Il «blocco» navale di E. St.

Il «blocco» navale Il «blocco» navale Pattugliate le coste di Valona e Durazzo ROMA. Oggi e nei prossimi giorni si discuterà probabilmente con asprezza del «blocco» delle coste albanesi attuato dalla Marina militare italiana per fermare l'afflusso di clandestini verso le coste italiane. Già ieri sera diversi esponenti politici hanno stigmatizzato l'affondamento della motovedetta nell'Adriatico come la tragica conseguenza di un modo di fare sbagliato e nei giorni scorsi anche l'agenzia dell'Orni che si occupa dei rifugiati aveva mosso dei rilievi al nostro Paese. Il blocco discende dall'accordo firmato il 25 marzo a Roma dai ministri Dini (per l'Italia) e Starova (per l'Albania) - dopo discussioni che hanno coinvolto anche il presidente del Consiglio Romano Prodi e il suo pari grado di Tirana Bashkim Fino. L'intesa intende assicurare l'efficace pattugliamento, da parte della Marina militare italiana, delle acque internazionali e delle acque territoriali albanesi, «al fine di prevenire e di risolvere alla fonte il problema dei cittadini albanesi che lasciano l'Albania in violazione della legge locale» (cioè: che fuggono anche dal Paese dopo essere già evasi dalle sue carceri) «o che intendano sottrarsi al controllo della giustizia albanese - se ricercati - raggiungendo illegalmente l'Italia». In pratica il pattugliamento avviene già davanti ai porti di Vaìona e Durazzo. Alle accuse mosse dall'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i profughi (Unhcr), secondo cui si tratterebbe di un blocco delle coste albanesi, bollato come inumano e non giustificato da una reale situazione di emergenza, l'Italia ha ribattuto che non può parlarsi di blocco navale, in quanto tale termine si applica a operazioni di guerra contro la volontà di un determinato Paese da parte di un altro, mentre nel caso in esame «il pattugliamento italiano avviene su richiesta e con l'attiva collaborazione delle autorità albanesi, come è stato riconosciuto in varie sedi anche dai vertici dell'Unhcr». [e. st.]

Persone citate: Bashkim Fino, Dini, Romano Prodi

Luoghi citati: Albania, Durazzo, Italia, Roma, Tirana