I sondaggi «castigano» il ppi di Fabio Martini

la battaglia dei sindaci I sondaggi «castigano» il ppi Pds in allarme, Milano e Torino a rischio la battaglia dei sindaci ROMA. A pie veloce Franco Marini attraversa il deserto Transatlantico dei giorni di Quaresima e se uno gli chiede di quei sondaggi negativi sulle elezioni di aprile, lui accelera l'andatura, ma si lascia sfuggire: «Sì, nelle grandi città per noi sarà dura...». Non dice altro Marini, ma per uno che centellina le parole quasi come faceva Forlani, quell'ammissione suona come una sorpresa. E' la spia di una preoccupazione che da qualche giorno sulla scorta di sondaggi riservati - ha iniziato a serpeggiare a piazza del Gesù e un po' anche a Botteghe Oscure: come reggeranno ppi e pds all'urto del primo, vero test elettorale ad un anno esatto dalla vittoria dell'Ulivo? Già, perché fra quattro settimane si giocheranno due partite in una volta sola. Il 27 aprile si svolgerà il primo turno per i sindaci in diverse città (tra le altre Milano, Torino, Trieste, Ancona) e in questa partita - dicono i sondaggi - l'Ulivo giocherà ad anni pari; ma D 27 aprile quell'inesorabile misurino che è il sistema proporzionale sonderà l'indice di popolarità di partiti e leader. E quando Massimo D'Alema dice che «al di là delle correnti, io avrò la maggioranza nel partito fino a quando vinceremo», il leader del pds non allude ai risultati del 27 aprile, ma fa capire una delle novità della Seconda Repubblica: oramai i veri congressi dei partiti sono le elezioni e i cambi di leadership li fanno gli elettori, non più gli iscritti ai partiti. Sul fronte dell'Ulivo il primo campanello d'allarme è suonato a Botteghe Oscure, sulla base dei monitoraggi di Stefano Draghi, consulente storico del pei, uno «scienziato» dei dati elettorali anche quando gli exit-poli erano una suggestione. Le proiezioni che circolano sui tavoli di Botteghe Oscure dicono che a Torino e Milano - le due cittàclou - Rifondazione comunista è in ascesa, Forza Italia tiene be¬ ne, An lievita ma al ralenti, mentre la vera sorpresa è rappresentata dal ppi: tiene nei piccoli centri, è in caduta libera nelle granai città. E la Quercia? Avanza leggermente, ma per ora non sfonda sull'abbrivio della politica moderata impressa dal suo segretario. Secondo i dati top secret di Botteghe Oscure, a Milano la Quercia oscilla infatti tra il 17 e il 19 per cento, un sostanziale stallo rispetto a un anno fa, quando il pds in città si fermò al 18,4. «Vedrete che il pds non andrà male - sostiene il pattista Diego Masi - ma Fumagalli è destinato a prendere più voti della coalizione che lo sostiene». Un'impressione che sembra avvalorata dai sondaggi svolti periodicamente dalla Directa: nell'ultimo (24-26 marzo) Fumagalli (dato vincente al ballottaggio) otterrebbe al primo turno il 33,6 per cento, un 4 per cento in più rispetto alla somma dei partiti che lo sostengono, il 21,2 del pds, il 3,7 dei popolari, l'I per cento di Rinnovamento italiano e del Patto Segni. E invece a Torino, nell'ultima rilevazione effettuata da Datamedia per La Stampa, il candidato del Polo Raffaele Costa ha sorpassato il sindaco Castellani: 51,6 contro 48,4 nel ballottaggio. Anche a Torino il ppi subisce un crollo (dal 5,4 di un anno fa al 2,4), la Quercia regge ma non sfonda (dal 20,1 al 22), mentre Forza Italia è in crescita (dal 20,1 al 22,9). Ma nelle proiezioni elaborate a Botteghe Oscure c'è un altro dato interessante: il 27 aprile Forza Italia potrebbe essere, sia pure molto virtualmente, il primo partito italiano. In piccoli Comuni nei quali il pds risultava diviso tra diversi gruppi, da Botteghe Oscure non è stata scoraggiata la presentazione di due liste anche perché così sarà pos¬ sibile raggranellare più consiglieri comunali. Risultato: quando il ministero dell'Interno diramerà i risultati nazionali ottenuti dai partiti, il pds potrebbe essere sorpassato da Forza Italia. Risultati da non prendere sottogamba: quello del 27 aprile è uno di quei test che fanno capire l'aria che tira: sono chiamati alle urne più di 9 milioni di elettori, un italiano su cinque. Oltreché a Milano e Torino, sarà sondato l'umore del Nord-est (Belluno, Trieste, Pordenone, Gorizia), delle zone sensibili al richiamo leghista (Lecco, Pavia, Mantova), delle regioni «rosse» (Siena, Grosseto, Terni, Ravenna, Lucca, Ancona), del Sud (Reggio Calabria, Crotone, Catanzaro). «E vero - dice il leader dei Verdi Manconi - in queste elezioni i partiti dell'Ulivo rischiano. La domanda al centrosinistra è quella del cambiamento e invece, per l'are solo il caso di Milano, la questione che crea affanno e impaccio non è il fatto che i due candidati siano figure professionali simili. Ma che i loro programmi non siano sufficientemente dissimili». Fabio Martini E Forza Italia potrebbe diventare il partito di maggioranza relativa