Fuoco incrociato su Andreatta e il governo

Pannella manifesta a Palazzo Chigi, Brutti: la tragedia non è conseguenza di nessun blocco Pannella manifesta a Palazzo Chigi, Brutti: la tragedia non è conseguenza di nessun blocco Fuoco incrociato su Andreatta e il governo Da Rifondazione alla Lega: naufragio colposo e prevedibile ROMA. E' bufera sul governo dopo la tragedia della nave albanese. Mentre il ministro della Difesa Beniamino Andreatta ha fatto pervenire al ministro della Difesa dell'Albania Shaqir Vukaj un messaggio di cordoglio per il «tragico incidente marittimo», da destra e da sinistra piovono critiche sul blocco navale e inviti a dimettersi, come quello di Marco Pannella che parla di «strage colposa». Ma dal governo il sottosegretario alla Difesa Massimo Brutti replica: «L'incidente non è stato la conseguenza di alcun blocco navale, prova ne è che le prefetture competenti erano state preavvisate dell'arrivo dei profughi». E l'Italia «continuerà - ha fatto sapere Bratti - a rispettare l'impegno di pattugliamento assunto a livello internazionale». Per Pannella, che ha manifestato davanti a Palazzo Chigi trasformato in uomo sandwich, ((Andreatta avrebbe dovuto rimettere il proprio mandato». «Non per colpe soggettive, spiega, ma oggettive. Occorre avere il coraggio di dirlo e di denunciare le direttive generali del governo che fanno un gran male all'Italia». Di omicidio colposo parla anche Roberto Maroni della Lega, che accusa il governo di «aver indotto con la sua politica assolutamente fallimentare nella vicenda albanese migliaia di persone a varcare l'Adriatico nella consapevolezza che tanto nessuno sarà mai in grado di rispedirli a casa loro». «Un evento tragico, ma non inatteso» per Maurizio Gasparri, di Alleanza nazionale. «La responsabilità di questa tragedia commenta - è sulle spalle di chi non ha voluto argmare il flusso, che andava bloccato all'origine. Queste morti sono frutto di una politica che non è di tolleranza ma di impotenza, perché bisognava dare subito gli aiuti per bloccare questa fuga in massa». Antonio Martino, responsabile Esteri di Forza Italia, è cauto: «Spero si tratti di un incidente e non di un atto intenzionale, altrimenti sarebbe il peggiore segnale che il nostro Paese può dare in questa situazione». Difende la Marina il leader del ecd Pierferdinando Casini: «Esprimiamo grande tristezza per questa tragedia che certamente non ùnplica alcuna macchia per gli uomini della Marina militare italiana che in questi giorni si stanno meravigliosamente prodigando». Giudizi severi da destra, ma anche da sinistra, dove Rifondazione comunista chiede l'immediata convocazione del Parlamento italiano. «Di ora in ora si fa più grave il bilancio delle vittime del blocco navale e si fanno più chiare le responsabilità dei militari italiani», dice con una nota il responsabile Esteri Ramon Mantovani. Durissimo Luigi Manconi, portavoce dei Verdi, che spara a zero sul governo all'interno del quale chiede un'immediata verifica sulla linea politica decisa per l'emergenza Albania. «E' fatale che tanta incertezza avesse esiti disastrosi - ha dichiarato Manconi -. L'unico sentimento adeguato alla tragedia del Canale d'Otranto è la vergogna: vergogna per il nostro governo, un governo di centro-si¬ nistra che alla fuga di bambini, donne e uomini dalla fame e dalla violenza risponde con il blocco navale, con il respingimento, con la negazione del diritto d'asilo. Per questo i Verdi chiedono l'immediata cessazione del blocco navale, e una intelligente e razionale politica di accoglienza per chi fugge dall'Albania». Il presidente della commissione Difesa di Montecitorio, Valdo Spini, commenta: «Si è preteso troppo dal blocco navale. Adesso è importante creare nella stessa Albania le condizioni per fermare l'esodo. Le condizioni fatiscenti con cui le zattere lasciano i porti albanesi sono tali da rendere pericolosa anche un'azione di blocco». Per Emma Bonino, commissario europeo all'aiuto umanitario, «bisognerà riflettere sulla psicosi ingiustificata che si è propagata per l'arrivo dei profughi». «Una reazione da psicosi collettiva - dice - con città che protestano e sindaci che si allarmano». «C'è - ha commentato la Bonino riferendosi alle frasi di Irene Pivetti - chi li vuole buttare a mare, e porta anche gramo, mentre nessuno si alza per dire "attenti", tutto questo non è giustificato, né dalle dimensioni del fenomeno né rispetto alle nostre tradizioni». Il dramma di venerdì notte per la commissaria Ue è «inaccettabile e avrebbe potuto essere evitato se l'Ue e la comunità intemazionale non avessero perso tanto tempo per avviare un intervento umanitario decente in Albania». [m. cor.] Sopra, il presidente del Consiglio Romano Prodi con il ministro della Difesa Beniamino Andreatta Qui a fianco, militari italiani nel porto di Brìndisi

Luoghi citati: Albania, Brìndisi, Italia, Otranto, Roma