Nuove accuse ad Andreotti di A. R.

Nuove accuse ad Andreotti Nuove accuse ad Andreotti Altri tre collaboratori contro il senatore. La difesa: solita solfa PALERMO. Tani Sangiorgi, genero di Nino Salvo, avrebbe nascosto il piatto d'argento, regalo di nozze di Giulio Andreotti, preoccupato dalle perquisizioni della Dia. Leoluca Bagarella avrebbe detto che il senatore a vita, negando tutto, «si comportava da uomo d'onore». Per i mafiosi, inoltre, i rapporti tra Andreotti e i cugini Nino e Ignazio Salvo non erano un mistero: il senatore li negava perchè, ammettendoli, avrebbe ammesso la frequentazione con mafiosi. Sono queste, in sintesi, le nuove accuse formulate da tre pentiti Vincenzo Sinacori, Tony Calvaruso e Salvatore Cucuzza - depositate ieri agli atti del processo a Giulio Andreotti. Nuove accuse che sono state così commentate dal difensore dell'imputato, l'avvocato Gioacchino Sbacchi: «E' la solita solfa». Le confidenze sul piatto d'argento sarebbero state fatte da Sangiorgi a Sinacori, che avrebbe saputo anche da Francesco Messina che Andreotti sarebbe intervenuto sui giudici per condizionare l'esito del processo a Vincenzo Rimi, boss di Alcamo. Alla domanda di Calvaruso se «Andreotti è dei nostri», Bagarella, invece, non avrebbe risposto, quando, nel 1994, guardando insieme la televisione, apparve il volto del sette volte Presidente del Consiglio. «Si sta comportando da uomo d'onore», avrebbe invece replicato il boss corleonese. Cucuzza, infine, avrebbe parlato ampiamente dei presunti rapporti tra Andreotti e i cugmi Salvo. Ieri hanno anche deposto tre sottufficiali (Emanuele Licata, Salvatore Di Domenico e Vincenzo Nicita) incaricati di raccogliere i riscontri alle dichiarazioni del pentito Leonardo Messina. Ha testimoniato inoltre un ispettore della Dia, Brigida Mangiaracina. Di Domenico ha confermato che nel giugno '91 Umberto Bossi andò a Catania per un comizio e in quell'occasione non potè parlare per l'ostilità manifestata dalla folla.[a. r.]

Luoghi citati: Alcamo, Catania, Licata, Palermo