LE LUCI DEL MEDITERRANEO
PALAZZO BRICHERASIO PALAZZO BRICHERASIO LE LUCI DEL MEDITERRANEO Monet, Matisse, Picasso, Carrà dal mare allo spirito dell'uomo LA Fondazione Palazzo Bricherasio gioca d'anticipo e venti giorni prima dell'avvio ufficiale della Biennale dei giovani artisti dell'Europa e del Mediterraneo (17-23 aprile) inaugura mercoledì 26 alle 18 (ad inviti) una mostra dal titolo programmatico: «Luci del Mediterraneo. Picasso, Miro, Matisse, Bonnard, de Chirico, Carrà». A Palazzo Bricherasio in via Lagrange 20 fino al 29 giugno sono esposte oltre 130 opere di una quarantina di artisti tra i più celebri del Novecento: Picasso, Matisse, Mirò, Dali, Tapiès, Max'" Ernst, de Chirico, Savinio, Carrà, De Pisis. Maestri diversissimi per scelte stilistiche e poetiche, accostati in questa rassegna, a cura di Marisa Vescovo, nel tentativo, assai riuscito, di mettere in evidenza come la loro opera abbia trovato fonte d'ispirazione nella luminosa luce, nei colori, nei miti e nella cultura del Mediterraneo. In quest'ottica, ia mostra vuole essere anche «la piattaforma storica della Biennale», afferma Marisa Vescovo, poiché costituisce un punto di riferimento per tutti quegli artisti esordienti che da più parti dell'Europa e del Mediterraneo giungeranno a Torino in aprime per la Biennale. Con la consueta chiarezza che ha caratterizzato fino ad oggi tutte le iniziative di Palazzo Bricherasio, la mostra è organizzata in sei distinte sezioni. La prima, dedicata ai «Precursori», presenta Delacroix, Courbet, Monet, Van Gogh, Pellizza da Volpedo e altri pittori che tra Otto e Novecento introducono elementi di innovazione nella «riproduzione» realistica del paesaggio mediterraneo. Da sinistra e dall'alto (senso orario) «Automobile in corsa» di Balla, «Loplop» di Ernst, «Printemps» di de C '/lirico, -Satura morta marina» di Ih' Pisis Anche la seconda sezione tratta il tema «Mare e Paesaggio», interpretato con stile sempre più antinaturalistico da Carrà, Dufy, De Pisis, Matisse, Tosi, Soffici. Al punto che resta solo uno studio sulla «Luce» nelle opere di Balla, Braque, De Staél, Bonnard e Denis della terza sezione. Il secondo piano si apre con opere di Savinio, de Chirico, Picasso, Matisse, Campigli, Sironi, Mirò e Dali ispirate al «Mito». Il percorso espositivo prosegue con i dipinti di Picasso, Gris, Ziveri, Levi, Ferrazzi, Carena, Manzù, Chini e vari au¬ tori della Scuola Romana, accomunati da un'identica iconografia: «Il Volto e il Corpo». Infine Melotti, Fontana, Salvo, Schifano, Vettor Pisani, Mondino, Mainolfi, Zorio, Parmeggiani, Chia, Paladino sono esempi della «Contemporaneità» mediterranea, sezione conclusiva della rassegna. Guido Curio Luci del Mediterraneo Palazzo 3richerasio via Lagrange 20, tel. 5629604 27 marzo-14 luglio, ore 10-19 tutti i giorni (lunedì 14-19) LA PARIGI ANNI VENTI NEI CAPOLAVORI DI CARLO LEVB Una mostra di opere dei primi decenni di attività di Carlo Levi è in corso alla galleria Biasutti ed è un grande piacere, per chi ancora ama la pittura, contemplare alcuni capolavori di quel felice periodo parigino (anni Venti) dell'artista italiano che fu anche un grande scrittore. Segnaliamo il «Lungo Senna» parigino (foto), con le grandi chiatte che trasportano sabbia e sullo sfondo una Parigi resa con il minimo possibile di segni. Una pittura quasi infantile, se non fosse sapiente, memore dell'amicizia e della lezione casoratiana. Il piccolo dipinto «Place du Tertre» è un altro capolavoro di questo approccio diretto con un luogo, tradotto in magre, aride pennellate quasi faticosamente fatte aderire alla tela. Le linee scure degli alberi e delle sedie fanno da struttura portante per una impressione di luce parigina che ha la freschezza della pittura pura, libera da condizionamenti. La passeggiata marina con palme, il giardino in Riviera e il fulvo cavallo accarezzato da un bimbo alla periferia di una città, sono altrettanti felici raggiungimenti di un giovane Maestro. Oltre alla perfetta, piccola natura morta con cipolle e tagliere, così equilibrata, vi sono alcune grandi figure femminili, di stampo modiglianesco: per quella in azzurro ha posato la moglie di Nello Rosselli, compagno di avventure parigine. Completa l'esposizione una serie di dipinti dove assistiamo al mutamento di «soft» nel cervello pittorico di Levi: l'influsso del pennellare più mosso, alla Soutine, produce opere di sinuoso espressionismo, dove la forma sembra sfaldarsi venendo meno una struttura disegnativa portante. La visione del mondo diviene più concitata, meno serena (sono gli anni di grandi tragedie di popoli); vi si aggiunge un elemento quasi barocco, una voglia di movimento che deborda dalla cornice. Sarà una maniera che Carlo Levi non abbandonerà più e che con esiti alterni ne caratterizza il messaggio pittorico maturo. [b. z.] Carlo Levi Galleria Biasutti, via Juvarra 18; orario 10,30-12,30 e 15,30-19,30; chiuso lunedì e festivi. Fino al 5 aprile
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