«lo braccato dai killer» di Vincenzo Tessandori

IL LEADER SOCIALISTA «lo, braccato dai killer» L'anti-Berisha: ma il popolo è con me IL LEADER SOCIALISTA TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Il grande vecchio della rivolta di Valona, come qualcuno l'ha chiamato, è un signore dall'aspetto mite, capelli bianchi e occhi mobilissimi. Cardiologo, come il presidente Sali Berisha che era un suo grande amico ed è il suo grande nemico. E non un cardiologo qualsiasi, ricorda lui, ma quello autentico di Enver Hoxha. Se verrà abrogata la legge che impedisce agli ex comunisti di candidarsi, soprattutto se non gli capiterà prima «un incidente», come sottolinea, sarà lui il candidato socialista per la presidenza della «Republika e Shqiperise». Per il momento, in questo gioco senza regole, a Sabit Brokaj, 55 anni, di Valona, sembrano toccate le carte peggiori. Lo hanno arrestato due volte, negli ultimi mesi, processato e assolto. Ora vive in semiclandestinità. Perché, professore? «Perché, forse, all'opposizione sono quello che critica di più Berisha. Vede, nel 1991, quando cominciò la transizione, io avevo posizioni più avanzate delle sue. E con lui l'Albania si era venuta a trovare di fronte a un grosso pericolo: invece di esserci avviati verso la democrazia, ci dirigevamo verso un'altra forma di dittatura. Insomma, ero io il primo violino contro il presidente». Risultato del «concerto»? ■ «Che sono stato accusato di essere I personalmente l'ispiratore e l'orga¬ nizzatore della rivolta di Valona». E non è vero? «Prima di tutto, quella è una rivolta popolare contro un regime che il popolo non vuole. La definisco "popolare" perché in un distretto con circa 200 mila abitanti, almeno 80 mila vi hanno preso parte, e ogni giorno, per un mese». E come è nata? .(Le cause sono parecchie, la principale è che non è stato permesso di fare politica, l'opposizione è stata messa in ginocchio, non ha avuto modo di protestare. Un esempio: fin quando il partito socialista è stato in Parlamento, non è passata una che sia una delle sue proposte di legge. Si è accumulata collera che è esplosa nel momento in cui Berisha ha preso anche i soldi dalle tasche della gente. Ma penso che anche senza il problema delle finanziarie, la rabbia sarebbe esplosa». Il presidente, però, ripete che qualcuno ha progettato la rivolta a tavolino. Voi socialisti, lascia capire, lei professore... «Questo è falso. Se esistessero i documenti, stia certo, io non sarei vivo, oggi. Ne sono sicuro, ho molte prove di quello che dico. Ci sono, a Tirana, parecchie bande incaricate di farmi fuori. Vede, le notizie le ho dalla stessa polizia segreta e se lei sta un po' di tempo con me e ha voglia di rischiare, bè!, le fornirò quelle prove. So che la polizia segreta ha messo a punto piani per eliminare numerosi membri dell'opposizione, uno è Kastrioti Jslami, fra i leader del partito socialista. E ci sono deputati dello stesso partito democratico che non dormono più a casa loro, perché si sono messi contro Berisha, in questi giorni». La situazione, ora, in Albania sembra essere sfuggita di mano a tutti. Lei che cosa dice? «Che quando esplode una rivolta è impossibile controllare tutti i gruppi perché la situazione degenera. Vorrei però ricordare una cosa...». Quale, professore? «Che tre anni fa, a Los Angeles, la polizia picchiò un negro per strada: risultato, la città semidistrutta. A Valona ci sono due gruppi che si fronteggiano, ora: il primo, composto da ladri e criminali che approfittano dell'assenza dello Stato; l'altro dagli uomini di Berisha, dalla sua polizia segreta, che vogliono dare alla rivolta un carattere di banditismo e lo fanno per impaurire la popolazione. E' fuori dubbio che ogni atto compiuto dalla gente era preceduto dalle provocazioni della polizia segreta. E' così che le manifestazioni pacifiche si sono trasformate in scontri armati, perché la polizia ammazzava chi protestava». Sembra la logica del muro contro muro, professore. Come se ne può uscire? «Se noi costruiamo nella logica del governo di pacificazione nazionale anche i governi aniministrativi, lo cab, con persone bene accette dalla gente, e nelle forze di polizia si so stituiscano ai criminali messi da Berisha dei veri poliziotti, ebbene, la situazione tornerà calma». Ma così non è voler cancellare il risultato delle elezioni? «Il 26 maggio '96 c'è stato un golpe da parte del presidente e in ogni parte del mondo a un golpe il popò lo risponde con una rivolta. Anche qui in Albania». Vincenzo Tessandori

Persone citate: Berisha, Enver Hoxha, Sabit Brokaj, Sali Berisha

Luoghi citati: Albania, Los Angeles, Tirana