SULLE SPALLE UNA CATENA DI EQUIVOCI

SULLE SPALLE UNA CATENA DI EQUIVOCI SULLE SPALLE UNA CATENA DI EQUIVOCI E, triste dover ragionare in termini statistici oltreché umanitari sui morti annegati d'Albania, così com'era triste, sino a poco tempo fa, ragionare coi numeri sui morti cecchinati o sgozzati di Bosnia. Purtroppo, l'ultima tragedia, consumatasi sui fondali dell'Adriatico fra le turbolente coste albanesi e le assediate coste pugliesi, rientra nel drammatico calcolo della probabilità di un esodo di massa senza eguali nella storia dei grandi esodi europei di questo secolo. Non s'era mai vista in Europa una fuga popolare così massiccia, così disperata e al tempo stesso così equivoca. Un autentico travaso di popolazione da un litorale adriatico all'altro, gestito e organizzato a pagamento da delinquenziali mercanti di carne umana, con sovraccarico di donne e bambini spesso usati come scudo e alibi pietoso, e traghettati attraverso marosi e burrasche su imbarcazioni obsolete più simili a sarcofaghi galleggianti che a navi normali. Fin dai primi esodi del 1991, seguiti da uno stillicidio intermittente che non s'è mai arrestato, bastava nulla, un colpo di vento, un'onda violenta, una manovra sbagliata, per rovesciare quei rottami naviganti e mandarli a picco. Le stime degli ultimi anni segnalano almeno una dozzina di carrette albanesi affondate, incendiate, sfracellate contro le scogliere, con molte decine di vittime accertate o disperse. E' difficile dire se la tragica imbarcazione di profughi, affondata l'altro ieri nel Canale di Otranto, sia stata volontariamente o accidentalmente spe- Enzo Bettiza I CONTINUA A PAG. 12 PRIMA COLONNA

Persone citate: Enzo Bettiza

Luoghi citati: Albania, Bosnia, Europa, Otranto