«No all'albanese» la mappa del rifiuto di Foto Ansa

E la Pivettiprovoca: andrebbero ributtati tutti in mare IL NORD FA MURO «No all'albanese», la mappa del rifiuto E la Pivettiprovoca: andrebbero ributtati tutti in mare MILANO ON sarò io a tirare i sassi _ contro i pullman degli albanesi, ma c'è il rischio di una protesta», ammonisce Roberto Faccin, sindaco leghista di Pieve di Cadore. E aggiunge: «Qui di prostituzione non ne abbiamo, perché importarla?». Inizia da questo piccolo centro in provincia di Belluno, la mappa della paura degli albanesi. Visti male ovunque, temuti da sindaci e amministratori di qualunque partito, dal pds ad an, dal Nord al Sud. Una paura che passa spesso attraverso luoghi comuni, parole chiave. Una, su tutte. Basta. «Abbiamo già avuto i bosniaci...», mette le mani avanti il sindaco di Pieve, che è medico «e così non posso essere contro gli aiuti umanitari e fare i colpi di testa». A Pieve ci sarebbero 95 posti letto, gli albanesi potrebbero essere sistemati nella vecchia caserma Buffa di Ferrerò. «Ma quelli che abbiamo ospitato in passato, sono stati un disastro», ricorda ancora il sindaco. Ed elenca le paure di sempre: «Non avevano voglia di lavorare, avevano tante pretese. Non possiamo pagare sempre gli errori dello Stato, perché non li mandano altrove?». A mare. L'ex presidente della Camera, Irene Pivetti, un'idea-provocazione ce l'avrebbe: «I profughi albanesi andrebbero ributtati ir mare. E quando sparano sulle nostre forze dell'ordine le loro navi andrebbero affondate», dice il segretario di Italia federale, intervistata dal «Tempo». Aids. «E perché intanto non facciamo agli albanesi il test anti Hiv, così vediamo come stanno?», chiede il parlamentare della Lega Mario Borghezio. Che si prende la du¬ ra risposta del ministro della Sanità, Rosy Bindi. Questa: «Non si può. Certe pretese hanno il solo scopo di creare paure e allarmi ingiustificati. E poi la Diffusione dell'Aids in Albania è tra le più basse in Europa». Un dato inoppugnabile, quello del ministero. Ma non basta a far recedere chi i profughi non li vuol proprio vedere. E di quegli 11 mila e passa arrivati dall'Albania, non sa che fare. A partire dai sindaci dei Comuni di Ischia, che dichiarano rindisponibilità assoluta dell'isola ad ospitare gli albanesi, «visto che sta per iniziare la stagione turistica». Sole. «Ma gli albanesi non vogliono il sole e il mare, vogliono sistemarsi dove c'è lavoro», scuote la testa Fausto Cigni del pds di Modena, che prima ha dovuto convincere i suoi compagni di partito ad aprire le braccia agli albanesi. Duecento profughi sono arrivati ieri, e adesso c'è chi spera in Dio. «C'è preoccupazione tra la gente, non posso nasconderlo», ammette il funzionario della Quercia. Che propone: «I casi vanno selezionati con rigore, i delinquenti devono essere mandati in Albania. Per gh altri, bisogna garantire una ospitalità temporanea». Uno o due. «Sì, ma noi non possiamo tenerli. Abbiamo già 1500 extracomunitari su una popolazione di 40 mila abitanti. Dove li mettiamo?», chiede Laura Tosi, sindaco di Sassuolo per il ppi, a capo di una giunta di centro sinistra. «Quando il prefetto mi ha chiesto la disponibihtà, ho detto che ne possiamo ospitare mio o due», conferma il sindaco. E spiega che l'offerta vale per Sassuolo, ma anche per Maranello, Fiorano e Formigine. Mulino bianco. «Stiamo cercando di sistemarli tutti», ci mette buona volontà Anna Maria D'Asceno, prefetto di Grosseto che può contare su 800 roulotte «ma alcune sono avanzi del terremoto dell'80». «Cerchiamo di riunire le famiglie disperse nella traversata, molte hanno bisogno più di un sorriso e di amore che di altro», spiega il prefetto. Che ha già disposto trasferimenti a Punta Ala e Chiusdino. Dove c'è il Mulino bianco della pubblicità, dove gli abitanti hanno promesso ronde e rappresaglie se arriveranno gli albanesi. Resistenza. Altri «no» all'arrivo degli albanesi, si contano numerosi in Lombardia. Oltre al sindaco di Milano Marco Formentini, c'è quello di Cernusco sul Naviglio, Carlo Frigerio. Che giura: «Se vengono loro, ci dovranno portare via. Noi faremo resistenza passiva». Altre proteste si contano a Genova, a Cremona dove per questa mattina si attendono un centinaio di profughi. Trecento sono in arrivo nel Ravennate, mentre nel Cesenate, a San Mauro a Mare, dopo sette giorni si aprono per la prima volta le porte della caserma che ospita 180 profughi. La libera uscita è solo fino alle 22, ma le autorità sono certe che molti non faranno ritorno al campo base. «No al razzismo». Lo dicono Cgil, Cisl e Uil in un comunicato. Chiedono di evitare qualsiasi atteggiamento Discriminatorio. E invitano l'Unione europea e il governo italiano ad «attivare programmi di cooperazione allo sviluppo, tesi a sanare le gravi ferite e la grande povertà all' origine del crollo dell'Albania». Fabio Potetti I In prima fila i sindaci, non solo leghisti: siamo stufi Da sinistra una delle imbarcazioni cariche di profughi arrivate numerose nei giorni scorsi al porto di Brindisi e fon. Borghezio della Lega Nord [FOTO ANSA]