Manovra, ultimi scontri sulle liquidazioni di S. 1.

Dini contrario all'intervento, anche Cossutta critico. Ma per Prodi avrà effetti limitati sulle imprese Dini contrario all'intervento, anche Cossutta critico. Ma per Prodi avrà effetti limitati sulle imprese Manovra, ultimi scontri sulle liquidazioni IIpds annuncia: da maggio si tratta sul Welfare State ROMA. In mancanza di pensioni e sanità, lo scontro ò tutto sui fondi liquidazione, su quei seimila miliardi che farebbero da soli una buona parte della manovra-bis. Ieri, in un sabaio già in aria di campagna elettorale per le amministrative, l'opposizione si è data ai proclami, la maggioranza ai distinguo. Annuncia Silvio Berlusconi: «Se ci sarà il prelievo sul trattamento di fine rapporto credo che l'Italia che lavora e che produce scenderà certamente in piazza. Sarà il caso di prodursi in una manifestazione visibile». Di manifestare aveva già proposto Gianfranco Fini. Nell'ala moderata della maggioranza il ministro degli Esteri e leader di Rinnovamento Lamberto Dini, pur senza minacciare rotture, conferma che a lui quella misura non piace per niente: «Fa aumentare i costi delle impre- se, non è una misura di risanamento». E, inaspettatamente, anche all'estrema sinistra il presidente di Rifondazione comunista, Armando Cossutta si smarca: «Non saremo noi a opporci», tuttavia «avrà conseguenze abbastanza pesanti sulle piccole e medie imprese». Molto si polemizza sul provvedimento, poco ancora se ne conosce. La tesi governativa è: trasferire al Tesoro i nuovi accantonamenti per il «Tfr» sottrae alle imprese fondi che non sono loro e che usano per autofinanziarsi. Il costo per le imprese sarà dato dalla necessità di ricorrere al credito bancario per un pari importo; ma questo costo, attorno ai 250 miliardi, sarà interamente coperto (almeno per le imprese grandi) da uno sgravio fiscale pari alla differenza tra i tassi bancari e il ren¬ dimento di legge del Tfr (che è l'I,5% più tre quarti del tasso di inflazione). Nel vertice della maggioranza si è concordato di esentare le imprese fino a 40 dipendenti. Romano Prodi si dichiara sicuro che, a conti fatti, il provvedimento sul Tfr avrà un costo netto, per tutte le imprese coinvolte, di appena «trenta-quaranta miliardi»; siccome al risanamento devono concorrere tutti, «individuino loro come vogliono contribuire». Nei giorni scorsi il presidente della Confindustria, Giorgio Fossa, aveva alluso a una sua idea alternativa. Ieri però il direttore generale dell'associazione degli industriali, Innocenzo Cipolletta, ha contestato alla radice il ragionamento di Prodi: «Le imprese hanno già dato» più degli altri con la legge finanziaria '97. Tuttavia, il dialogo tra industriali e governo non sembra essersi interrotto. Sulle pensioni intanto viene alla luce il patto che ha evitato una rottura tra il ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi e i partiti della maggioranza, in particolare il Pds. «A maggio si aprirà il confronto sullo Stato sociale - annuncia il capogruppo della Sinistra democratica alla Camera, Fabio Mussi - una volta approvata la manovra-bis. Non vogliamo chiacchiere inutili: si parlerà per poi prendere delle decisioni». Nel quadro della riforma dello Stato sociale, si discuterà della previdenza, in modo da inserire interventi strutturali nella legge finanziaria '98. La speranza è che la Cgil accetti. Berlusconi ieri non ha rinnegato l'offerta di una intesa sull'anticipo della legge finanziaria '98 con misure strutturali di tagli alla spe¬ sa e senza tasse nemmeno mascherate. Può darsi che, passato il voto a Torino, a Milano e nelle altre città, la questione di un'intesa tra Ulivo e Polo si riproponga. Influirà ovviamente il contenuto della manovra-bis. Tra le misure in discussione ci sono anche tasse (aumento dell'aliquota Iva del 4%, diminuzione di quella del 10%, a cui però il ministro Visco si oppone) o anticipi di tasse esistenti (maggior acconto sulle successioni? spostamento degli obblighi per i sostituti di imposta?). Tra le altre misure, potrebbero crescere dello 0;5% i contributi a carico dei lavoratori autonomi, o forse anche dei dipendenti. Si riaprirà il condono previdenziale. «Speriamo di riuscire a non fare tagli alla sanità» ripete il ministro Rosy Bindi ma mille lire in più sulla ricetta per farmaci non sono escluse, [s. 1.]

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