Einaudi, i libri e gli amori

lmntervista. L'editore si è confessato l'altra notte in tv da Marzullo lmntervista. L'editore si è confessato l'altra notte in tv da Marzullo Einaudi, i libri e gli amori «Un rimpianto: ho letto troppo poco» 1ROMA N mano gli occhiali stretti da una cordicella blu, alle i spalle i libri, e in piedi al suo ! fianco Gigi Marzullo che lo tormenta con garbo, facendolo parlare della vita e del lavoro, dell'amore e della lettura, dei figli e dell'amata montagna. Ieri notte a Sottovoce Giulio Einaudi si è sottoposto a un rito televisivo che negli ultimi tempi sta acquistando un peso nuovo: la mezzanotte «marzuliiana» si è accesa d'impegno ed è successo che personaggi come Lalla Romano, Enzo Bettiza, Sergio Romano abbiano accettato di rispondere alle domande cosmiche dell'intervistatore tv che per primo osò chiedere se i sogni aiutano a vivere. Dopo il prologo e il titolo Giulio Einaudi Amico dei libri sono andate in onda le immagini di un uomo divertito e tranquillo, dispombile, nei giusti limiti, a parlare della vita privata oltre che di quella pubblica. Un uomo che oggi, dopo aver dedicato 64 anni alla casa editrice fondata nel 1933, confessa di divertirsi ancora molto lavorando e di desiderare in fondo nient'altro che starsene li «acquattato» tra i suoi libri. «Il momento più felice - racconta - è stato quello tra gli anni 40 e i 60; dopo, fino all'80, c'è stato un periodo noioso, poi mi sono di nuovo appassionato e adesso mi diverto molto, è una fase proficua». E la felicità? Marzullo non perdona, ma Giulio Einaudi gli tiene testa alla grande: «Se uno lavora, mantiene attivo il cervello, direi che la felicità è a portata di mano, almeno quella che ci può essere oggi, in questo mondo impazzito». Ma se lei non fosse Giulio Einaudi, insiste l'intervistatore, chi avrebbe voluto essere? «Potevo fare il contadino - è la risposta - o comunque un'attività rivolta al pubblico, magari l'antiquario, un mestiere che permette di vedere molte cose, selezionate». E la vita, lei ama la vita? «Si, se si ama la vita, allora si è anche riamati e io lo sono stato». Marzullo scivola verso il privato, Einaudi oppone qualche resistenza ma poi, senza problemi, racconta di essere diventato con il tempo «più buono», mentre prima era «piuttosto prepotente», e anche quando arriva la fatidica domande sull'amore non si tira indietro e precisa: «Gon le donne sono stato molto serio, ho avuto molti amori, ma tutti alla fine mi hanno perdonalo». E ancora: «Certamente nella vita l'amore per una donna può essere in alcuni momenti essenziale, ci si può anche perdere, in altri è la pace raggiunta...». Arriva il momento dell'album di famiglia: scorrono le foto di Einaudi tredicenne in vacanza al mare con i genitori, poi a quarant'anni con la figlia scomparsa, poi con Thomas Mann, con Pasolini, Mora- via, Calvino, Vittorini, Elsa Morante e poi ancora con Sandro Pertini e a Geiusalemme «per porre la prima pietra di una biblioteca intitolata a mio padre». Nostalgia? «No, non ne ho». Paura della morte? «No. Pensi che non ho neanche fatto il testamento». E qualche rimpianto, qualcosa che non è riuscito a fare? «Scopro sempre che sono troppo ignorante, avrei dovuto leggere molto di più e invece ho sempre lavorato tanto...». Però ha avuto successo, incalza Marzullo, come ha fatto? «Per avere successo bisogna essere disposti a rischiare, e poi bisogna saper perdere, che vuol dire anche ribaltare le cose». Sì, ma la cultura, questa «benedetta cultura», insiste Marzullo, in fondo che cos'è? «Che domanda! C'è un tale degrado che oggi la vera cultura, quella che en¬ tra nell'essere delle persone per diventare un unicum, non esiste, è tutto così sbriciolato...». Marzullo riflette, ma non indietreggia. E la tv? «La guardo solo per vedere i telegiornali alle 20, ma ogni tanto qualche cosa buona c'è, per esempio questa intervista». E il rapporto con il denaro? «Ho iniziato la mia attività editoriale grazie a dei prestiti e, per un certo numero di anni, il denaro è stato l'assillo della mia vita. Adesso no, adesso l'unico problema è avere il denaro per vivere, e quello ce l'ho». Il suo prossimo libro? «I racconti di Da¬ niele Del Giudice: credo sia uno scrittore molto importante, che onora la letteratura italiana dell'ultimo secolo». Tollerante, «paziente, ma non tanto», per nulla spaventato dall'idea della solitudine («Quando c'è, ben venga») Einaudi racconta comunque di amare la compagnia. Ma aggiunge: «Se mi trovo davanti uno che mi sta antipatico, allora sto zitto, mi escludo». In chiusura Marzullo chiede, come d'abitudine, che l'intervistato intervisti se stesso, e l'ospite sta al gioco: «Vorrei vivere questi ultimi giorni, mesi, anni, decenni, in serenità, mantenendo lucido il mio cervello, stando con gli amici e bevendo ogni tanto, se capita, un bicchiere di vino alla salute». Fulvia Caprara «Ho avuto molte donne ma alla fine tutte mi hanno perdonato Con il tempo sono diventato più buono» L'editore si è confessato l'altra notte in tv da Marzullo di, i libri e gli amori anto: ho letto troppo poco» M S Giulio Einaudi: «Vorrei vivere questi ultimi giorni, mesi, anni, decenni, in serenità». Qui a fianco Elsa Morante, a sinistra Daniele Del Giudice