La Stampa - Consultazione Archivio

Quattro anni per aver investito la madre della ragazza di cui si era invaghito Quattro anni per aver investito la madre della ragazza di cui si era invaghito Condannato il prete innamorato Asti, punito per la notte di follia ASTI. Quattro anni al prete innamorato. Con la sua auto aveva investito e ferito gravemente la madre della ragazza di 21 armi di cui si era invaghito. Una notte di follia che è costata a un sacerdote monferrino, Enzo Tramhaiolo, 47 anni, la condanna a 4 anni di reclusione e ad altri 5 di interdizione dei pubblici uffici. Il gip di Asti, Alberto Lari, lo ha riconosciuto colpevole di tentato omicidio plurimo: la donna, Ida Mussio, 50 anni, aveva subito l'amputazione di parte della gamba destra, schiacciata tra il muro di casa e la Golf del religioso. Per caso l'altro figlio, Silvio, 19 anni, era riuscito invece a scansare l'auto. Don Enzo, dopo una fuga nella notte, si era poi barricato nella sua abitazione di Camagna, in preda ad un raptus, aprendo il fuoco con una carabina sui carabinieri che erano andati ad arrestarlo. La vicenda risale a un anno fa, nella notte tra il 23 e il 24 marzo '96. Lui era considerato un prete «moderno», forse un po' eccentrico. Trascorsi a Roma, poi in Spagna e nelle borgate periferiche di Torino, chitarra e Kawasaki, si fermava al bar a parlare. Si batteva anche per costruire a Montemagno, il paese in cui era stato mandato come parroco dal vescovo di Casale, una piscina per i giovani. Ammirato dai ragazzi, criticato dalle «donne di chiesa» abituate a comportamenti meno disinvolti. Lei è Fiammetta, 21 armi, studentessa iscritta al terzo anno di Lette re a Torino: il padre Italo, per anni consigliere provinciale ad Asti del pds, è presidente provinciale della Confederazione agricoltori. Si incontrano nel luglio '96 a Refrancore, un paese della zona, alla Festa dell'Unità. Lui interviene a un dibattito. E' allegro, spigliato. Qualche chiacchiera e per il religioso è il colpo di fulmine: comincia a telefonare con insistenza alla ragazza. I due hanno la passione per i libri: don Enzo è autore di un volumetto che voleva far stampare a sue spese. Una trentina di pagine scritte di getto in cui l'ex sacerdote racconta «squarci» della sua vita: «Una volta ho rischiato di innamorarmi di una suorina», racconta don Enzo che quasi si pavoneggia: «Avevo molte cascamorte intorno a me». La passione per Fiammetta ha il sopravvento. Le telefonate si fanno insistenti. «Ma io non l'ho mai incoraggiato» dirà la ragazza, anch'essa impegnata nel pds. La situazione precipita. L'ex parroco vuole incontrarla. Quella notte don Enzo si presenta nel cortile del cascinale dei Mussio. In pieno delirio chiede di Fiammetta: pare temesse che la giovane fosse prigioniera di strane entità. «Voglio Fiammetta, voglio Dio: qui c'è 0 diavolo». Non riescono ad allontanarlo. Il padre della ragazza cerca di convincerlo, poi esperto cacciatore, impugna la doppietta e spara un cc'po in aria dalla stanza da letto per intimorire il sacerdote. Nel cortile escono Ida Mussio ed il figlio Silvio, 19 anni. Don Enzo sale sulla sua Golf: secondo l'accusa ingrana la marcia e in¬ veste volontariamente la donna. «Era spaventato, ha sbagliato la manovra», ha sostenuto in aula il difensore Marco Venturino. Quando i carabinieri lo vanno a cercare spara con una carabina e getta piatti dalla finestra, poi si lascia ammanettare. Una perizia lo definisce seminfermo di mente ma imputabile. Davanti al giudice si difende: «Sono addolorato, non volevo fare del male». Offre anche 92 milioni alla famiglia Mussio (parte civile tramite l'avvocato Mirate) come anticipo del risarcimento. Ieri al momento della sentenza ha abbassato il capo: poi è ritornato nell'istituto religioso sul Lago Maggiore dove si trova agli arresti domiciliari. Lo aspetta il processo d'appello. Roberto Gemella Dòn Enzo Trambaiolo, 47 anni: è stato condannato a quattro anni