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«Il governo e la maggioranza che lo sostiene Spiraglio sulle liquidazioni Confindustria e governo: trattiamo Maastricht. Il problema, per il governo, è di far «digerire» alla Confindustria qualche «sacrificio», senza ingaggiare un duello mortale sul prelievo del Tfr, giudicato «predatorio» da Fossa. Come aggirare allora la resistenza degli imprenditori? Nelle ultime ore ha preso quota un'ipotesi alternativa di un nuovo acconto di tassazione sulla falsariga di quello stabilito nella Finanziaria '97 (2 per cento di imposta per le aziende con più di cinque dipendenti) che porterebbe un introito di 3500 miliardi. Insomma, per le aziende si tratterebbe pur sempre di un massiccio esborso. Sotto la forma, però, di un anticipo sulle imposte dovute per il trattamento di fine rapporto. E non più, come paventava finora Confindustria, un prelievo sul fondo stesso, che avrebbe dischiuso un pericoloso «precedente». Non è questa, naturalmente, l'unica ipotesi sul tavolo esaminata ieri tra il governo e la Confindustria. Ci sono altre varianti, come l'anticipo di imposta sul Tfr con una aliquota maggiore, fissata al 4 per cento. Oppure, un'altra opzione, che si dice preferita al ministero del Tesoro. Questa ipotesi prevede l'accantonamento presso uno specifico fondo al ministero di circa un terzo del Tfr che matura annualmente, partendo da quest'anno. Insomma, un ventaglio di opzioni attorno alle quali continueranno a misurarsi nelle prossime ore i tecnici della parte confindustriale e quelli del Tesoro. L'intento comune è di non arrivare a una rottura traumatica fra governo e imprenditori, perché in ballo ci sono altri problemi sui quali occorre un lavoro comune: dalla lotta alla disoccupazione alla revisione degli accordi del luglio '93 sulla politica dei redditi fino al riesame dello Stato sociale. E per «spalmare» i sacrifici su una platea non ridotta solo all'imprenditoria privata, il governo starebbe ipotizzando anche qualche misura di sacrificio sui tempi di liquidazione dei dipendenti pubblici. [r. r.l