«Un albanese in meno ogni voto alla Lega»
«Un albanese in meno ogni voto olla Lega» Depositate le liste, Bossi ironizza sulla «candidata» del Polo: è uomo? Non ha carattere «Un albanese in meno ogni voto olla Lega» Funari: costretto a ritirarmi. Cito: avrò una barca di preferenze MILANO DALLA REDAZIONE «Un voto in più per Formentini, un albanese in meno a Milano», gioca facile l'ex ministro del Bilancio Giancarlo Pagliarini, nel salone della Lega di via Bellerio, accanto a Marco Formentini, sindaco e nuovamente candidato alla guida della citta. «Per una giunta di continuità», promette Formentini mentre illustra le 67 pagine del suo programma, cliiamato non a caso Milano capitale. Ma poi anche lui va a mettere il dito nella piaga, quella degli albanesi che non vuole nessuno. Vero terreno di scontro, di una campagna elettorale che a 4 settimane dal voto conta più mdecisi che sicuri. «Siamo di fronte a un nuovo 8 settembre, allo Stato che si arrende e diventa un colabrodo e fa entrare elli vuole», tuona il sindaco in carica. Fermato dagli applausi dei 60 candidati consiglieri all'arrivo di Umberto Bossi, giubbotto verde, camicia dello stesso colore, fazzoletto in tinta. «Secondo gli ultimi sondaggi, il 54% dei milanesi vuole la secessione», tuona il leader della Lega. Che si vede che ha voglia di picchiar giù duro, contro tutto e contro tutti. A partire dagli altri candidati hi corsa per Milano, soprattutto i due più diretti antagonisti, Gabriele Albertini e Aldo Fumagalli, che lui boccia corno «Polo-Roma e Ulivo-Roma». «Siamo tornati al partito degli affari, loro vogliono mettere le mani sulla città, vogliono le aree dismesse», va all'attacco Umberto Bossi. E tira in ballo: Confindustria, Fiat, «grandi imprenditori che hanno il monopolio e gli aiuti statali». C'è spazio anche per attacchi personali da querela, nelle parole di Umberto Bossi. Che se la prende con «la candidata del Polo». Perché, «candidata», visto che per il Polo corre un uomo? «Intendo dire una persona assai poco determinata nel carattere», sorride sornione Umberto Bossi, felice che qualcuno abbia abboccato alla sua provocazio¬ ne. Si riferisce a fatti sessuali?, gli chiede un giornalista zelante, per la gioia di «Striscia la notizia» che riprende tutto. «E' una sua interpretazione», risponde Bossi. E pungolato dal cronista del programma di Ricci, glissa anche all'allusione al mondo dei gay: «Non so, è un ambiente che non conosco». Fine del siparietto di Umberto Bossi, che lascia a Marco Formentini il compito di commentare il programma della Lega. A partire dalle aspirazioni: «Mi immagino una città che legifera. Può darsi che oggi non ci sia la maggioranza, ma la Padania ci sarà. A discapito di tutte le bicamerali di comodo, la richiesta di cambiamento è così forte che non imbragheranno le carte». Per mi candidato sindaco che intende non mollare fino all'ultimo minuto, c'è già chi ha tirato i remi in barca. Si tratta di Giancarlo Funari, che dipinge di giallo il suo addio al voto. «Sono costretto mio malgrado al ritiro», annuncia Funari. E non spiega perché: «La mia candidatura è svanita nel nulla, perché sono stato sottoposto a una violentissima pressione che si è conclusa il 10 febbraio scorso», dice l'ex croupier approdato in tv. «E io invece prenderò una barca di voti, non lo 0,3% che mi danno i sondaggi», giura l'ex sindaco di Taranto Giancarlo Cito, che per sindaco di Milano vorrebbe il cantante Leone Di Lentia. Infine Umberto Gay, candidato sindaco per Rifondazione, ha scritto a tutti gli altri aspiranti sindaci per «confrontarsi sui problemi reali della città e non dar sfogo alle loro piccolezze». segretario della Lega Nord Umberto Bossi
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