Russia la collera dei senza stipendio di Anna Zafesova

Russia, la collera dei senza stipendio MOSCA Si fermano 650 città per reclamare 16 mila miliardi dovuti da mesi Russia, la collera dei senza stipendio A milioni in sciopero: «Dateci i nostri soldi» MOSCA NOSTRO SERVIZIO Una Russia mezzo paralizzata, scossa da manifestazioni da Kaliningrad a Vladivostok, ieri ha fatto tremare il Cremlino nella più grossa dimostrazione di protesta organizzata finora. Milioni di persone sono scese in piazza in 650 città per chiedere i propri salari non pagati e urlare la loro rabbia al governo. I dati sulla partecipazione sono ancora contraddittori: la polizia parla di due milioni di manifestanti, l'opposizione di una ventina di milioni. La verità sta da qualche parte in mezzo, ma è evidente che le azioni di protesta sono state massicce. Perfino nella benestante Mosca si sono svolte ben quattro manifestazioni diverse di cui la principale ha visto sfilare decine di migliaia di persone. Nonostante questo, è già clùaro che i sindacati non sono riusciti a raggiungere la mobilitazione sperata. E non hanno scioperato settori importanti, come i minatori del Kuzbass. La protesta più massiccia si è registrata in una delle regioni più disastrate, l'Estremo Oriente, dove 230 mila persone sono scese in piazza a Vladivostok e si sono messe in sciopero miniere, fabbriche, scuole e perfino centrali elettriche. Comunque, si è trattato di un'esplosione di rabbia senza precedenti, di rabbia e disperazione, al grido di «dateci i nostri soldi». La somma dei salari arre¬ trati (spesso di 6-8 mesi) ha ormai raggiunto i 50 trilioni di rubli (circa 16 mila miliardi dì lire). Una situazione così drammatica che perfino il presidente Eltsin ieri ha espresso solidarietà con gli scioperanti promettendo - per l'ennesima volta - di saldare il debito. I sindacati si sono astenuti da ogni richiesta politica. Ma quasi dappertutto le bandiere azzurre dei sindacati sono state soverchiate da quelle rosse dei comunisti e i manifestanti a gran voce hanno chiesto le dimissioni di Eltsin e del governo di Cernomyrdin. Tutti i partiti, dai democratici a Zhirinovskij, hanno cercato di cavalcare la protesta. Ma è evidente che i veri protagonisti della giornata sono stati i comunisti. Il tentativo del generale Lebed di partecipare al corteo moscovita è fallito: i sostenitori di Ziuganov l'hanno cacciato urlando ((traditore» e «giuda». In tutte le città russe sono state applicate misure di sicurezza straordinarie. Mosca ieri pullulava di polizia e all'entrata in città sono stati piazzati alcuni mezzi blindati. Temendo che la rabbia dei manifestanti esplodesse contro i ricchi molte banche del centro hanno ieri chiuso gli uffici. Il loro esempio è stato seguito da parecchi commercianti. Ma rodio di classe in Russia per il momento non si è ancora trasformato in violenza. Anna Zafesova

Persone citate: Cernomyrdin, Eltsin, Lebed, Zhirinovskij, Ziuganov

Luoghi citati: Estremo Oriente, Mosca, Russia