LO FECE ANCHE TAMBRONI di Massimo Giannini

Cct, impennata dei rendimenti LO FECE ANCHE TAMBRONI N l EL melting-pot della politica italiana dove tutto si mescola e si confonde, dove la Sinistra è costretta a seguire filoni di pensiero cari alla Destra e la Destra ormai priva di pensiero non trova più filoni da seguire, può accadere persino questo: che cioè il governo di Centro-Sinistra sostenuto dai neo-comunisti bertinottiani scivoli su banalissimi trucchetti demagogici, come la riduzione del prezzo della benzina, già inventati dalla peggiore Destra mai conosciuta dalla Repubblica. Trovate del genere le sperimentò infatti per primo Fernando Tambroni col suo bel monocolore democristiano, passato alle Camere nell'aprile del '60 grazie ai voti di 24 deputati missini. Di fronte all'inevitabile caos nelle piazze, il pratico Tambroni si regolò così: alle avanguardie che non si rassegnavano alla svolta filo-fascista rispose col fuoco della «Celere» già educata alla scuola di Sceiba, mentre alle masse rassegnate offrì il suo contentino: un bel decreto, varato il 14 maggio, che riduceva il prezzo di benzina e gasolio. Il trucco non funzionò, e Tambroni cadde tre mesi e mezzo dopo. Ma l'episodio rende bene l'idea di come il Potere antico e nuovo tenti di comprare, se serve anche a buon mercato, il consenso delle masse. Ora, accostare il mite Romano Prodi al truce Tambroni è improprio. Ma diciamolo francamente: non è stata una scelta di buon gusto, quella di annunciare proprio ieri, subito dopo il varo della manovrina da 16 mila miliardi, che l'Eni ridurrà di 50 lire il prezzo della benzina, e che gli italiani risparmieranno così un migliaio di miliardi. Può anche darsi che, come ha detto il premier e come hanno confermato i suoi ministri, sia stata una scelta quasi «imposta» dall'Antitrust. Ma c'era bisogno di annunciarla proprio ieri? E c'era bisogno di farlo convocando a Palazzo Chigi Franco Bernabè, amministratore delegato del gigante petrolifero, mezz'ora prima del Consiglio dei Ministri riunito per varare la manovrina? No, non ce n'era bisogno. Anche perché questa nefasta coincidenza alimenta un sospetto: che cioè la scelta di ridurre il prezzo della benzina sia stata «imposta» a Bernabè non già dall'Antitrust, ma dall'azionista governo affamato di consenso sociale. Per un gruppo in avanzata fase di dismissione come l'Eni sarebbe un pessimo segnale, lanciato ai soci privati e ai mercati. Sicuramente è un sospetto infondato, ma i modi e i tempi della decisione di ieri, purtroppo, finiscono col legittimarlo. Perché a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca: lo diceva Andreotti, e non Tambroni. Ma nel melting-pot delle vecchie e nuove Repubbliche che differenza fa? Massimo Giannini

Persone citate: Andreotti, Bernabè, Fernando Tambroni, Franco Bernabè, Romano Prodi, Tambroni