Croce e Fiaccole per il Papa
Il Pontefice ha guidato la cerimonia del Venerdì Santo, superando le difficoltà del giorno precedente Il Pontefice ha guidato la cerimonia del Venerdì Santo, superando le difficoltà del giorno precedente Croce e Battole per il Papa Mia Via Crucis Wojtyla vince la fatica CITTA' DEL VATICANO. Le mani strette intorno alia croce, la fronte premuta contro il legno scuro, Giovanni Paolo II ha guidato ieri la «Via Crucis» al Colosseo, in uno scenario reso ancora più drammatico e suggestivo dalle continaia di fiaccole, e dal canto della Passione. Era la giornata più pesante e dil'ficile per il Pontefice nella Settimana Santa; ma Papa Wojtyla, vincendo la fatica con una determinazione resa evidente dalla maschera di volontà fissa sul volto, è riuscito a portarla a termine con una disinvoltura che ha sorpreso chi l'aveva visto giovedì sera alla cerimonia della Lavanda dei piedi. Il Papa era apparso provato, giovedì sera, in San Giovanni in Laterano. Ma ha recuperato bene. Alle 12,100 sceso nella basilica vaticana, e ha preso posto in uno dei confessionali della Crociera di San Giuseppe, per confessare, come un qualsiasi sacerdote, i fedeli. Per 70 minuti si sono accostati al confessionale del Papa tredici penitenti, sei uomini e sette donne, scelti a caso dal cerimoniale vaticano tra quanti questa mattina nella basilica erano già in fila davnti ad altri confessori. Il gruppo comprendeva due coppie di sposi, una italiana ed una argentina. Una ragazza asiatica si è confessata in inglese e, presumibilmente, nel confessionale del Papa sono state usate anche le lingue polacca, spagnola e francese. Presumibilmente, perchè i giornalisti non hanno potuto parlare con i penitenti Nel pomeriggio il Papa è tornato in San Pietro, per presiedere alla cerimonia dell'Adorazione della Croce; una liturgia lunga, alla presenza di decine di vescovi e cardinali, che è terminata un'ora e mezzo prima che avese ini¬ zio la Via Crucis. Quest'anno le meditazioni delle quattordici stazioni sono state scritte da Rare kin I, patriarca degli armeni; un gesto di considerazione ecumenica. Un arcivescovo della «S. Pietro» armena, Etchmiadzin, ha preso la croce di legno scuro dalle mani del Pontefice nella seconda stazione, per consegnarla poi a una famiglia romana. Come già accade da sei anni, il «canovaccio» della Via Crucis si basa sul testo evangelico, più che sulla tradizione popolare. Cosi non sono presenti nella Via Crucis al Colosseo né la «Veronica», né le altre due «cadute» di Cristo sulla strada del Calvario, oltre a quella di parlano i «Sinottici». Quest'anno, in particolare, è stato usato il Vangelo di Marco; quello stesso che viene consegnato in tutta Roma per la Mis¬ sione cittadina in vista del Giubileo. Un significato particolare, un cenno di tragica attualità, è stato inserito dal Maestro delle Cerimonie del Pontefice, Mons. Marini, con la presenza, fra le persone destinate a portare la croce, di un giovane zairese, della diocesi di Wamba, Jules Gwamboa, e di una donna albanese, cattolica, Luigina Shllaku, giunta in Italia nei giorni scorsi, su una delle navi di profughi sbarcati sulle coste pugliesi. La passione di Cristo, ha detto il Pontefice, dopo aver concluso la processione, portando la croce all'ultima stazione, «continua anche ai nostri giorni nel dolore e nella sofferenza di individui e popoli duramente provati dalla violenza e dalla guerra». Marco Tosarti Ieri mattina ha confessato tredici penitenti Un appello per i popoli vinti dal dolore Un'immagine del Papa mentre porta la Croce
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Jules Gwamboa, Papa Wojtyla, Shllaku, Wamba, Wojtyla
Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Italia, Roma
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