L'urlo della madre: «Sì, è la mia Milena»

L'urlo della madre: «Sì, è la mia Milena» La ragazza era scomparsa nel '95. La famiglia Bianchi critica la polizia. Oggi il rimpatrio dei resti L'urlo della madre: «Sì, è la mia Milena» Tunisi, uccisa per un rifiuto da un amico vicino di casa TUNISI. Un dolore disperato, un urlo: in quei poveri resti hanno riconosciuto la figlia. Milena Bianchi aveva 21 anni quando è stata strangolata da un diciottenne, mezza bruciata e sepolta nel greto di un fiume nel novembre del '95. L'assassino si chiama Mounir, apprendista operaio. Vive a 400 metri dalla villetta dei Viotto, gli amici di famiglia che ospitavano la ragazza di Bassano. «L'assassino era dietro casa. Forse il caso si poteva risolvere prima», ripete Pertillo Bianchi, il papà. Ha riconosciuto il cadavere della figlia. Ha visto un anello, un crocefisso, un paio di orecchini su un corpo distrutto da un anno di interramento. «Sì, sono di Milena», s'è limitato a dire. La moglie, mamma Gilda, è straziata dal dolore. «Sì, lo ammetto - dice Pertillo -, fino all'ultimo abbiamo sperato che non fosse lei. Fino all'altra sera. C'era chi ci diceva che era viva. Ci credevamo. Ci volevamo credere». Grignetti e Mancini A PAG. 2

Persone citate: Grignetti, Mancini, Milena Bianchi, Pertillo Bianchi, Viotto

Luoghi citati: Bassano, Tunisi