«Vi aiuterà lo psicologo» di Daniela Daniele

Ri Apl «Vi aiuterà lo psicologo» Un progetto pilota da Padova IL SOCIOLOGO ACQUAVIVA Ri AGAZZI disorientati, alle prese con la rivoluzione della loro vita. Finito l'odiato obbligo di stare sui banchi e di subire, una dopo l'altra, le ore di lezione previste, passano alla libertà di scelta: scelta delle materie, degli orari, dei professori. Ovvero: «Adesso sono all'università». Ma, in molti casi, la via intrapresa si riempie di ostacoli, il corso presto è qualcosa che si sente estraneo a se stessi. Perché? «I motivi - risponde il sociologo Sabino Acquaviva - sono tanti e diversi, e le statistiche questo non lo dicono». Che cosa fa di molti ragazzi degli indecisi? «Spesso la presunzione di essere portati per qualcosa che, visto dalle medie superiori, sembrava in sintonia con loro, poi all'università si rivela ben diverso. A volte c'è, non dimentichiamo, il condizionamen- to della famiglia: "Papà vuole che faccia l'avvocato...". Ci sono ancora medici, avvocati o ingegneri «per eredità»? «Certo che ci sono. Oppure, qualcuno, mentre studia, trova lavoro e pensa: "Andavo all'università per lavorare, dopo la laurea, ma posso guadagnare già fui d'ora, dunque perché continuare?". O magari ci si innamora e l'innamorato o l'innamorata hanno interessi diversi, che trascinano via. O, ancora, la famiglia non può più mantenere il figlio agli studi. E non dimentichiamo, poi, che i ragazzi in quegli anni cambiano personalità, quindi attitudini. Inoltre, grazie alle "lungodegenze" in famiglia, i giovani arrivano all'università immaturi». La scuola non favorisce l'orientamento delle proprie scelte? «Stiamo vivendo una fase particolare di passaggio da una civiltà a un'altra, fatto che si verifica ogni cinquecento anni. Cambia il sistema di valori, ma in modo convulso, radicale. Mentre la scuola procede a lenti, lentissimi passi: Dante è sempre Dante, la Cavallina storna è sempre la Cavallina storna...». E nessuno aiuta i ragazzi a conoscere se stessi, a capire quali siano davvero le proprie attitudini, non crede? «Ne sono certo, talmente certo die ho messo a punto, insieme con gli psicologici dell'Università di Padova, una proposta per istituirò la figura dello "psicologo scolastico" e nei prossimi giorni la porterò all'o¬ norevole Ersilia Salvato, di Rifondazione comunista, che ha mostrato interesse per l'iniziativa». Perché sarebbe importante avere uno psicologo a scuola? «Non soltanto per aiutare i ragazzi a comprendere se stessi e per farli arrivare preparati alla scelta universitaria, ma anche per far loro superare le crisi adolescenziali. Sono stufo di sentire di giovani che si uccidono e di insegnanti che "non avrebbero mai immaginato..." ». E si apre il capitolo sugli insegnanti. Quelli preparati «a tutto tondo» sono mosche bianche. Perché? «Bisogna rivedere radicalmente i corsi universitari di preparazione». Così torniamo all'Università e il cerchio si chiude? «Esatto». Daniela Daniele

Persone citate: Ersilia Salvato, Sabino Acquaviva

Luoghi citati: Padova