La vendetta dell'Auditel
Senza paga da 11 mesi si uccide Licenziati i due intellettuali che hanno svelato i segreti dell'audience La vendetta dell'Auditel HO due amici. Amici da sempre. Lui si chiama Alberto Gozzi e lei DonateUa Botta. Sono due intellettuali spiritosi, leggeri, pieni di curiosità. Due persone con le quali è bello stare insieme, andare a teatro, al cinema. Passare delle domeniche, farsi dar una mano quando si zoppica. Un giorno, dopo l'estate, mi dicono di aver accettato di farsi installare l'Auditel nel loro vecchio, scalcinato Brionvega da 14 pollici. Alberto è un po' stupito, ha detto di scrivere per la Rai, pensava fosse incompatibile con la «scatola nera» degli indici d'ascolto. Gli han detto di no. Vedo le sere dei miei amici farsi «più studiose», più critiche davanti al video. Ne ridiamo insieme. Poi che i due abbiano l'Auditel mi passa di mente. Qualche sera fa sento in tivù De Rita parlare di Auditel, di mezzo ormai sovraccaricato di significato e peso. Mi torna in mente la tastiera del Gozzi e della Botta. Dico ad Alberto e DonateUa: raccontatemi la vostra convivenza con gli «indici d'ascolto». Ci mettiamo a tavolino e chiacchieriamo. Ieri «La Stampa» pubblica l'intervista. Avviso l'amico a metà mattina, non è ancora sceso a prendere i giornali, ci andrà. Si fa vivo nel pomeriggio. Mi dice: «Ci hanno cacciati. L'Auditel gentilmente, dopo un'allegra telefonata, ci ha comunicato che per motivi di riservatezza e sicurezza non potevamo più far parte del campione». Ci facciamo qualche commento, dico che mi spiace, ma loro non sono dispiaciuti. Penso a Le Carré e alle talpe. Penso soprattutto a Donatella, mi sembrava che ci tenesse alla pentola a pressione che l'Auditel omaggia ai suoi collaboratori. Gliela regaleremo, prometto, o io o il giornale, una volta che saremmo riusciti a infilarci dentro il loro antiquato Brionvega. Nico Orango SERVIZI NEGLI SPETTACOLI
Persone citate: Alberto Gozzi, De Rita, Nico Orango
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