Maddalena, j'accuse sulla giustizia di Alberto Gaino

Maddalena, j'accuse sulla giustizia Viene presentato oggi a Torino il polemico libro-intervista del procuratore aggiunto Maddalena, j'accuse sulla giustizia Contro il «garantismo all'italiana che tutela i colpevoli» r TORINO " INGIUSTIZIA è facile da sopportare. E' più difficile sopportare la giustizia». . Citazione dello scrittore americano H. L. Mencken. Piercamillo Davigo, il Dottor Sottile di Mani Pulite, la richiama nella sua breve presentazione del libro-intervista di Marcello Maddalena, appena uscito, per preparare i lettori ai ragionamenti di uno dei nostri magistrati più noti. Prima pagina: «Il problema più grave della giustizia italiana è l'incredibile sequela di luoghi comuni che inquinano il dibattito sulle sue "condizioni di salute" I...). Quello che si vuole: farla finita non con la corruzione, ma con le inchieste sulla corruzione». Partono da questo j'accuse le ri¬ flessioni del procuratore aggiunto di Torino, intervistato da Marco Travaglio in Meno grazia più giustizia (Donzelli) che viene presentato oggi alle 17,30 al Circolo della stampa da Alessandro Galante Garrone, Giancarlo Caselli, Vittorio Chiusano, Paolo Borgna e Massimo Fini. Non mancheranno le polemiche. «L'unica "normalità" che interessa è la ritirata dei magistrati», dice Maddalena. «Ce l'ho con il garantismo all'italiana, che tutela di più i colpevoli degli innocenti (e men che meno le vittime dei reati)». «Quanta gente condannata per Tangentopoli è dentro?» si chiede il magistrato. «Armanini, Cusani. Tutti gli altri al servizio sociale, o a casa loro. Siamo in piena era della decarcerazione». E' evidente, aggiunge, che se la san¬ zione non viene applicata perde ogni efficacia dissuasiva. Una stoccata alla procura romana alla cui direzione si era candidato. «Da quel che è emerso, parrebbe che le perplessità dell'opinione pubblica non fossero del tutto ingiustificate». Flick. «Tanto di cappello a Flick che, appena diventato ministro, ha chiuso lo studio legale. Ma è una mosca bianca. Gli avvocati parlamentari continuano a indossare la toga nelle aule di giustizia e a legiferare sulle norme penali e procedurali». Ma sulla «pena concordata» proposta dal ministro Maddalena non è tenero: «C'è la concreta prospettiva che gran parte dei condannati riesca a sfuggire alla detenzione». La sua idea-forte: trasformare il rito abbreviato «da alternativo in ordinario, udienze pubbliche, potere istruttorio per il gup, in modo da integrare e controllare, se lo ritiene, le indagini del pm. E garanzie diverse in base al rito prescelto: per gli imputati giudicati in abbreviato (giudice monocratico e giudizio allo "stato degli atti") sconto di un terzo della pena e diritto all'appello e alla Cassazione. Per chi sceglie il dibattimento (tribunale collegiale, formazione della prova in dibattimento e tutte le altre garanzie tradizionali del rito "accusatorio") niente più appello, ma solo impugnazione in Cassazione per questioni di diritto». Così Marcello Maddalena vede una giustizia rapida ed efficace. Alberto Gaino

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