Albania si parte tra due settimane

Con soldati di otto nazioni, durerà novanta giorni. I costi a carico dei Paesi partecipanti Con soldati di otto nazioni, durerà novanta giorni. I costi a carico dei Paesi partecipanti Albania, si parte tra due settimane L'Onu vara la missione, all'Italia il comando militare ROMA. L'Italia guiderà una missione di pace in Albania, forte di 2500 uomini provenienti da otto Paesi (Italia, Francia, Grecia, Austria, Romania, Turchia, Ungheria e Slovenia). I preparativi per la partenza dureranno al massimo due settimane. La missione si dovrà concludere entro 90 giorni. Una decisione in questo senso è stata presa nella notte tra venerdì e sabato dai 15 membri del Consiglio di sicurezza dell'Orni, sollecitati da una richiesta del governo albanese. «Speriamo che ora gli aiuti arrivino il più presto possibile», ha detto il premier albanese Bashkim Fino, esprimendo la soddisfazione del suo governo, «del presidente Berisha e di tutti i partiti» per la Risoluzione dell'Orni. Il nostro Paese, fortemente coinvolto nella questione albanese, aveva esso stesso auspicato una decisione del genere. Si tratta dunque di un successo per la nostra diplomazia, dato che in cinque giorni si è riusciti a raccogliere, su un'ipotesi di intervento «umanitario» in Albania, il consenso prima dell'Unione Europea, poi dell'Osce (l'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Quest'ultima, però, aveva subordinato il suo «placet» a una specifica risoluzione dell'Onu, che è giunta - per l'appunto - nella nottata di ieri. Secondo il presidente del Consiglio, Romano Prodi, questa missione, che è la prima di cui l'Italia abbia una responsabilità diretta, deve svolgersi «con il maggior consenso e la maggiore determinazione possibili. Abbiamo l'obbligo internazionale di garantire la sussistenza oggi e lo sviluppo domani del Paese. Dobbiamo svolgere l'incarico con grande senso di responsabilità e grande impegno di energie e mezzi». Interrogato proprio sui «mezzi» (la Risoluzione prevede che gli oneri saranno a carico dei Paesi partecipanti) il presidente del Consiglio non ha saputo dire però quanto ci verrà a costare l'intera operazione, anche perché occorre valutare l'entità del contributo che verrà dagli altri sette Paesi interessati. Intanto, a ogni buon conto, lo Stato maggiore italiano si sta organizzando per inviare un contingente appena sarà dato il via. Qualcuno ieri aveva ipotizzato che i nostri soldati avrebbero dovuto fare i bagagli già oggi, giorno di Pasqua, ma la decisione è subito parsa troppo tempestiva. Infatti ora il nostro governo, nel suo ruolo di coordinatore, dovrà raccogliere intorno a un tavolo i rappresentanti degli altri sette Stati per definire i dettagli. Secondo fonti diplomatiche, questo incontro potrebbe avvenire subito dopo Pasqua in maniera che entro una, due settimane al massimo si possa partire per i'Albania. Non prima. Il compito del contingente Onu sarà quello di proteggere innanzitutto le operazioni di soccorso e di distribuzione di viveri e medicinali, quindi di ripristinare le condizioni minime di legalità perché possa riprendere una normale vita democratica e il governo di Tirana sia in grado di gestire adeguatamente le elezioni politiche fissate per giugno. I 2500 uomini della forza multinazionale saranno armati, ma solo a scopo di autodifesa e di protezione degli interventi assistenziali. Ogni due settimane il governo italiano dovrà relazionare al Consiglio di sicurezza dell'Onu sull'evolversi della situazione e sull'attività del contingente militare. Sulla base di questi resoconti l'Onu potrebbe decidere, allo scadere dei tre mesi, di proroga re ulteriormente la missione. Parallelamente all'arrivo del contingente delle Nazioni unite, partirà per l'Albania una «missione civile» di aiuti umanitari dell'Osce di cui si occuperà direttamente l'ex cancelliere austriaco Franz Vranitzky. In questo coro di fervori umanitari, stona la voce dell'autorevole quotidiano inglese «Daily Telegraph» secondo il quale l'intervento in Albania è inutile e il Paese non lo merita. «L'Albania - recita un editoriale - è il primo Stato mafioso del nostro tempo, una Colombia dell' Adriatico» destinata a diventare una nuova Bosnia in cui «le truppe straniere non saranno percepite come amiche da nessuno e faranno da bersaglio per tutti», mentre gli aiuti in cibo e medicine «si trasformeranno in un prezioso bottino». Raffaello Masci «Continueremo ad accogliere chi ha davvero bisogno e a respingere i clandestini» «Qualche dissenso con gli inglesi e i tedeschi ma solo sull'invio di una forza annata» PAESI COINVOLTI NEL CONTINGENTE ITALIA: COMANDO FRANCIA AUSTRIA TURCHIA ROMANIA UNGHERIA SLOVENIA DAL QUARTIER GENERALE DI SANTA ROSA A ROMA SI COORDINERANNO LE FASI DELL'OPERAZIONE TOTALE 2500 UOMINI ANLe tre cper noER il gioco dei fusi o1 ri, il voto del Consigdi sicurezza dell'Oche autorizza una «operazne umanitaria protetta»Albania - quell'interveche il governo italianofortermente voluto, e diassumeremo il comandoarrivato mentre nelle acbuie dell'Adriatico era da co affondato il dragamine

Persone citate: Bashkim Fino, Berisha, Franz Vranitzky, Raffaello Masci, Romano Prodi