Il teatro ricorda Primo Levi di Monica Sicca

Rnmo Rnmo SI trattava ancora una volta di raccontare: questa volta, anzi, di raccontare nel modo più immediato, di fare rivivere, di infliggere la nostra esperienza, la nostra e quella dei compagni scomparsi, ad un pubblico diverso e più vasto. Di vederne, di misurarne la reazione: di collaudarlo. Perciò ho accettato di portare il Lager sulla scena». Era il 1966, e Primo Levi spiegava con queste parole la decisione di ridurre «Se questo è un uomo», insieme a Pieralberto Marche, per le scene: lo spettacolo, realizzato dal Teatro Stabile di Torino con la regia di Gianfranco De Bosio, Giovanna Bruno e Marta Egri, debuttò in anteprima al Carignano il 18 novembre di quell'anno. Fu un evento, con un cast internazionale che coinvolse i maggiori teatri di Austria, Francia, Israele, Polonia, Ungheria, e adesso lo Stabile torinese, per celebrare Levi a dieci anni dalla scomparsa, ripropone al pubblico alcune delle sequenze più toccanti di quell'allestimento con una serata «In memoria di Primo Levi», martedì 25 marzo alle 21 sullo stesso palcoscenico di trentuno anni fa. Avrà la forma di un oratorio drammatico, e vedrà alla ribalta il protagonista di allora, Umberto Ceriani, che leggerà brani scelti dalla riduzione (tra breve ripubblicata da Einaudi) insieme ad altri sei attori della Compagnia dei Giovani dello Stabile, Paola D'Arienzo, Davide Cuccuru, Fabrizio Dardo, Lorenzo Fontana, Giorgio Lupano e Giancarlo Judica-Cordiglia, tutti grigiovestiti, accompagnati dalla colonna sonora originale mentre sullo sfondo scorreranno le immagini del '66. In apertura, ci sarà un momento dedicato alle testimonianze, con Marche e De Bosio a rievocare un'opera dedicata «con umiltà - dichiarava al debutto il regista - alle vittime della barbarie nazista. Il loro sacrificio ha dato un senso al nostro lavoro: abbiamo lavorato, tutti, con la coscienza del nostro debito, alle soglie dell'orrore». La serata è ad inviti (tel. 51.69.405) La serata del Teatro Stabile non è che ima tra le molte iniziative raccolte sotto il titolo «La speranza di non dimenticare», volute per le commemorazioni da un Comitato che raduna, a partire dalla Comunità Ebraica, anche Aned, Biblioteca Nazionale, Einaudi, Rai, Goethe Institut, La Stampa, Provveditorato, Salone del Libro, Regio, Unione Musicale e Università, con il contributo di Regione, Provincia e Comune, e che si snoderanno da marzo a giugno divise in mostre, convegni, concerti e testimonianze. Monica Sicca

Luoghi citati: Austria, Francia, Israele, Marche, Polonia, Torino, Ungheria