«Attentato a New York Arafat sapeva» di Aldo Baquis

9 Cresce la polemica, palestinesi e soldati continuano a scontrarsi nei Territori occupati «Attentato q New York, Arofat sapeva» Israele accusa mentre arriva il mediatore americano TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Su ordine del presidente Bill Clinton, il coordinatore Usa delle trattative di pace in Medio Oriente Dennis Ross ha intrapreso una nuova missione di «pronto soccorso» per impedire che gli accordi israelo-palestinesi crollino sotto la spinta delle violenze nei Territori e degli attentati islamici in Israele. Oggi Ross incontrerà a Rabat (Marocco) il peripatetico presidente palestinese Yasser Arafat che nei giorni scorsi - mentre la situazione nei Territori precipitava - ha visitato Pakistan, Sri Lanka e Bangladesh, declinando in alcune occasioni di ricevere le telefonate del Segretario di Stato Madeleine Albright. Venerdì Ross vedrà a Gerusalemme il premier Benyamin Netanyahu e quindi tornerà in patria per riferire le proprie impressioni sulla gravità della crisi innescata una settimana fa dall'inizio dei lavori di costruzione a Sud di Gerusalemme di un nuovo rione ebraico, Har Homà. Proprio questa iniziativa ha destato vivo malumore in Clinton che per due volte ha scritto a Netanyahu sollecitandolo a congelare il progetto e che poi ha dovuto controvoglia esercitare per due volte il diritto di veto al Consiglio di sicurezza delle Na¬ zioni Unite per bloccare condanne a Israele. Anche Arafat ha destato l'irritazione di Washington quando ha intrapreso il suo lungo viaggio in Estremo Oriente malgrado le pressioni statunitensi volte a indurlo a fronteggiare la crisi da Gaza. Ancora una volta Ross dovrà ricorrere a dosi massicce di pazienza e di diplomazia. Arafat presumibilmente esigerà il congelamento di Har Homà e l'impegno - garantito dagli Usa - che il governo israeliano sospenda la colonizzazione dei Territori e di Gerusalemme Est per non pregiudicare l'esito dei negoziati sull'assetto definitivo in Cisgiordania. Netanyahu, da parte sua, esclude qualsiasi concessione su Har Homà e condiziona la ripresa del dialogo con l'Anp a una lotta senza quartiere da parte di Arafat contro i terroristi di Hamas e della Jihad islamica. Per ricreare un clima di fiducia reciproca (almeno approssimativa) gli Stati Uniti chiedono ad Israele di compiere un gesto di buona volontà verso i palestinesi: ad esempio un'intesa sull'apertura dell'aeroporto di Gaza o del porto commerciale di Gaza oppure l'impegno a compiere un ritiro significativo in Cisgiordania dopo quello simbolico già approvato due settimane fa e respinto con sdegno dai palestinesi. Intanto sul terreno israeliani e palestinesi continuano a scontrarsi. Anche ieri centinaia di manifestanti palestinesi hanno affrontato l'esercito israeliano a Betlemme e a Ramallah, rispettivamente a Sud e a Nord di Gerusalemme. I servizi di sicurezza israeliani temono nuove fiammate di violenza venerdì all'uscita delle moschee - e domenica, quando i palestinesi e gli arabi israeliani celebreranno la Giornata della Terra, una manifestazione di protesta contro la confisca di terreni. I servizi di sicurezza israeliani sono piuttosto inquieti per la crescente radicalizzazione di Al Fatah. Lo stesso Arafat nei gior- ni scorsi ha avuto un cordiale colloquio con il presidente iraniano Hashemi Rafsanjani e nello Sri Lanka è tornato ad esibire in pubblico la sua pistola. Non a caso sulle pagine del conservatore Jerusalem Post è riaffiorata ieri una storia vecchia di quattro mmm ADER anni volta a dimostrare che il «terrorista» Arafat perde il pelo ma non il vizio. Il giornale ha comunicato che nel febbraio 1993 Arafat era al corrente dell'imminente attentato islamico al World Trade Center di New York. Arafat discusse i piani con i leader di gruppi ter^^^^^ roristici islamici e sudanesi, ha aggiunto il giornale, e ancora di recente quadri militari di Al Fatali si sono addestrati in Sudan prima di essere dislocati nei Territori. Aldo Baquis