla tradizione cristiana, da quella giudaica e da quella islamica. E la scelta è stata ispirata anche da considerazioni di valore letterario: accanto ai Salmi e a Sant'Agostino ci sono poesie-preghiere di Rilke, di Verlaine, di Saint-Exupéry, di Clemente Rebora (una delle più belle), persino un sonetto di Shakespeare (ma è sicuro che l'amato a cui si rivolge sia Dio?). IL LIBRO DELLE PREGHIERE A cura di Enzo Bianchi Einaudi pp. XXII-330 L. 15.000 Tradizione cristiana, giudaica, islamica, ma anche Skakesperare, Verlaine, Rilke: una sorta di «breviario» I SALMI, POESIA NEI SECOLI Lf AUTENTICITÀ" umana presente nella preghiera - penso, per esempio, a quel monumento nella storia dell'umanità che sono i Salmi - la rende eloquente anche all'uomo d'oggi. L'angoscia dell'uomo colpito da malattia mortale a metà della sua vita e la dolente e rassegnata meditazione sul tempo contenuta nel Salmo 102; la contemplazione del creato e i riflessi nell'animo umano, presente nel Salmo 8; il senso di fallimento e di desolazione dell'uomo nel proprio peccato che traversa il Salmo 51, sono espressioni poetiche di esperienze umane e religiose di grande pregnanza ma al tempo stesso di estrema semplicità. L'evocatività connessa al linguaggio simbolico dei Salmi e alla loro forma poetica, li ha resi così «comunicativi» che essi sono divenuti preghiera per numerosissimi uomini nel corso dei secoli. Accostarsi a preghiere scritte (non dimentichi che la preghiera è anzitutto orale o silenziosa, sia nella sua forma comunitaria che in quella individuale), significa allora avvicinarsi a testi poetici. Non perché le preghiere abbiano sempre forma letteraria poetica, ma perché, come osservava Jacques Lacan: «Vi è poesia ogni volta che uno scritto ci introduce in un mondo altro dal nostro, e ci dà la presenza di un altro... La poesia è creazione di un soggetto che assume un nuovo ordine di relazione simbolica con il mondo. La poesia ci introduce in una dimensione nuova dell'esperienza. Per questo, quindi, invece di parlare di preghiere, si è preferito lasciar parlare le preghiere. Enzo Bianchi Ma nonostante l'alto valore del libro, il nostro problema rimane: ci pare infatti che in tutta l'attuale rinascita dell'interesse per la religione e per l'ascolto del messaggio cristiano, la preghiera costituisca forse l'aspetto più incerto e difficile. Secondo qualcuno, ciò dimostra che questo riawicinamento al cristianesimo rimane un puro fatto di moda, un fenomeno di curiosità intellettuale, che al massimo si rivolge agli aspetti più immediatamente pratici, anzi moralistici, della predicazione cristiana: possiamo anche sforzarci di amare di più il prossimo e di essere più disponibili verso gli altri, ma quanto all'amore di Dio e al colloquio con lui, che la preghiera cerca di instaurare, è qualcosa a cui la nostra sensibilità (moderna, postmoderna, secolarizzata) sembra restare irrimediabilmente estranea. Eppure, la difficoltà che si prova nell'accostarsi all'esperienza della preghiera non è solo motivata dal rifiuto di un impegno religioso più autentico. Contro la preghiera militano una serie di sospetti che pesano ovviamente soprattutto per i non credenti, ma che possiamo supporre valgano anche per molti credenti. Bianchi, nella densa, e anche molto persuasiva, introduzione alla sua raccolta ne affronta alcuni, a cominciare da quello che coglie nella «preghiera di domanda» (Madonna mia fammi la grazia...) una pericolosa vicinanza con la superstizione e la magia. Sebbene possa sembrare un passaggio acrobatico, qui il richiamo alla psicoanalisi, a Lacan e ai meccanismi della simbolizzazione ha una sua indubbia legittimità: formulare una richiesta, esprimere un bisogno presentandolo a Dio nelle parole della preghiera è già un passo verso una messa in forma del desiderio che si colloca ben oltre la superstizione e la ricerca della soddisfazione immediata. Non è senza significato, dice Bianchi, che il Dio a cui si rivolge la preghiera sia invocato come padre: è infatti la figura del padre, nel linguaggio della psicoanalisi, che «quale terzo tra madre e bambino... meammina quest'ultimo verso l'assunzione dell'alterità...». E' questo solo un esempio di come Bianchi rintracci nelle varie dimensioni della preghiera una sorta di schema base della costituzione dell'umano essere nel mondo: la domanda ci apre alla relazione con l'altro e alla simbolizzazione; la lode, altro aspetto essenziale della preghiera, è la radice del sentimento della gratitudine e del rispetto per gli altri, per l'Altro da cui dipende la nostra stessa esistenza; e la preghiera come risposta all'appello di Dio (il cui archetipo è la chiamata di Abramo: «Vattene dalla tua terra verso il paese che io ti indicherò») sta alla base della capacità di fare esperienza del mondo come apertura all'evento, e insieme come disponibilità a intraprendere sempre di nuovo il viaggio verso la maggiore conoscenza delle cose e di sé. Ma tutto ciò non aprirà la via a una concezione puramente «antropologica» della preghiera, e a una eventuale riduzione che intenda liberarla dalla sua forma «alienata» (Dio come semplice proiezione dei nostri desideri e ideali di perfezione)? Varie forme di sospetto verso la preghiera che turbano anche i credenti si possono facilmente riportare a questa riduzione antropologica. Per esempio: si può ancora pregare Dio come padre quando proprio la psicoanalisi (che Bianchi chiama senz'altro «Inscienza psi¬ cologica», con una implicita e forse involontaria canonizzazione) ci ha instillato per lo meno il dubbio che il triangolo familiare (mamma, papà, bambino) e lo stesso Edipo possa non essere la sola forma naturale di costituzione dell'umano? (Anche Deleuze, e Laing e Cooper, erano discepoli, per quanto degeneri, di Freud). Quanto alla preghiera di lode, che caratterizza tante pagine dell'Antico Testamento (I cieli narrano la gloria di Dio...), essa suscita spesso disagio per il suo naturalismo oggi troppo ingenuo: co¬ me se non sapessimo che la natura è anche lotta per la sopravvivenza, crudeltà, caos di forze. E persino la preghiera come incontro con l'Altro, ascolto, attenzione, disponibilità, ospitalità, offre oggi il fianco a qualche riflessione critica: diventa sempre più difficile leggere testi filosofici .'nve l'Altro è scritto con la numinosa maiuscola senza provare il sospetto che anche qui si sia in presenza di una retorica molto storicamente situata; legittima e bene intenzionata, ma ormai esposta alla banalizzazione del «nuovismo» fino all'apologia del consumo e all'entusiasmo per la rottamazione. (Piccola nota personale, forse casuale: la maggioranza degli psicoanalisti che conosco hanno cambiato PERCORSI ~ Contro tutti gli idoli LA preghiera in senso proprio, ovvero l'appello all'Altro maturato nell'alveo di questa o quella tradizione religiosa. E la preghiera che discende per i rami della letteratura (non sapeva forse Kafka che «scrivere è come pregare»?): Rilke, Verlaine, SaintExupéry, Clemente Rebora... Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, un centro ecumenico che pulsa in terra biellese, sulla Serra d'Ivrea, ha composto un'antologia, una sorta di breviario per credenti, non credenti, credenti che credono di credere. Con un'avvertenza, una sollecitudine, dettata dalla tradizione biblica: «Il cammino a cui fu chiamato Abramo fu un cammino di rottura con l'idolatria». Sulla sua scia - non esita il curatore - «anche la preghiera vuole essere un percorso di smascheramento dell'idolatria e di conversione. Così essa risulta esperienza significativa per ogni uomo che fa della propria vita un cammino di ricerca di verità e di lotta contro gli idoli». Qui vengono convocate tutte le parole (una scelta) che cercano, sfiorano, dicono, nominano la Verità. O, semplicemente, riscattano le quotidiane discese nei bassifondi. «Esse sono in grado - osserva Bianchi - di farci riflettere anche oggi che siamo così bisognosi di interiorità e di silenzio; possono aiutare la sfilacciata grammatica delle nostre relazioni a ritrovare la gravità e la profondità di realtà come "attesa", "desiderio", "lode", "gratitudine", "perdono" ecc.». Nella foto piccola (a sinistra): Enzo Bianchi abate della Comunità di Bose, tra i nostri massimi biblisti due o tre mogli, sempre in nome dell'apertura al futuro e della progettualità costitutiva dell'esistere). Bianchi ha il merito di percorrere queste varie dimensioni della preghiera proponendone una lettura in positivo e una sintesi, ripetiamolo, sostanzialmente persuasiva, con l'appoggio di testi in generale ricchi e significativi. I sospetti che abbiamo ricordato, del resto assai diffusi, non pretendono di invalidare razionalisticamente le tante espe- PREGHIERA DEL MATTINO Padre mio celeste, li ringrazio per mezzo di tuo Figlio /Gesù Cristo. perché durante questa notte, mi hai preservato da agiti male fé da ogni prova. Custodiscimi in questo giorno dal peccato affinché ogni mia azione e tutta la mia vita ti siano gradite. Per questo io ti offro me stesso, il mio corpo, la mia anima e la mia vita e tutto depongo nelle tue mani. Il tuo santo angelo mi sia accanto, affinché il maligno non abbia alcun potere su di me. Amen. LA SPERANZA Felici nella debolezza Padre celeste! Cammina con noi come mia volta camminavi con gli ebrei Non farci credere che siamo diventati [troppo grandi per fare a meno della tua educazione; ma fa ' che cresciamo per conformarci [ad essa, che possiamo crescere sotto di essa come un buon frumento cresce [in pazienza- che non dimentichiamo [quanto tu hai fatto per noi! E quando il tuo aiuto ci abbia assistiti /sollecitamente con un miracolo, fa'che non lo cerchiamo di nuovo come creature ingrate perché abbiamo mangiato /e siamo stati saziati. Facci sentire che senza di te non siamo buoni a nulla, ma non farcelo sentire in vile impotenza, bensì in fiducia vigorosa, con la certezza felice che tu sei potente nei deboli. SOREN KIERKEGAARD rienze autentiche di preghiera che qui sono testimoniate. Semmai, è probabile che la raccolta - come riconoscerebbe lo stesso Bianchi non si possa leggere come un libro, nemmeno come un libro di poesie, che allora risulterebbero spesso banali e ripetitive, al pari di molti epistolari amorosi (giacché espressioni d'amore sono per lo più queste preghiere). Meglio vederlo come un manuale da usare per un esercizio di spiritualità, una sorta di breviario, appunto un «libro di preghiere». E chi non crede? Pascal diceva che chi non crede dovrebbe recitare dei rosari per chiedere il dono dalla fede. Quanto ai molti «mezzo credenti», che «credono di credere», possono trovare in queste pagine, usate come un breviario quotidiano, un aiuto per «salvarsi l'anima» almeno nel senso di mantenere ima certa unità e continuità interiore, stando attenti a non cedere a sdilinquùnenti e sentimentalismi ma sentendosi piuttosto in continuità con la secolare storia di vera spiritualità che ognuna di queste preghiere testimonia. E ancora un altro esercizio può essere proposto: evocare altre «preghiere» che si vorrebbero vedere comprese tra quelle del libro. Un testo che non dovrebbe mancare, per esempio, è il breve apologo di Kafka intitolato «Un messaggio dell'imperatore». Si racconta che l'imperatore dal suo letto di morte ha inviato a te, suo remoto suddito, un messaggio. Il messaggio è partito, ma data la vastità dell'impero e le difficoltà delle comunicazioni, è quasi sicuro che non arriverà mai fino a te. «Ma tu stai alla finestra e ne sogni, quando giunge la sera». Gianni Vattimo Rubbettino Giuseppe Gangemi FEDERALISMO ■.VqS^veffìini alla Lega Soni ADOLFO PEPE IL SINDACATO NELL'ITALIA DEL '900 pp. 586 £. 50.000 ISBN 88-7284-452-5 Rubbettino * 1. GIUSEPPE GANGEMI MERIDIONE NORDEST FEDERALISMO Da Salvemini alla Lega Nord pp. 208 £. 20.000 ISBN 88-7284-484-3 Rubbettino EMANUELE AAACALUSO GIULIO ANDREOTTi TRA STATO E MAFIA pp. 210 £.20.000 ISBN 88-7284-399-5

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