«Caro diario, papà mi ha violentata»

Bergamo, l'uomo è finito sotto inchiesta. «Odio mio padre per quello che mi ha fatto» Bergamo, l'uomo è finito sotto inchiesta. «Odio mio padre per quello che mi ha fatto» «Caro diario, papà mi ha violentata» «La prima volta avevo 7 anni: piangevo, ma lui non si fermò» BERGAMO. Lo aveva confidato soltanto alle pagine del suo diario, quello che le ragazzine usano per idolatrare cantanti e attori e che per lei era invece diventato un amico a cui raccontare i propri orrori di bambina. Anni e anni senza dire nulla, tenendosi dentro quel terribile segreto mai carpito da nessuno, nemmeno dalla madre, che pure era riuscita a leggere di sfuggita quel diario. «Odio gli uomini con la barba, odio mio padre per quello che mi ha fatto quando ero piccola», c'era scritto. «Che vuol dire? Forse papà ha picchiato anche te?», le aveva chiesto la donna. «Niente, mamma, non è niente», aveva risposto lei, rifugiandosi poi nella sua stanza a piangere. Ma Lucia (il nome è di comodo), capelli rossi e corpo esile di chi deve ancora crescere, alla fine ha trovato il coraggio di raccontare tutto, di confessare che il padre per due anni l'ha sodomizzata. E' riuscita a parlare grazie a un'amica, figlia di una psicologa, che l'ha convinta a denunciare il padre-padrone, un quarantenne con precedenti per droga che abita in un paese al confine tra le province di Bergamo e Lecco. L'uomo e finito sotto inchiesta per violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia e ora il pm Vittorio Masia si appresta a chiederne il rinvio a giudizio. E sono state proprio le dichiarazioni di Lucia (che ora ha 16 anni ed è in cura con 0 fratello da uno psicologo), a incastrare il padre. «Soffro di problemi di angoscia per quello che ho subito da bambina e che solo ora riesco a dire - ha raccontato la ragazza agli inquirenti -. Ricordo che quando avevo 7/8 anni, un pomeriggio, mentre mia madre era a lavorare, mio padre, che si trovava a letto, mi chiamò nella sua camera col pretesto di farmi fare qualcosa. Quasi subito mi spogliò e mi mise sotto le coperte. Anche lui si spogliò». Lucia ha poi svelato come l'uomo la violentò per la prima volta. «Nonostante il mio pianto - ha proseguito - lui imperterrito proseguì nel suo comportamento, trattenendomi con forza. Dopo aver finito, io mi allontanai in lacrime e lui rimase a letto. Avendo solo 7/8 anni, non capivo bene che cosa fosse accaduto. Solo dopo due anni compresi quello che mi era successo». La ragazzina ha spiegato anche che non si trattò di un episodio sporadico. «Il comporta¬ mento di mio padre divenne consuetudine - ha riferito Lucia -. Quando la mamma era a lavorare, soprattutto di notte per prestare assistenza agli anziani, il papà mi violentava regolarmente, incurante dei miei pianti. Questo si è ripetuto innumerevoli volte, nella sua stanza ma anche in auto, quando, con alcune scuse, lui mi faceva uscire di casa per allontanarmi dalla mamma». La sedicenne ha anche spiegato di non aver mai detto nulla «perché ero impaurita dal comportamento di mio padre e dal dolore che provavo. E poi perché non avevo mai avuto il coraggio di guardare che cosa mi facesse. Talune volte, mentre lui apriva la cerniera dei pantaloni, io chiudevo gli occhi dalla paura. Le violenze sono andate avanti per due anni, ma non ho mai parlato perché lui mi ha minacciata, dicendo che se avessi aperto bocca la colpa sarebbe stata solo mia e lui si sarebbe vendicato». Invece Lucia, alla fine, ha avuto il coraggio di dire tutto. Forse grazie anche al suo diario, che per primo aveva raccolto quelle agghiaccianti confidenze. Stefano Serpellini

Persone citate: Stefano Serpellini, Vittorio Masia

Luoghi citati: Bergamo, Lecco