Bassano il giorno dello choc
M IL COMITATO PER MILENA Bassano, il giorno dello choc «Persa la battaglia della speranza» M VICENZA ILENA «Milena tornii)'. Erano il simbolo della speranza, quelle due parole stampate sui manifesti con la foto della ragazza scomparsa in Tunisia, affissi a decine e decine nella sua cittadina che l'aspettava, A Bassano del Grappa la speranza se n'è andata tra giovedì sera e ieri mattina Tutti hanno saputo, dai telegiornali, dai quotidiani, dal veloce passa-parola. Bassano ora è sotto choc e l'angoscia è ancora più straziante in chi in un primo tempo aveva gioito, dopo che si erano diffuse notizie di trattative per la liberazione della giovane scomparsa a Nabeul il 23 novembre 1995. Le strade, bagnate dall'acquazzone che si è abbattuto nel tardo pomeriggio sulla cittadina, si sono improvvisamente svuotate. «E' il più brutto Venerdì Santo che io ricordi - ha esordito nell'omelia serale don Dino Manfrin, par- roco di Santa Croce, il quartiere in cui vive la famiglia Bianchi. Un clima simile si respira anche a Rosa, il paese dove Milena Bianchi era nata ventitré anni fa. C'è ancora appeso lo striscione che attraversa la statale 47, tra le più trafficate del Veneto, che riporta ha la fotografia di Milena e la grande scritta «Ti aspettiamo». Nelle prossime ore invece arriverà purtroppo soltanto la salma della ragazza. «Fino all'ultimo - dice il sindaco Giovanni Didonè - abbiamo sperato che quel corpo ritrovato non fosse il suo». Proprio nei giorni scorsi, per premiare il coraggio di Gilda Milani, la mamma di Milena, il Comune le aveva assegnato il premio città di Rosa, attribuito a chi porta nel mondo l'immagine della cittadina. A Bassano del Grappa era nato un comitato per il ritorno a casa della ragazza scomparsa: alcune decine di cittadini, tutta gente comune, che per oltre un anno ha manifestato, ha sollecitato le massime autorità, ha raccolto fondi, ha sperato assieme alla famiglia di Milena. Senza mai perdere la speranza di rivedere la loro Milena. Fino a ieri sera. «Sono tornato a casa dopo la messa, ho acceso il televisore e ho sentito la notizia al telegiornale - racconta Luciano Manfrè, pensionato, una delle anime del Comitato -. E' stato un trauma. Ho chiamato i familiari, e poi gli altri del nostro gruppo. Purtroppo era tutto vero». Che cosa pensate di fare ora? «Non lo so proprio, siamo ancora sotto choc». Signor Manfré, ci racconti come era nato il comitato per Milena «C'era stata una fiaccolata, pochi giorni dopo la scomparsa. Da lì è nata l'idea di metterci assieme per sensibilizzare l'opinione pubblica e essere di stimolo alle forze dell'ordine. Eravamo una trentina, abbiamo bussato a tutte le porte. Siamo stati dal Papa, da Scalfaro, al Parlamento europeo. Lavoravamo con grande entusiasmo, e adesso guardi come è andata a finire». Con il vostro impegno avete ottenuto qualcosa? «No, i risultati sono stati deludenti. E oggi faccio fatica a credere che il delitto si sia verificato come ce lo raccontano. Dicono che quel giovane sia l'assassino. Ma le sembra possibile che uno vada a costituirsi dopo un anno e mezzo, sapendo che cosa l'attende dalla giustizia tunisina?». Il Comitato continuerà a esistere? Pensate di battervi per sapere tutta la verità su questa vicenda o su altri casi di persone scomparse? «Forse lotteremo ancora, ma è presto per dirlo. Glielo dicevo, siamo ancora sotto choc per la notizia. Due di noi adesso sono a Tunisi, ne parleremo al loro ritorno», [s. man.] Nelle strade c'è ancora lo striscione con la foto della ragazza e la scritta «Ti aspettiamo» «Abbiamo bussato a tutte le porte, siamo andati dal Papa, da Scalfaro, al parlamento europeo. Ma ora è finita»
Persone citate: Dino Manfrin, Gilda Milani, Giovanni Didonè, Luciano Manfrè, Milena Bassano, Milena Bianchi, Scalfaro
Luoghi citati: Bassano Del Grappa, Milena, Tunisi, Tunisia, Veneto, Vicenza
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