«Scelta degna di Peppone» di Raffaella Silipo
«Scelta degna di Peppone» «Scelta degna di Peppone» Il Polo ironico: ci mancava solo Prodi Peppone, Fregoli, Ceausescu, buffone di corte. Si sprecano gli epiteti coloriti dati dalla destra a Massimo D'Alema «in corteo contro se stesso», eletto a simbolo della «schizofrenia ideologica» dell'Ulivo. «Mi sono sentito preso in giro e con me tanta brava gente - dirà a sera Berlusconi -. Il paradosso sarebbe stato completo se anche Prodi avesse marciato contro se stesso. Per fortuna, almeno questo, è stato risparmiato...». Ma in realtà il Polo gongola davanti alla ghiotta occasione di prendere in giro gli avversari. «Credo che tutti gli italiani di buon senso abbiano trovato paradossale che a marciare siano stati gli stessi leader di governo - dice Berlusconi -: la loro marcia contro il governo proprio non si capisce. C'è una certa confusione di ruoli... I posti di lavoro non si creano con marce, manifestazioni odecreti. il lavoro si può produrre solo sostenendo e incentivando le imprese. Certo, se ci sarà il prelievo sul tfr, l'Italia che lavora e produce scenderà certamente in piazza. Sarà il caso di prodursi in una manifestazione visibile». E' l'ex ministro delle Finanze del governo Berlusconi, Giulio Tremonti, a chiamare in causa il personaggio di Giovanni Guareschi: «Peppone che guida il corteo in piazza e poi si ricorda che è sindaco e allora va sul balcone. Questi fanno il cammino alla rovescia: scendono dal balcone e vanno in piazza. Il sindacato fa il suo mestiere e credo che lo faccia abbastanza bene, anche se su certe cose potrebbe essere più flessibile. E' il governo che non fa affatto bene il suo mestiere». Si trasferisce addirittura in Romania Maurizio Gasparri di An: «Invece di rispondere del fallimento del governo che lui ha voluto D'Alema si fa applaudire da simpatizzanti trasportati apposta a Roma per manifestazioni che ci ricordano tanto quelle di Ceausescu a sostegno del proprio bieco regime: ma l'Italia non ha bisogno di Ceausescu. D'Alema avrebbe dovuto, per coerenza, organizzare un sit-in contro se stesso davanti a Botteghe Oscure. O meglio, invece di fare il demagogo e di protestare contro se stesso, avrebbe potuto visitare i familiari di quel di- soccupato siciliano che si è dato fuoco per disperazione». Insomma, D'Alema è un invito a nozze per gli avversari politici. Enrico La Loggia di Forza Italia parla di ((prova di ipocrisia che francamente da lui non ci aspettavamo», e Buttiglione di «presa in giro dei lavoratori». No, non è volontà maligna, è «schizofrenia ideologica», argomentano il leader di An Gianfranco Fini e il presidente Ccd Clemente Mastella. Per il primo «la manifestazione è fumo negli occhi gettato ai lavoratori e agli italiani e dimostra che la politica italiana è giunta ad un notevole livello di schizofrenia». Per il secondo «il D'Alema serio e politico finisce per essere quello di Sabina Guzzanti, mentre la caricatura diventa il D'Alema che pranza con gli industriali e Romiti, sostiene il governo delle lacrime e sangue anche a carico dei pensionati e dei lavoratori e poi gli manifesta contro in una piazza di cui ritiene non poter fare a meno. I sistemi con cui la Quercia persegue i suoi obiettivi fanno impallidire anche il più inveterato doroteo democristiano». Il ccd Carlo Giovanardi la butta sull'avanspettacolo. «I leader del centrosinista si comportano come Fregoli, trasformano in comica finale il dramma della disoccupazione». Sempre in tema teatrale, e con la solita focosità, resta Alessandra Mussolini. «Di Vittorio e Lama si saranno rivoltati nella tomba vedendo la parodia delle lotte cui abbiamo assistito. Oggi l'operaio e il padrone sotto l'effigie di un D'Alema fresco della benedizione della Fiat hanno sfilato in silenzio sottobraccio. Sono dei buffoni di corte». Mentre per Pier Ferdinando Casini siamo in pieno dramma familiare: «La presenza di D'Alema al corteo lascia orfano Prodi di chi lo ha generato». Forse però, più di tante critiche azzurre, a D'Alema importerà l'assoluzione di un prezioso alleato, 0 ministro degli Esteri Dini: «Interpreto la presenza di D'Alema in piazza come una sua manifestazione di vicinanza al sindacato dopo che aveva criticato in maniera forse troppo forte la Cgil al congresso». Raffaella Silipo I Il Cavaliere: mi sono sentito preso in giro Ma se toccano il Tfr andrò in piazza io Fini: un notevole livello di schizofrenia La Mussolini: sono buffoni di corte Da sinistra: il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini e il leader del ecd Pierferdinando Casini
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