Risorge dal coma dopo 8 anni

Ora riesce a rispondere sì e no con una macchina. I genitori avevano sempre rifiutato di staccare la spina Ora riesce a rispondere sì e no con una macchina. I genitori avevano sempre rifiutato di staccare la spina Risorge dal coma dopo 8 anni Era stato travolto allo stadio di Sheffield LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo otto anni in uno stato vegetativo ritenuto irreversibile, una delle vittime dello stadio di Hillsborough ha dato i primi tenui segni di vita e ha cominciato a comunicare con il mondo esterno azionando un pulsante posto sotto la sua mano: un colpo per dire sì e due per dire no. E' la prima volta che si verifica un «risveglio» di questo genere oltre i cinque anni di vita vegetativa, quando si ritiene che il cervello non abbia più modo di reagire; e la vicenda di Andrew Devine, che ha oggi 30 anni, è destinata a rinfocolare il dibattito sul diritto alla morte di chi, come lui, è ridotto a larva umana. Dopo la decisione del tribunale, che nel 1993 aveva accolto la richiesta dei familiari di spegnere le macchine con le quali si teneva in vita un'altra vittima di Hillsborough, Tony Bland, ci sono state numerose richieste analoghe. Le norme in base alle quali si decide dovranno forse essere modificate. La tragedia dello stadio di Sheffield, la più grave nella storia dello sport britannico, risale al 15 aprile 1989. La calca per la partita Liverpool-Nottingham Forest, semifinale di Coppa d'Inghilterra, fece 96 morti e 160 feriti e indusse le autorità calcistiche a rivedere tutti i sistemi di sicurezza negli stadi. Ma anche dopo la battaglia legale con la quale era stato ottenuto il «diritto alla morte» per Tony Bland, i genitori di Andrew Devine avevano rifiutato di seguire la stessa via, di abbandonare l'alimentazione forzata e tutte le attenzioni possibili nella loro abitazione di Allerton, vicino a Liverpool, stu¬ diata in funzione delle condizioni del figlio e modificata con i soldi del risarcimento provvisorio ottenuto dalle assicurazioni. I fatti hanno dato loro ragione. Andrew, ha detto ieri l'avvocato di famiglia Robin Makin, «continua a migliorare nella sua capacità di comunicare a livello elementare». Purtroppo «si ignorano le possibilità di ulteriore miglioramento», ha proseguito l'avvocato; ma i risultati già raggiunti sono «straordinari». «Le sue condizioni - ha spiegato - restano gravissime: abbisogna di attenzioni continue». Più esplicito il dottor Keith Andrews, lo specialista che dal 1992 si occupa del caso. «Non so di altri casi analoghi nella letteratura medica internazionale», ha detto ieri: «Inevitabilmente questo sviluppo solleverà molti interrogativi. Ci si domanderà, per esempio, se quanto è accaduto ad Andrew Devine sarebbe potuto accadere anche a Tony Bland. La verità è che non abbiamo mai visto altre persone emergere dopo tanto tempo dallo stato vegetativo. E se questo è un caso unico, voghamo davvero tenere in vita con tubi e macchine migliaia di altri sventurati nella speranza che un giorno possano svegliarsi?». Stanley e Hilary Devine non hanno voluto commentare l'accaduto. Lodati dall'avvocato Makin per la «devozione e l'amore» con cui anno dopo anno hanno assistito il figlio, hanno preferito tacere. Ha parlato, invece, il padre di Tony Bland: per esprimere ai Devine la sua felicità, ma anche per spiegare che il caso di suo figlio era ben diverso, che la diagnosi indicava una vita vegetativa molto più radicata. «Questo nuovo sviluppo - egli ha detto - non modifica il nostro atteggiamento: non abbiamo nessun rimpianto perché abbiamo agito sulla base di pareri medici confermati poi dall'autopsia di Tony». Ma altri si domandano quali altre sorprese possano riservare alla scienza medica i pazienti come Andrew. Dopo la sentenza su Tony Bland emessa dalla Camera dei Lord - tribunale supremo nelle isole britanniche sempre più frequenti sono le richieste di lasciar morire i pazienti in quelle condizioni. Ora le resistenze sono destinate ad aumentare. Fabio Galvano Andrew Devine, che ha oggi 30 anni, e la tragica ressa dello stadio di Sheffield, durante la partita semifinale di Coppa d'Inghilterra Liverpool-Nottingham Forest, che causò novantasei morti e 160 feriti

Luoghi citati: Inghilterra, Liverpool, Londra