Berlusconi corregge il tiro di Alberto Rapisarda

Il Cavaliere: pronto a votare una Finanziaria che ci permetta di entrare subito nella moneta unica Il Cavaliere: pronto a votare una Finanziaria che ci permetta di entrare subito nella moneta unica Berlusconi corregge il tiro La Bicamerale non c'entra con le tv» « ROMA. Fermi tutti, sono stato capito male. A mezza giornata Silvio Berlusconi convoca in gran fretta i cronisti nella sua residenza romana per chiarire un «fraintendimento» che lo faceva apparire pronto a sabotare i lavori per le riforme. «Fra la vicenda che riguarda le televisioni e quella che riguarda la Bicamerale non esiste assolutamente alcun collegamento: non c'è stato mai e non è neppure ipotizzabile» garantisce. Precisazione obbligata perché, in una intervista pubblicata dal Messaggero ieri mattina, il capo del Polo era parso di tutt'altra opinione. Parlando della riforma che prevede di far trasmettere entro il 1999 via satellite la sua «Rete Quattro», Berlusconi aveva detto: se le cose resteranno così, vorrà dire che sulla Bicamerale ci siamo illusi. Ed era scoppiato l'allarme generale sia nel Polo che nell'Ulivo. Che succede, Berlusconi ci ripensa? Cambia di nuovo linea? Fa 1 primi passi per riprendere l'opposizione frontale? Il dubbio che serpeggiava a Botteghe Oscure, diventava speranza di riscossa per Alleanza nazionale. «Adesso viene il bello...», dichiarava felice il capo dei senatori di An, Maceratini. Sui problemi della giustizia in Bicamerale «si gio cheranno tutte le possibilità di una larga intesa. I primi segnali inducono al pessimismo» «Berlusconi ha ragione. Con D'Alema il dialogo dovrebbero averlo, a mio avviso, alcune Procure e non il Polo» gioiva Maurizio Gasparri. L'altro pezzo di Polo, i cen tristi del ccd e cdu, al contra rio, ammonivano Berlusconi a non mischiare il sacro (le riforme) col profano (i suoi interessi per le tv). «Tra Bicamerale e tv non esiste nessuna connessione - gli spiegava con chiarezza Rocco Buttiglione - Se la Bicamerale salta sarà perché non ci sarà stata intesa sulle modifiche alla Costituzione, non certo per una rappresaglia relativa a Mediaset. Non credo che Berlusconi volesse proporre scambi perversi. Ma, in ogni caso, è bene dire subito che noi non ci staremmo». Altolà anche da Casini: «La linea morbida è giusta e non va cambiata». Di fronte a questi duri richiami al senso politico, Berlusconi si è rapidamente corretto: «In Bicamerale il clima non è certo da guerra di religione». E rinnovata disponibilità ad approvare una Finanziaria anticipata «che ci consenta di entrare da subito nella moneta unica». Berlusconi spera sempre che entro giugno si creino le condizioni per un governo di «larghe intese» o, comunque, per rimettere in gioco Forza Italia, ccd e cdu. Da qui alle elezioni amministrative del 27 aprile non dovrebbe succedere nulla. C'è la campagna elettorale ed è un altro gioco. La partita vera per il governo comincerà a maggio. «Noi aspettiamo la manovrina. Fatta questa molti di noi, diciamo così, pensano che sia il caso di parlare seriamente dello Stato sociale. Maggio è un buon mese per discutere preannunziava ieri Fabio Mussi, capo dei deputati della Sinistra democratica -. Senza fare chiacchiere inutili: si parla per poi prendere delle decisioni». Insomma, il pds dice a Prodi e Bertinotti che maggio sarà il mese della resa dei conti. Il presidente del Consiglio non potrà sfuggire a decisioni sulla riforma dello Stato sociale («ha bisogno di essere rivisto»), a costo di dovere rompere con Rifondazione comunista. Lamberto Dini, intanto, si sta scaldando i muscoli ai bordi del campo. Il ministro degli Esteri ha deciso di presentarsi alle elezioni comunali autonomo da tutti, per poter trattare per il secondo turno ora col candidato del Polo ora con quello dell'Ulivo. E per misurare la propria forza numerica. Base necessaria per poter pretendere di succedere a Prodi se se ne dovesse presentare l'occasione. Alberto Rapisarda «Sono stato frainteso Nella Commissione il clima non è certo da guerra di religione» Da sinistra: Rocco Buttiglione, Fabio Mussi e Silvio Berlusconi

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