«L'Unione non si rinvia»

«I/Unione non si rinvia» «I/Unione non si rinvia» Kohl: l'Euro sarà una moneta stabile LE SCELTE PBONN RIMA di partire per lo «vacanze dimagranti» di Pasqua, il cancelliere Kohl ha concesso un'intervista alla «Welt am Sonntag». In contemporanea con l'uscita in Germania «La Stampa» ne pubblica in esclusiva per l'Italia i i passi più significativi. I dati stilla finanza pubblica non migliorano. Quando sarà annunciato il rinvio dell'euro? «Un rinvio è fuori discussione. Molti, Ira coloro che si sono autopromossi esperti, vogliono un rinvio soltanto per congelare l'intero progetto. Ad altri si freddano i piedi se il vento gli soffia una volta in faccia. La mia risolutezza a soddisfare i criteri di Maastricht, in modo che l'Unione economica e monetaria possa avviarsi puntualmente, non si è per niente appannata. 11 problema non è se l'Unione monetaria ci sarà, ma che cosa possiamo e dobbiamo fare perché s'inizi puntuale». Non crede che la gente, in Germania, sia preoccupata per il proprio posto di lavoro anche a causa dell'euro? «Per la creazione di nuovi posti di lavoro ò decisivo che noi - come dovunque in Europa - mettiamo in atto una solida politica di bilancio. Per questo è cosi importante il rispetto dei criteri di stabilità. E per questo è estremamente significativo che a Dublino abbiamo approvato insieme il Patto di stabilità: in questo modo abbiamo assicurato che l'euro sarà una moneta stabile nel tempo. In questo modo, del resto, sarà rafforzata la nostra concorrenzialità nei confronti dei Paesi dell'area del dollaro e dello yen». E il nuovo ((monte di debiti» con il quale bisogna fare i conti, secondo la Bundesbank? «Intanto non è vero che incombe un nuovo monte di debiti. La stessa Bundesbank del resto non lo sostiene. L'aumento dell'indebitamento è stato una conseguenza inevitabile della riunificazione. E nessuno può far finta che la riunificazione non ci sia stata! La Bundesbank, poi, dice anche qualcosa che viene volentieri omesso indebitamente, da chi ha interesse a farlo: nonostante il carico straordinario della riunificazione, dal punto di vista dell'aumento della quota di indebitamento a partire dal 1989 la Repubblica Federale si trova al di sotto della media dei Paesi europei. E' un carico che non ci serve nascondere, anche se sono necessarie altre misure per il contenimento del debito. Certo la Bundesbank ha ragione quando chiede che la politica di consolidamento del bilancio sia proseguita con rigore. Ma questo vale naturalmente anche per i Laender». I colloqui con l'Spd su problemi importanti come la rifor- ma fiscale sembrano falliti, per il momento. «Il problema è che i vertici dcll'Spd non sono unanimi su un tema decisivo: non sanno se il loro partito deve essere una forza costruttiva o distruttiva. Alcuni sono favorevoli a ricercare un consenso ragionevole con il governo, nell'interesse del Paese. Altri non vogliono nessun miglioramento della situazione. E, con la loro po¬ litica di ostruzionismo, fanno di tutto per peggiorare la situazione: di modo che nell'anno elettorale 1998 l'Spd possa presentarsi come "il salvatore dall'emergenza". Una strategia del genere è irresponsabile. L'esperienza del resto insegna che questi conti non tornano: i cittadini sanno che bisogna agire adesso, se non si vuole compromettere il futuro, e che per questo servono anche decisioni impopolari. Spero che nell'Spd saranno le forze della ragione a spuntarla, alla fine». Come giudica la nuova crisi nella Ruhr dopo il tentativo della Krupp di scalare la Thyssen? Concorda con quanto sta facendo quel gruppo? «Non mi voglio pronunciare sui particolari dei colloqui in corso fra la Krupp e la Thyssen. Voglio sottolineare soltanto una cosa: i diri¬ genti di entrambi i gruppi hanno una grande responsabilità collettiva. Si tratta di trovare una soluzione ragionevole: nell'interesse delle persone che lavorano nei due gruppi, e nell'interesse del clima economico e sociale del Paese. Il che vuol dire una soluzione nel senso dell'economia sociale di mercato. Non dimentichiamoci che Ludwig Erhard non era a favore di una "economia pura di mercato". Per Erhard, l'imperativo della responsabilità sociale non si rivolgeva soltanto allo Stato ma anche alle imprese, ai sindacati, a tutti coloro che possono dare il proprio contributo al benessere comune». Ritiene ancora valide le previsioni ottimistiche secondo le quali la disoccupazione potrà dimezzarsi entro il 2000? «Questa non è una mia previsione, ma l'obiettivo comune che il governo, il mondo economico e i sindacati hanno fissato insieme, l'anno scorso. Ho sempre detto che si tratta di un obiettivo molto ambizioso. Ma dobbiamo fare di tutto per awicinarcisi il più possibile. Lo dobbiamo, prima di tutto, alle persone che in questo Paese sono in cerca di un lavoro. Sono certo che molti si stupiranno del risultato positivo che, alla fine, otterremo. Naturalmente tutti devono fare, in proposito, i propri compiti a casa: le imprese devono sfruttare le migliorate possibilità per la creazione di nuovi posti di lavoro, e abbiamo bisogno di una moderata politica salariale da parte dei sindacati. Ma non bisogna rassegnarsi. Nell'occupazione sono possibili dei successi. Lo abbiamo dimostrato in passato: grazie alla nostra politica coerente, già una volta - tra il 1983 e il 1992 - abbiamo creato tre milioni di posti di lavoro nella Germania Ovest. Anche allora c'è voluto un po' di tempo, perché la nostra politica mostrasse visibili successi nel mercato del lavoro. Per questo diciamo, adesso: mantenere la rotta e proseguire con coerenza la politica delle riforme». Con un programma, fra l'altro, del quale molti dicono che è una copia del programma dell'ex cancelliere socialdemocratico Helmut Schmidt. «Sostenerlo significa disconoscere completamente i fatti. Il programma al quale si allude qui non è as solutamente un programma con giunturale finanziato con dei crediti. Venti miliardi di marchi per investimenti saranno messi a disposizione con mezzi propri dall'I stituto di credito per la ricostruzione e dalla Deutsche Atuglei chsbank. Inoltre con l'anticipo di investimenti per cinque miliardi di marchi per infrastrutture pubbliche voghamo mettere alla prò va anche modelli privati di finan ziamento, limitati nel tempo». Negli ultimi tempi i tedeschi sono stati ripetutamente choccati dalle decisioni poli' tiche. Esempi: pacchetto di austerità, riforma delle pen sioni, riforma del sistema sanitario. Tutto con considero voli carichi aggiuntivi per la gente. Che cosa devono anco ra aspettarsi, i cittadini della Germania riunificata? «Che cosa significa carichi aggiuntivi? Stiamo preparando una riforma fiscale che nel complesso libererà trenta miliardi netti di marchi per i cittadini!, Ma cgrtob tutti sanno che non possiamo più continuare come prima. La struttura d'età della nostra popolazione si sta modificando in modo drammatico. Anche il mondo intorno a noi si è modificato profondamente, la globalizzazione dei mercati continua. Soltanto se ci prepariamo a questi cambiamenti potremo reggere la concorrenza internazionale e conservare la nostra posizione di Paese esportatore fra i più importanti al mondo. Il successo economico è il presupposto decisivo di uno Stato sociale efficiente e finanziabile: quale noi voghamo garantire per il futuro. E' una politica, questa, nell'interesse delle persone che dipendono dalla nostra solidarietà. Nessuno può seriamente sostenere che l'indigenza sociale è esplosa in Germania a causa delle misure decise dal governo tedesco. A chi lo sostiene, consiglio di dare un'occhiata ai nostri vicini. Governi a guida socialdemocratica hanno adottato, alle volte, misure molto più taglienti delle nostre». Heinz Vielain Copyright «Welt am Sonntag» e per l'Italia «La Stampa» tifi Un ritardo è fuori discussione Molti di quelli che lo chiedono vogliono congelare il progetto Il problema non è se l'Uem ci sarà ma che cosa si deve e si può fare perché essa inizi puntualmente■■ Per creare lavoro serve una solida politica di bilancio Ecco perché è importante rispettare i criteri di stabilità p p Ulo Stato sociale efficiente dipende dal successo economico Solo preparandoci a cambiare reggeremo la concorrenza 5J IJ discussione edono ogetto em ci sarà può fare almente■■ Il Cancelliere tedesco Helmut Kohl Sotto il presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer N aanam on a» taca rà uIL«BertiMILANO. «Avremcino - ha detto ironto ereditare debitdel rinnovamentoma andarsene dalcata a Bertinotti: zione, gli abbiam"Siamo rivoluzionMa poi un giorno straordinaria pazla cicala sull'alber«K Il Cancelliere tedesco Helmut Kohl Sotto il presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer I! presidente del Consiglio Romano Prodi

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