Clandestino Per seppellire la sorella uccisa di F. Mil.
Clandestino Clandestino Per seppellire la sorella uccisa BRINDISI DAL NOSTRO INVIATO Ha attraversato l'Adriatico per riprendersi il corpo della sorella, una prostituta uccisa due anni fa in Italia. Di lui non si conosce nemmeno il nome, tenuto chissà perché segreto dalle autorità militari. Di sicuro c'è solo che quell'uomo ha raggiunto le coste pugliesi nei giorni scorsi, con migliaia di suoi connazionali, a bordo di una carretta del mare che si teneva a galla per miracolo. Una volta sbarcato, ha spiegato di non avere alcuna intenzione di fermarsi nel nostro Paese. «Sono venuto qui solo per riportare a casa mia sorella», ha detto, ed è stato accontentato: ieri è tornato in patria con la salma, a bordo di un G222 dell'aeronautica militare. Su quello stesso aereo viaggiavano decine di albanesi indesiderabili, o che non avevano alcun valido motivo per rimanere in Italia. L'espulsione dei profughi arrivati con ogni mezzo nelle ultime settimane sta ormai assumendo le proporzioni di un autentico «controesodo». Con i 271 rimpatri di ieri, il numero delle persone costrette a rientrare nel loro Paese ha raggiunto quota milleduecento: circa il dieci per cento dell'esercito dei disperati giunti in Puglia nei giorni scorsi. Magistrati, poliziotti e carabinieri sono preoccupati. L'impressione è che le voci su possibili infiltrazioni della mafia albanese sulle nostre coste abbiano per loro un certo fondamento. Non a caso, ieri a Foggia, sono state arrestate 14 persone, fra le quali tre albanesi, coinvolte in un traffico di droga leggera e armi. Il questore, Sergio Visone, ha detto che l'organizzazione è riuscita a fare entrare in Italia 400 chili di marijuana coltivata in Albania, e che «i risultati delle indagini dimostreranno in tempi brevi i collegamenti fra la criminalità locale, alcuni clan della camorra campana e le bande albanesi che hanno ramificazioni nel nostro Paese». Segnali inquietanti giungono anche da Bari. Un ragazzo di 15 anni, un profugo giunto da Perat, è stato bloccato su un treno in partenza per Milano. Aveva con sé un chilo e cinquanta grammi di eroina raffinata in Albania. Con lui è stato fermato un cittadino bosniaco di 26 anni, Daniel Sukotvic, accusato di traffico internazionale di stupefacenti. Il ragazzo ha detto di avere raggiunto l'Italia l'anno scorso, e di essere stato contattato due giorni fa in una mensa della Caritas di Bologna da due italiani e un albanese, i quali lo avrebbero ingaggiato come corriere della droga promettendogli un compenso di due milioni. [f. mil.]
Persone citate: Daniel Sukotvic, Magistrati, Sergio Visone
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