IL GOVERNO DEI POTERI CONFUSI di Sergio Romano

«Prove tecniche di eversione» IL GOVERNO DEI POTERI CONFUSI PROVIAMO a rifare mentalmente l'itinerario politico degli scorsi giorni. I sindacati organizzano una grande manifestazione per sollecitare dal governo una più efficace politica del lavoro. Potevano fare diversamente nel momento in cui il Presidente della Repubblica si impadronisce del tema e spiazza con le sue dichiarazioni il governo e i sindacati? Poteva Cofferati permettere che D'Antoni e Larizza apparissero più progressisti di lui? Massimo D'Alema ripudia alcune delle cose dette qualche giorno prima al congresso del pds, toglie la cravatta e scende in piazza per sfilare con i lavoratori. Poteva forse cedere il posto a Bertinotti e permettere che il maggior partito della sinistra italiana venisse scavalcato a sinistra da Rifondazione comunista? Prodi, in teoria, dovrebbe considerare la manifestazione come un inutile atto di ostilità contro il suo governo. Un altro, al suo posto, avrebbe difeso la propria politica e ne avrebbe rivendicato la coerenza. Ma il presidente del Consiglio si compiace probabilmente del modo in cui sono andate le cose. Se Bertinotti costringe D'Alema a scendere in piazza e l'immagine del leader del pds ne esce appannata, per Prodi va bene. Se D'Alema è più debole, lui, nella buffa logica della cucina politica italiana, è più forte. Questa è l'Italia. Abbiamo leader abili, agili, capaci di sgusciare alla presa dell'avversario e di trasformare un handicap in un vantaggio. Il Presidente della Repubblica ha segnato un punto: è lui, agli occhi del Paese, l'angelo custode dei disoccupati. I leader sindacali hanno segnato un punto: le loro truppe (composte da occupati, non da disoccupati) Sergio Romano CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA

Persone citate: Bertinotti, Cofferati, D'alema, D'antoni, Larizza, Massimo D'alema, Prodi

Luoghi citati: Italia