« Ai funerali non c'è lo Stato»
Ai funerali non c'è lo Stato > « Ai funerali non c'è lo Stato >» Disertato dalle autorità Vaddio alla donna suicida di Niscemi NISCEMI. «Io accuso lo Stato che permette che qualcuno venga ucciso per vendere un po' d'oro e quattro pellicce». Con la voce spezzata dai singhiozzi e gli occhi nascosti dietro spense lenti scure, Chiara Frazzetto ha lanciato il suo gelido anatema contro l'indifferenza delle istituzioni, davanti al feretro di sua madre, Agata Azzoiina, la commerciante di Niscemi che domenica scorsa si è impiccata per sfuggire al ricatto degli estortori. «Allo Stato che ci abbandonato», ha detto la ragazza che in cinque mesi ha perso l'intera famiglia nella morsa della violenza mafiosa, «io ormai non credo piti». Ma ad ascoltare le sue parole di fuoco lo Stato non c'era. Non c'era il presidente della Regione Siciliana Giuseppe Provenzano, non c'era il presidente della Provincia nissena j Vincenzo Ram' pulla, non c'era il prefetto di j Caltanissetta Cesare Rossi. Non hanno mandato neppure una corona di fiori Prodi, Violante, Del Turco, protagonisti - venerdì scorso - della «Giornata della memoria», la grande kermesse antimafia celebrata proprio a Niscemi, con tanto di palloncini e fuochi d'artificio. No. Lo Stato non si è visto. Tra le navate della Chiesa Madre dove, ieri pomeriggio, il parroco don Antonino Russo ha celebrato i funerali di Agata Azzoiina, c'era solo il sindaco di Niscemi, il progressista Salvatore Liardo che, con evidente imbarazzo, ha dovuto ammettere: «Da Roma non ho ricevuto nulla, né una corona di fiori, né un telegramma». Al suo fianco, impietriti, il capitano dei carabinieri Antonio Magliocchetti, il vicesindaco Enza Rando e due assessori formavano un composto ch'appello di autorità locali, ma non bastavano certo a «coprire» la clamorosa defezione delle istituzioni. Persino il ve¬ La figlia della don scovo di Piazza Armerina, monsignor Vincenzo Cirrincione, invitato a celebrare la l'unzione religiosa, si é defilato all'ultimo momento perché «impegnato» altrove. -(La mia non è stata una delezione ma una scelta di vita», ha subito precisato il presidente della Regione Provenzano, «presa con la consapevolezza di essere più utile per le ragioni di chi ha bisogno, rimanendo a lavorare». Ma la Cgil, per bocca del segretario siciliano Filippo Panarello, ha bollato di «incredibile sciatteria» le istituzioni «che sollecitano la società civile a riscattarsi e poi non fanno avvertire la loro presenza». Anche la partecipazione della gente di Niscemi non si può definire certo «corale». All'inizio, addirittura, la Chiesa Madre appariva quasi vuota. Poi, poco a poco, le navate si sono affollate e circa duemila persone hanno seguito il feretro fino al cimitero. Più per curiosità - maligna qualcuno - che per pietà. Chiara, da parte sua, non si fa più illusioni. Lunedì aveva dichiarato eh voler riaprire il negozio di famiglia, la gioielleria-pellicceria «Papillon», per continuare l'attività del padre Salvatore, ucciso con il fratello Mimmo durante una rapina Ieri, però, la ragazza sembrava aver cambiato radicalmente idea. «Me ne vado dalla Sicilia», ha spiegato in serata ai giornalisti. «Seguirò il consiglio di mia madre che. nel suo biglietto d'addio, mi consiglia di vendere tutto e lasciare i! paese». Abbracciata ad una cugina, Viviana Nucera, e accompagnata dal suo legale Massimo Sapienza, Chiara é apparsa molto prostrata. E quando ha letto il suo ultimo saluto alla madre non ha saputo trattenere i singhiozzi: «Mamma, perdono la tua debolezza. Sarai felice con papà e con Mimmo. Baciali per me. Addio». ls. riz.) na che si e uccisa La figlia della donna che si e uccisa
Luoghi citati: Niscemi, Piazza Armerina, Roma, Sicilia
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