Da un falso ambasciatore beffa in Vaticano al Papa di Marco Tosatti

Si è presentato come il rappresentante del Messico, con moglie e figli ha parlato con Wojtyla Si è presentato come il rappresentante del Messico, con moglie e figli ha parlato con Wojtyla Da un falso ambasciatore beffa in Vaticano al Papa CITTA' DEL VATICANO. Un finto ambasciatore messicano, completo di moglie e figli, in udienza dal Papa: e non è un'invenzione, è tutto vero, lì' successo mercoledì 19 marzo, festa di San Giuseppe, all'udienza generale del mercoledì nell'Aula Nervi. Un distinto signore in doppiopetto scuro, atletico, colorito olivastro, capelli scuri, si è presentato all'udienza. Lo accompagnavano una signora minuta, il volto sottile incorniciato da capelli neri un po' a caschetto, in severo abito blu; e due ragazzi, dall'apparente età di sedici e dieci anni, occhi un po' a mandorla, capelli scuri, volto stretto e taglia atletica, evidente frutto del connubio. Insomma, una famiglia di quelle che si capisce subito che sono di classe. Così, quando il paterfamilias, che parlava spagnolo, si e presentato all'entrata, sostenendo di essere un diplomatico, la fiducia è stata immediata e totale. «Sono il nuovo ambasciatore messicano presso la Santa Sede - ha detto in fluente castillano - presenterò le lettere credenziali fra pochi giorni, ma intanto mi farebbe piacere partecipare all'udienza papale». L'addetto alla sorveglianza si è affrettato a informare i superiori, e la risposta e stata positiva. Fra l'altro il Messico ò un Paese cattolicissimo, ma con un governo - da decenni - estremamente laico, tanto che solo da breve tempo si è deciso di aprire una rappresentanza presso la Santa Sede. Quindi, con particolare deferenza lo pseudo-ambasciatore, la signora e i rampolli sono stati guidati a una delle prime file di poltrone dell'Aula Nervi, quelle in grigio, riservate ai personaggi di particolare spicco, o che si vogliono mettere particolarmente a loro agio, come inalati e handicappati. Tutto si è svolto in marnerà impeccabile. La famigliola ha ascoltato con attenzione il discorso del Pontefice sul valore del lavoro, ha applaudito tutte le volte che era necessario, e con particolare vigore quando Giovanni Paolo II ha rivolto i saluti in spagnolo. Poi, disciplinatamente, padre, madre e figlioli si sono messi in fila, al termine dell'udienza, per salire sul palco, lì' abitudine che qualche decina di persone, destinate a ini trattamento speciale, vadano a stringere la mano al Papa, ricevere una benedizione e magari scambiare qualche battuta. Ma i quattro hanno fatto di più: oltre a parlare con il Papa, la signora ha aperto un pacchetto, e gli ha mostrato alcune foto, che Giovanni Paolo 11 guardava, con aria interessata e ammirala; probabilmente fotografie di un suo viaggio, forse proprio di quello in Messico. Uscendo, dopo il baciamano, e le benedizioni, il finto ambasciatore ha detto al monsignore della Segreteria di Stato che lo stava accompagnando: «Tornerò presto in Vaticano per le credenziali, per il momento risiedo al Grand Hotel». Il monsignore ha fatto il suo rapporto, e la Segreteria di Stato si è subito attivata, cercando di mettersi in contatto con l'ospite. Al Grand Hotel alloggiava effettivamente un messicano con quel nome, ma non era affatto un diplomatico in attesa di prendere possesso della nuova sede. Validamente difesa da Guillermo Jimenez Morales, che ha presentato le sue credenziali - vere - il 6 aprile di due anni la K non è in procinto di lasciare il suo incarico. All'ambasciata messicana presso la Santa Sede dicono di non saperne nulla. «Sento cmesta storia per la prima volta, adesso», ci ha detto il ministro Raul Lopezlira Nava. In Vaticano, a tarda sera, si e fatta l'ipotesi che l'episodio sia nato da un malinteso. Non è la prima volta che Giovanni Paolo 11 è vittima di questo tipo di incidenti. Due anni fa un celebre presentatore di una radio canadese parlò col Papa, chiamando da oltre Oceano, e fingendo di essere il Primo ministro del suo Paese. Alla fine della conversazione rivelò lo scherzo all'augusto interlocutore. E tre anni fa, alla chiusura del Sinodo africano, un sacerdote non invitato si infilò tra i padri sinodali nella basilica vaticana e si portò via anche ima casula (paramento sacro) che il Papa regalò, in quell'occasione, a tutti i concelebranti. Marco Tosatti La donna ha mostrato al Pontefice un piccolo album di foto Poi lui ha detto: tornerò presto per le mie credenziali Il falso ambasciatore assieme alla moglie durante l'incontro con il Papa AULA NERVI SEMINARIO DI S. PIO X STAZIONE FERROVIARIA

Persone citate: Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Guillermo Jimenez Morales, Papa Aula, Raul Lopezlira Nava, Wojtyla

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Messico