La somalia in scatola di Raffaele Crovi

T T SARDINE Nuruddin Farah Traduzione Maria Ludovica Petta Edizioni Lavoro pp. 273 L. 28.000 T RE studenti somali che frequentano l'Università in Italia assistono alle convulsioni del '68 a Milano e a Vigevano. I loro compagni italiani non li aiutano molto a capire: anzi, in genere spiegano con paternalistica accondiscendenza che essi non «possono» capire. E' questo un episodio di Sardine, il romanzo di Nuruddin Farah, scrittore somalo in lingua inglese e narratore riconosciuto ormai a livello internazionale tra i maggiori. Tornati in Somalia (che è quella della dittatura di Barre nel suo periodo filo-sovietico), i tre devono affrontare una realtà oppressiva e piena di rischi. La donna? Medina nome chiaramente emblematico si dedica al giornalismo, una scelta ardua ma coerente con le sue aspirazioni di emancipazione. Per sentirsi più libera, Medina compie un ulteriore gesto trasgressivo: lascia il marito Samater, il secondo dei tre, mentre il terzo è il fratello di lei, Nasser. Medina rimane con la figlia Ubax, una ragazzina di precoce intelligenza e di vivace curiosità. Donne, politica lili Nella prima parte del romanzo, l'azione si svolge prevalentemente in interni, secondo un antico paradigma della narratività araba non meno della struttura a scatole cinesi e della sensibile mediazione della oralità; anzi, quasi sempre nelle stanze dell'appartamento di Medina. Essa discute con il fratello, con le amiche, con i parenti, mentre difficili rimangono i rapporti con la madre, rigida tradizionalista. Farah è davvero un maestro nella rappresentazione dei caratteri, e singolarmente a suo agio con i personaggi femminili. Il titolo, oltre al riferimento metaforico alla scatola di sardine, rammenta un gioco vittoriano in cui la maggior parte dei giocatori si nasconde in un ripostiglio fino a che si tradisce. Farah implica che le donne subiscano lo stesso tipo di imprigionamento. Si deve notare che lo scrittore, nato nel 1945, scrive Sardine quando si trova ormai da tempo in esilio, messo al bando, non meno dei suoi libri, dal regime di Barre, e se pure una simile condizione singolarmente si riporta a una sorta di nomadismo ancestrale, tanto che dell'esilio egli ha scritto un paradossale Elogio, essa lo strappa alla sua stessa terra. La lontananza provoca un particolare distanziamento nella trilogia di cui Sardine fa parte e che, con il titolo generale Variazioni Donne, politica e neocolonialismo dell'Italia di sinistra sul tema di una dittatura africana, comprende altri due romanzi, Latte agrodolce e Chiuditi Sesamo, entrambi pubblicati dalle Edizioni Lavoro. Molto giustamente la studiosa francese Jacqueline Bardolph, nella sua densa prefazione, rileva in che misura, partendo da una prospettiva schiettamente femminile, Farah batta in breccia tabù, si inoltri in angoli proibiti, e conversamente di quella prospettiva rappresenti la riscoperta del corpo, le prese di posizione intellettuali e gli scatti emotivi, in un paese nel quale si pretende di superare i pregiudizi ma si pratica ancora l'infibulazione. A un certo punto, con mossa vischiosa Barre nomina Samater ministro, chiaramente per incastrare lui e la gente del suo clan. Ma non durerà a lungo, e Somater, con la collaborazione dei consiglieri dell'Est, in genere tedesco orientali, e della feroce polizia segreta, si troverà segregato e torturato, per venire poi restituito alla vita cosiddetta civile alle soglie della distruzione fisica e mentale. La moglie e gli amici do- Raffaele Crovi

Luoghi citati: Italia, Medina, Milano, Somalia, Vigevano