«Compagni e la tolleranza?» di Valentino Parlato
I «Compagni, e la tolleranza?» Blocco navale, sinistra contro sinistra LA RISCOSSA DEI PACIFISTI I L dramma dell'Albania divide e scuote la sinistra italiana. Una sinistra al potere, costretta a cestire la crisi, corcando di affrontarla nel modo più pragmatico e meno ideologico possibile. Una sinistra di governo che approva provvedimenti restrittivi, mentre «l'altra sinistra», quella slegata da responsabilità immediate, critica spietatamente le misure e domanda dove siano finiti i valori di «solidarietà» e «tol • leranza». E, dopo la tragedia del mare dell'altra notte, il fosso si fa ancora più largo. «E' una vergogna per il nostro governo, un governo di centro-sinistra - tuona Luigi Manconi, senatore, portavoce dei Verdi -. Alla fuga di bambini, donne e uomini dalla fame e dalla violenza sa rispondere solo col blocco navale, col respingimento, con la negazione del diritto d'asilo». Dissente dalle decisioni prese dal governo dell'Ulivo anche Giuliano Pisapia, Rifondazione comunista, presidente della commissione Giustizia della Camera: «Bisogna togliere subito il blocco militare per evitare che il reato compiuto e che si sta compiendo abbia ulteriori drammatiche conseguenze». Già venerdì, il munifesto, con un editoriale del vicedirettore Riccardo Barenghi, chiedeva ai suoi lettoli: «Fateci sentire meno soli». In sintesi: «Stavolta, a differenza di altre occasioni, la guerra del Golfo, ma non solo, sentiamo un vuoto tra la gente di sinistra.. E' difficile credere che il seme dell'intolleranza sia cresciuto cosi tanto da inquinare anche noi: eppure, tutto ò ormai possibile...». «Si, è vero - conferma ora Valentino Parlato, che del manife sto c il direttore - l'Italia ò attraversata da una ventata di egoismo. Diciamolo francamente: la sinistra italiana, anche la sinistra italiana, si è mostrata poco sensibile al fenomeno Albania. Scontiamo il clima di osanna al libero mercato, di trionfo dell'individualismo; cosi, siamo tutti piìi selvaggi. Aver demolito i grandi ideali della sinistra, alla fine si paga...». Ieri, iì quotidiano comunista ha dedicato un'intera pagina alle lettere dei lettori: «Caro Barenghi. la solitudine di cui parli scrive Corrado Bendinelli per e mail da Livorno - credo sia quella che ormai il regno dell'Ulivo ha costruito per chi non si conforma». «Forse, il giudizio è un po' eccessivo - osserva Parlato -. Ma un dato è vero: al tempo della "guerra del Golfo" eravamo soli, insieme al Papa e al Tg3; però, avevamo un grande consenso dei nostri lettori. Oggi, il consenso è minore; segno che il "male" si è incuneato anche tra di noi. Per questo, ha un senso educativo aprire il dialogo, offrire degb spazi». Non ci sta, invece, Carlo Ripa di Meana, già portavoce dei Verdi. «So che queste mie dichiarazioni mi costeranno molte anti- patie a sinistra. Ma io, a sinistra, ho passato la vita e ho anche capito che certe cose bisogna dirle, senza carezzare il vello alla demagogia». E non usa mezzi termini: «Anche questa volta, alcuni esponenti della sinistra, a partire dal mio successore alla guida dei Verdi, si sono dichiarati favorevob a un arrivo non limitato di albanesi, scontando che tra costoro vi fosse anche una percentuale di criminali. Proprio Manconi si è dichiarato così oltraggiato da interrogarsi su che democrazia è la nostra. Io penso l'esatto contrario: la sinistra non si sta ponendo correttamente il problema della capacità di carico e di inserimento di un flusso immigratorio senza limiti e senza controlli. Come ci si può abbandona¬ re, a cuor leggero, a invocazioni demagogiche e irresponsabili in un Paese che, in alcune parti, sfiora il 30 per cento di disoccupati?». L'umanità, la solidarietà? «Guardi, la Svizzera - durante la seconda guerra mondiale - riconobbe il diritto di asilo. Ma, a un certo punto, disse: "La barca è piena". Ora, io dico che il governo deve avere la forza e il senso di responsabilità per fare affermazioni come quelle. Sono le "anime belle" e i demagoghi che non ci stanno. Io sono per una politica ben più ferma, ben più esplicita, ben più dissuasiva di quella assunta dal governo Prodi». Valentino Parlato non cambia idea: «Se il dramma albanese avesse per teatro il Tibet, fosse più lontano da noi, saremmo tutti più sensibih. Anche Andreatta. Lo scriva, per favore: vent'anni fa, Beniamino era meglio di adesso...». Mario Tortello Il «Manifesto»: fateci sentire che non siamo soli Ripa di Meana: la barca è piena, no alla demagogia Manifesto La corvetta della Marina Militare rientrata ieri nel porto di Brindisi dopo essere entrata in collisione con l'unità albanese poi affondata A sinistra: la prima pagina del «Manifesto» di ieri Da sinistra: Valentino Parlato Carlo Ripa di Meana e Luigi Manconi
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