Una buccia di banana per Clinton di Andrea Di Robilant
Una buccia di banana per Clinton L'azienda voleva essere protetta contro le tariffe doganali imposte dall'Ue Una buccia di banana per Clinton Finanziamenti dalla Chiquita in cambio di favori WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Caschi di banane Chiquita affolleranno presto le bancarelle dei mercati italiani lasciandosi dietro una scia di bigliettoni verdi che porterà dritta alla Casa Bianca. L'ultima rivelazione sui contributi elettorali al partito democratico riguarda il mezzo milione di dollari che Cari Lindner, il «re della banana», ha versato nelle casse del partito di Bill Clinton l'anno scorso. Il settimanale Time, che per primo ha svelato i particolari del Chiquitagate, sostiene che in cambio dei cospicui versamenti l'Amministrazione abbia lavorato sodo per favorire l'apertura del mercato europeo alla più famosa delle banane. Lindner aveva un problema reale: le tariffe doganali imposte dalla Ue contro la Chiquita rendevano la sua banana meno competitiva sul mercato europeo. E a suo avviso ingiustamente. Per questo decise che il governo americano doveva farsi carico di difendere i diritti della Chiquita presso il Wto, l'orga¬ nismo che deve proteggere e promuovere la libera competizione nel mondo. Ma ogni anno il governo è sommerso da richieste da parte di aziende americane che si lamentano di essere vittime del protezionismo europeo. E alla fine accetta di esaminare una quindicina di casi al massimo. La Chiquita partiva con uno svantaggio in più: quasi tutti i suoi dipendenti sono cittadini del Guatemala e dell'Honduras e nel contenzioso, dunque, non sono in ballo posti di lavoro negli Stati Uniti. Allora come convincere l'Amministrazione, e segnatamente il segretario per il Commercio Mickey Kantor, a imbarcarsi in questa guerra delle banane? A quanto pare la smaniosa raccolta di fondi elettorali messa in cantiere da Clinton per le elezioni del 1996 fornì l'occasione che Lindner cercava. U 12 aprile dell'anno scorso Mickey Kantor chiese formalmente al Wto di esaminare il caso Chiquita. Lo avrebbe fatto comunque? Ci fu un rapporto diretto tra la richiesta avanzata dal governo e le promesse di generosi contributi elettorali? Sono domande che probabilmente non avranno mai risposte precise. Fatto sta che Lindner, un conservatore con dichiarate simpatie repubblicane, finì per dare centinaia di migliaia di dollari al partito democratico, convogliando le somme direttamente nei fondi regionali anziché in quello nazionale per non dare nell'occhio. Proprio come gli era stato suggerito dal Comitato nazionale del partito democratico. Lindner ricevette il trattamento riservato ai grossi donatori: caffè alla Casa Bianca e pernottamento nella stanza da letto di Abramo Lincoln (il massimo status symbol in questo scorcio di millennio). Ma era soprattutto il verdetto di Ginevra che gli interessava. La settimana scorsa il Wto ha dato una prima indicazione favorevole alla Chiquita. Se quell'indicazione sarà confermata, Lindner potrà dirsi soddisfatto dal suo investimento «elettorale». Andrea di Robilant
Luoghi citati: Ginevra, Guatemala, Honduras, Stati Uniti, Washington
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