Prodi: adesso cambiamo lo Stato sociale

Ma Bertinotti avverte il premier: «Attento, il Welfare è la madre di tutte le questioni» Ma Bertinotti avverte il premier: «Attento, il Welfare è la madre di tutte le questioni» Prodi: adesso cambiamo lo Stato sociale Ciampi voleva osare di più, Dini dice sì «turandosi il naso» ROMA. «Alla discussione sullo Stato sociale, i cui risultati definiranno la legge finanziaria '98, chiamo tutte le forze responsabili del nostro Paese, dagli imprenditori ai sindacati, dai partiti di maggioranza a quelli di opposizione...»: prende questa forma l'appello annunciato di Romano Prodi, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la manovra-bis. Sul vero, profondo risanamento della spesa pubblica - di cui una piog.gia di critiche lamenta la mancanza tra i 15.500 miliardi di provvedimenti decisi ieri - sui nodi sempre rinviati di pensioni e sanità, dunque, si deciderà tra breve. E' il primo appello televisivo del capo del governo. Il confronto comincerà nella seconda metà di aprile; il tempo a disposizione non è molto. Il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi vuole poter inserire impegni precisi nel «piano di convergenza» pluriennale da presentare a Bruxelles entro maggio; altrimenti al vertice europeo di metà giugno ad Amsterdam l'Italia non sarà un candidato credibile all'unione monetaria. Per il '98 occorrerà una legge finanziaria da trentamila miliardi, che non sarà facile trovare. Sembrano preludere a una resa dei conti i discorsi di queste ore nelle diverse componenti della maggioranza. In Consiglio dei ministri Lamberto Dini avrebbe detto (ma lui smentisce) che la manovra così non va bene e che per votarla «si tura il naso»; fuori i suoi seguaci di Rinnovamento dicono che così non si va avanti. Franco Marini del ppi incalza verso i «provvedimenti strutturali». Sul versante opposto Fausto Bertinotti sfida: «Lo Stato sociale è la madre di tutte le questioni; ne dipende la vita del governo». Chiuse le urne delle amministrative, i rapporti tra maggioranza e opposizione torneranno in ballo. Dentro il consiglio, Ciampi ha combattuto fino all'ultimo per accrescere almeno un poco l'im¬ porto della manovra, con tagli alle spese dei ministeri; tutti l'hanno contraddetto, a cominciare dai ministri del pds. All'uscita però il ministro del Tesoro se la prende, larvatamente, con Dini: «A chi mi accusa, ricordo in che situazione ho trovato i conti pubblici» (lasciati dal governo precedente). «Non strutturale» la manovra fondata tutta su anticipi di entrate e rinvìi di spese? «E' strutturale per due terzi» ribatte alle critiche Ciampi, mostrando una tabellina preparata al Tesoro. Secondo la tabella, i provvedimenti decisi ieri avranno duraturi effetti positivi sul bilancio dello Stato per 15.500 miliardi nel '97, 10530 nel '98, 5100 nel '99. Strutturali o no? Ancora una volta è una questione di termini, perché secondo i critici «struttu¬ rale» vuol dire che incide sulle strutture della spesa pubblica, secondo le voci governative è strutturale tutto ciò che è duraturo. I diecimila miliardi del '98 verranno dalla ripetizione dell'anticipo sul Tfr, da vendite di immobili pubblici e dal rincaro dei francobolli. «La qualità dei provvedimenti è al di sotto dell'immaginabile» attacca il segretario del pri, Giorgio La Malfa. «Magari non trovati in modo elegante, ma sono soldi veri» si difendono i tecnici ministeriali: non ci sono stime aleatorie o gonfiate, e il deficit '97 può davvero mirare verso il cruciale 3% di Maastricht. Ed è la raggiungibilità di questo obiettivo che convince il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni a spendere un aggettivo altisonante per quanto il gover- no ha fatto in materia di finanza pubblica: «Ha dimensione storica». Nella manovra-bis c'è tutto quello che si sapeva, tranne il blocco degli aumenti di paga ai dipendenti pubblici «non contrattualizzati» (magistrati, docenti universitari, ambasciatori). E se impressiona il nuovo contributo chiesto alle imprese (6000 miliardi di anticipo di imposta sul «Tfr» quest'anno, 6200 l'anno prossimol Prodi cerca corresponsabili: «Faceva parte anche della contromanovra del Polo». Il centro-destra ribatte che si tratta di una falsificazione ripresa dal quotidiano leghista La Padania. Però nella «controfinanziaria» del Polo, presentata il 6 ottobre, si parlava di «portare il Tfr a tassazione ordinaria», con oneri fino a 10.000 miliardi per le impreso e 8000 per i lavoratori. In campo fiscale, si conferma che l'imposta di successione dovrà d'ora in poi essere pagata con autotassazione (è un progetto che giaceva da qualche anno, archiviato per motivi non chiari) con gettito di un migliaio di miliardi nel '97. Dopo varie oscillazioni dei tecnici, il ministro Vincenzo Visco ha deciso di mettere in conto un gettito, 200 miliardi, dalla nuova procedura accelerata degli accertamenti. Tremila miliardi saranno chiesti ai consorzi esattoriali, sotto forma di anticipo su imposte di futura riscossione. Per atto amministrativo, si attuerà un aumento delle tariffe postali, gettito 500 miliardi. Stefano Lepri PRODI UNA GIORNATA «STORICA» IN 4 FRASI «L 'Italia avrà un grande futuro solo se saprà affrontare e risolvere iproblemi del Welfare e per questo ini appello a tutte le forze responsabili: imprenditori e sindacati, maggioranza e opposizione}} VELTRONI &Con questa manovra mettiamo il Paese in linea con l'obiettivo del 3%, dobbiamo renderci conto della sua dimensione storica}} CIAMPI A chi mi accusa, ricordo in che situazione ho trovato i conti pubblici... La manovra è strutturale per due terzi}} BERTINOTTI Lo Stato sociale è la madre di tutte le questioni, ne dipende la vita del governo}} Palazzo Chigi «Il Polo cavalca il no al Tfr Ma questa norma c'era anche nella sua ontromanovra» Accanto il ministro del Lavoro Tiziano Treu e, a destra il ministro degli Esteri Lamberto Dini Pala«Il PoilMa quesc'ontro Accanto il ministro del Lavoro Tiziano Treu e, a destra il ministro degli Esteri Lamberto Dini

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