Si uccide per un rimprovero di F. A.

Si uccide per un rimprovero Catania: aveva undici anni, si è impiccato nella sua cameretta Si uccide per un rimprovero Ragazzino sgridato dopo un brutto voto CATANIA dal nostro corrispondente Vittorio aveva solo 11 anni. Si è impiccato ieri pomeriggio nella sua stanzetta. Un gesto estremo, terribile quanto assurdo: poco prima era stato sgridato dal padre per il suo rendimento scolastico. Teatro della tragedia, un appartamento di S. Agata Li Battiati, centro della cintura catanese, dove il ragazzino abitava con i genitori e una sorellina di 8 anni. Vittorio frequentava la I E della scuola media «Pluchinotta». Ieri mattina era stato interrogato in storia, ma non aveva fatto i compiti; il professore gli aveva scritto una nota sul diario, destinata ai genitori. Era la terza quest'anno. Alle 14,50 la madre, una casalinga, è andata a prenderlo A casa, la famiglia al completo ha pranzato insieme. Il padre, un medico ginecologo molto noto, ha chiesto al ragazzo com'era andata. E' saltata fuori la storia della nota e Vittorio si è preso un rimprovero, pare neanche troppo energico. Il ragazzo si è chiuso a chiave nella sua stanzetta che divideva con la sorellina. Silenzio assoluto per circa un'ora, poi il padre lo chiama più volte senza ricevere alcuna risposta. Cerca di vedere all'interno delia stanza da una finestra e scorge il corpo immobile del figlio penzolare dal letto a castello. Fa chiamare dalla moglie il «112j> e sfonda la porta. Vittorio si è impiccato con una corda per saltare, un giocattolo. L'uomo ha cercato di rianimare il figlio. Arrivano i carabinieri e insieme lo portano all'ospedale «Cannizzaro», dove però arriva già morto. Una tragedia inspiegabile, che lascia aperti tanti dubbi, pone tante domande. Vittorio, dicono a scuola, viveva in un ambiente familiare tranquillo e sereno. I genitori lo seguivano negli studi, non gli facevano mancare nulla. «Era un ragazzo vivace, ma non troppo - dice il preside della "Pluchinotta", Franco Bruno -. Anche il profitto non era poi scarso. Anzi. Proprio per ieri avevamo con¬ vocato i genitori di una cinquantina di studenti con gravi problemi di rendimento o indisciplinati. E il nome di quel ragazzino non c'era». «All'inizio dell'anno scolastico - dice ancora - aveva avuto dei problemi per via di qualche compagno di classe troppo vivace. Ma poi si era messo a seguire regolarmente le lezioni». Il preside aggiunge di aver saputo dalla docente di lettere che negli ultimi tempi il ragazzo «giustificava la sua impreparazione dicendo che la madre non lo seguiva più come prima, perché aveva altro da fare». Il sindaco di Sant'Agata Li Battiati, Sebastiano Motta, che alla «Pluchinotta» ha pure in¬ segnato e che adesso è in aspettativa, dice di non riuscire a spiegarsi un gesto simile: «Non so cosa può r issare nella mente di un ragazzino. Tre anni fa c'era stato un episodio simile, un alunno della stessa scuola che si era ucciso. Ma in quel caso la situazione familiare era ben diversa». I genitori di Vittorio, invece, distrutti dal dolore, si sono chiusi in casa: «Lasciateci stare, lasciateci in pace». Ai carabinieri il padre e la madre del bambino hanno espresso tutta la loro disperazione per la perdita del figlio, dicendo di non avercela con la scuola e gli insegnanti, ma che si sentono colpevoli di non aver saputo capire di più Vittorio. [f. a.]

Persone citate: Franco Bruno, Sebastiano Motta

Luoghi citati: Catania, Sant'agata Li Battiati