Il folle volo del vecchio Bush

Si è lanciato col paracadute a 72 anni Per mantenere la promessa fatta nel 1944 quando fu abbattuto nel Pacifico Il folle volo del vecchio Bush Si è lanciato col paracadute a 72 anni SCOMMESSA NEL CIELO NEW YORK AL cielo dell'Arizona, su un deserto di sassi scende un paracadutista bianco. E' passato da poco mezzogiorno, ma non fa caldo. Scende lentamente e con una certa eleganza, malgrado i suoi 72 anni. Si avvicina a terra manovrando i tiranti, indossa una tuta bianca con finiture azzurre, scarponi marron con suola di para e occhiali di plastica. Sulla radura lo aspetta la moglie con gli stessi colori: un golfone azzurro, una gonna candida come la vistosa capigliatura. Il paracadute è di modello modernissimo: si guida come una moto e risplende in un arcobaleno di azzurri e di verdi. L'uomo tocca terra in modo perfetto: ilette leggermente le ginocchia e non cade. Immediatamente le sette persone che trepidavano per lui, le uniche ammesse all'evento, lo hanno circondato e abbracciato mentre il vento sollevava sabbia e agitava capelli. Il vecchio signore si è tolto allora gli occhiali enfatizzando la propria calma come se stesse girando un film, poi con un sorriso calcolato al millimetro ha abbracciato l'affezionatissima moglie Barbara, quindi ha sollevato il pollice destro verso l'alto in segno di vittoria. 11 primo a fargli una domanda è stato l'operatore televisivo che gli ha chiesto: «Come si sente, signor Presidente?». Allora lui, che aveva ancora quel pollice per aria, ha detto: «Benissimo: come quel dito». Tutti hanno riso, qualcuno lia raccolto il paracadute da terra, mentre l'ex presidente George Bush, come se non avese mai fatto altro che gettarsi da dodicimila piedi in caduta libera accelerata, ha cominciato lentamente a camminare dirigendosi verso la baracca del campo, tirandosi lentamente giù lo zip della tuta bianca sotto la quale mostrava una seconda tuta color blu notte, alla maniera di James Bond quando scopre l'abito da sera sotto i panni del sommozzatore. Insomma l'impresa ò banalmente riuscita: nessun batticuore. Resta soltanto da stabilire: a quale genere di impresa abbiamo assistito? Storica, aviatoria, psicoanalitica, pubblicitaria, eroica o che cos'altro? Che cosa può avere spinto un uomo che ha superato i settant'anni a salire su un bimotore bianco e lanciarsi da 12 mila piedi per la prima volta dopo 53 anni? La versione ufficiale, alla quale si può anche credere, è che il volo di ieri è la lontana conseguenza di quella prima volta. Allora i paracadute non era quadrato e governabile, ma il classico ombrellone bianco con cui i soldati della seconda guerra mondiale si gettavano per essere trasportati ciecamente dal vento, spesso in bocca al nemico. Fu proprio con uno di quei paracadute che il ventenne George Bush, sottotenente pilota della U.S. Navy, si gettò dall'aerosilurante Grumman Avenger che lui stesso pilotava, in fiamme sul Pacifico, colpito dalle mitragliere delle navi giapponesi. Era il 2 settembre del 1944. I suoi due compagni di volo erano morti e il giovane Bush fu colto dal panico, come ricordava ieri Bud Mazeiko, uno dei più esperti paracadutisti e istruttori americani: «Aveva una paura del diavolo e fece tutto ciò che non avrebbe dovuto: picchiò la testa contro la calotta che non riusciva ad aprire, strappò la corda del paracadute, si ferì, fu caotico e disordinato ma come Dio volle riuscì a saltare». Finì nelle acque del Pacifico, restò a galla per una giornata e quando le forze stavano per abbandonarlo definitivamente, il futuro Presidente ebbe un altro colpo di fortuna: fu inquadrato dal periscopio di un sottomari- - americano che lo prese a do e dove Bush restò per un mese. Questa vicenda del suo preteso eroismo in guerra è stata oggetto di molte controversie, perché furono parecchi quelli che sospettarono un comportamento meno nobile di quello poi passato alla storia. Durante le campagne elettorali fu spesso insinuato il sospetto che Bush avesse abbandonato i compagni feriti pensando soltanto a salvarsi. Lui ha sempre negato e probabilmente è sincero. Ma quell'episodio è sempre rimasto nella sua mente come un fatto non concluso, un conto da regolare con se stesso. Almeno, così dice. E allora, ritirato dalla politica attiva, George Bush confidò questa storia della promessa fatta a se stesso a bordo del sottomarino nel Pacifico: la promessa di saltare, un giorno, di nuovo da un aereo: non più per salvarsi la vita, non più cercando di sfuggire alle fiamme, ma per il puro piacere di godere il volo di Icaro e dimostrare a se stesso di poterlo fare di nuovo. E' davvero così? Probabilmente, anche se si tratta della verità, non è l'intera verità. Il gesto patriotticosportivo del vecchio Bush ha un significato simbolico politico legato anche alla carriera di suo figlio, ed omonimo, che og¬ gi è un brillante governatore del Texas, ma che aspira ad ottenere nelle elezioni del 2000 la nomination per contendere ad Al Gore (sempre che sia lui, anche dopo gli scandali dei finanziamenti neri) la Casa Bianca. In altre parole, dietro la sua discosa libera c'è anche il manifesto desiderio di rinverdire le glorie di famiglia, lucidare gli argenti e ricordare a tutta l'America, finché le forze glielo consentono, di fare parte di una razza guerriera, ciò che contribuisce a sollevare le azioni del figlio presso l'elettorato conservatore. E così da qualche tempo il vecchio Presidente aveva cominciato a frequentare le riunioni del Golden Knights di Proving Ground, il club più esclusivo del paracadutismo militare, la scuola d'elite da cui escono i più grandi istruttori e i più grandi campioni. I paracadutisti di quel circolo che ha il potere di una vera lobby si sono sentiti lusingati e hanno fiutato l'affare: rilancio ulteriore del loro prestigio, una operazione patriottica e politica, una dimostrazione di eleganza ed efficienza. Poi però erano cominciate le complicazioni: chi si prende la responsabilità di far volare un signore che ha superato la settantina e al quale potrebbe sempre capitare un incidente? Chris Needels, decano dei comandanti paracadutisti, ha avuto l'idea vincente: «Un margine di rischio dobbiamo accettarlo, è nell'ordine naturale delle cose. Ma possiamo scendere con lui, tenerlo per mano, aprirgli il paracadute e accompagnarlo come un bambino». Ma George Bush respinse l'idea: «Non voglio fare la figura di un vecchio imbecille tenuto per mano. Devo fare da solo». Così fu trovata la soluzione di compromesso, quella che è stata poi adottata e usata ieri: Bush sarebbe stato assistito da due istruttori che avrebbero controllato insieme l'apparato, le imbragature e che si sarebbero presi la responsabilità di farlo partire. E loro si sarebbero gettati insieme ad altri cinque campioni in caduta libera. La caduta libera consente di nuotare e navigare nell'aria, per gente esperta, quasi come nell'acqua. E all'occorrenza di soccorrere un paracadutista in difficoltà. Sarebbe stata un'uscita di gruppo. E nell'ultima fase gli angeli protettori, azionando i loro tiranti, si sarebbero fatti da parte lasciandolo volare solo, scendere candido ed elegante come un angelo, in bocca alla telecamera (una sola rete tv ha comperato l'esclusiva per trasmettere uno speciale la sera di Pasqua) e fra le braccia delle persone amate. Barbara Bush era comunque calmissima, come sempre, materna e forse lievemente annoiata da questa trovata un po' infantile del consorte, ma nel complesso una quercia: lo ha abbracciato in modo tranquillo e con lui si è avviata chiacchierando. Per il suo primo volo, quello dall'aereo in fiamme, Bush ricevette la decorazione militare Fyring Cross. Per il secondo, quello dal bimotore da esercitazione, ha avuto trenta secondi dalla Cnn e avrà dieci minuti domenica. Bush è un uomo talvolta stizzoso e tentennante, come si vide nel duello televisivo che lo oppose al rullo compressore di Bill Clinton. Ieri ha voluto consegnare se non alla storia, almeno alle cronache, l'immagine di un eroe americano invecchiato bene, calmo, capace di scendere dal cielo mantenendo il controllo sia dei nervi che del paracadute. Paolo Guzzanti Atterraggio perfetto «Va bene presidente?» Lui alza un pollice «Mi sento benissimo, come questo dito» Dietro l'esibizione forse il progetto di fare pubblicità al figlio che nel 2000 vuole sfidare Al Gore George Bush, appena preso terra dopo la insolita performance, alza il pollice destro per dimostrare che tutto è andato come previsto Nella foto grande, la discesa dell'ex presidente 9 febbraio 1984. Il vice presidente Bush indossa un giubbotto uguale a quello usato durante la guerra L'occasione è il 40° anniversario del suo recupero in mare, Bush scherza e visita la base di Norfolk Ancora George Bush in divisa militare: nel '92 come Presidente visita i centri della Croce Rossa e l'ospedale dell'Unicef situau a venti km da Mogadiscio durante un viaggio in Somalia George Bush nell'83 durante una visita a Beirut Il vicepresidente, che indossa una giacca militare e l'elmetto, è tra le rovine di un palazzo distrutto eia un violento bombardamento

Luoghi citati: America, Arizona, Beirut, Mogadiscio, New York, Somalia, Texas