Bindi: mai in tv con Formigoni di Alessandro Mondo

Bindi: mei in tv con Formigoni Per la puntata dedicata alla sanità. Lerner: non mi faccio imbavagliare Bindi: mei in tv con Formigoni E il ministro si nega alle telecamere di Pinocchio POLITICA IN «DIRETTA» Ome o Formigoni. Io con quello là non ci vengo». Parola di Rosy Bindi, ministro della Sanità nell'era dell'Ulivo e da ieri detentrice di un singolare primato: quello di un ministro disposto a negare la sua presenza in una trasmissione che di sanità intende occuparsi davvero, «in presa diretta», dall'atrio di una grande struttura ospedaliera. L'occasione è rappresentata dal «Pinocchio» di Gad Lerner, in onda questa sera nella cornice dell'ospedale Mauriziano di Torino. Tema: i tagli alla spesa sanitaria e più in generale i problemi che affliggono la sanità italiana a due giorni dall'approvazione della controversa manovra da 16 mila miliardi. Ma il ministro ha dato forfait: lo sostituirà il sottosegretario Monica Bettolìi. E le reazioni non si sono fatte attendere. Per Rocco Buttigliene, «l'Ulivo vuole essere maggioranza e opposizione, secondo una impostazione egemonica di tipo gramsciano che la Bindi mostra di aver recepito in pieno». Sul fronte dell'informazione, Giovanni Minoli ha ipotizzato un «rifiuto del ruolo istituzionale» da parte del ministro. Lapidario Maurizio Costanzo: «Preferisco che i politici parlino davanti a un microfono piuttosto che nelle ovattate stanze del potere». «E' stato un passo falso - è intervenuto Franco Frattini -. Bene ha fatto Lerner a rendere pubblico il caso». E che caso. Nel momento in cui il burattino di Collodi rivisitato dal giornalista scende in corsia come un italiano qualsiasi - tra medici in camice bianco e degenti in pigiama - il ministro «ad hoc» si nega alle telecamere. Ironia della sorte, lo stesso ministro che oggi raggiungerà Torino per una serie di incontri con autorità politiche e amministrative della regione. Colpa dell'ùivito in trasmissione di Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia: talmente inopportuno, nella logica della Bindi, da giustificare il «diktat»: «O me o lui». E Lerner ha scelto lui, il presidente del Cdu: «E' l'esponente del Polo più in vista sul tema della sanità, come presidente della Regione Lombardia ha fatto sperimentazioni in campo sanitario, con una forte apertura al privato». Sperimentazioni che il ministero non gradisce. «La Bindi dimentica di essere un ministro e non un agit prop ideologico - tuona Formigoni E' bene che tutti sappiano quale concezione arrogante ha della democrazia e delle istituzioni». Eppure la puntata era stata progettata con il titolare del dicastero da un mese e c'era stato anche un incontro per definirla nei dettagli, trasecola Lerner: «Il suo ripensamento per incompatibilità politica mi sembra un atteggiamento vecchio stampo». Ma come replicano al ministero? Mai posto veti su Formigoni, il principio è un altro. «A due giorni dal varo della manovra - recitava ieri un comunicato - il ministro non ri¬ tiene opportuno affrontare un dibattito su decisioni che il Consiglio dei ministri deve ancora assumere». A maggior ragione con Formigoni, presidente di turno della Conferenza Stato-Regioni e di una Giunta quella lombarda - le cui scelte sulla sanità «sono in contrasto con gli indirizzi del governo»: «Il confronto non avverrebbe tra due schieramenti, ma tra due livelli istituzionali». Sappia Lerner che «il rispetto delle istituzioni viene prima della spettacolarizzazione dei contrasti». Un'accusa che il giornalista rispedisce al mittente: «Comunicato deludente. Non ho mai avuto bisogno di dare spettacolo, volevo soltanto mettere a confronto due realtà diverse: un'occasione perduta per il ministro di stare a contatto in diretta con malati in vestaglia, medici e paramedici». E comunque, «nelle conversazioni private che ho avuto con la Bindi la questione riguardava solo e soltanto Formigoni». Alessandro Mondo Per Frattini «è stato un passo falso» Il presidente cdu: «Atteggiamenti da agit-prop» Il ministro Rosy Bindi

Luoghi citati: Lombardia, Ome, Torino