«Senza lavoro, meglio morire»

Caltagirone: l'uomo, disoccupato da 3 anni e padre di quattro figli, è in condizioni gravissime Caltagirone: l'uomo, disoccupato da 3 anni e padre di quattro figli, è in condizioni gravissime «Senza lavoro, meglio morire» Si dà fuoco nell'ufficio del sindaco CATANIA dal nostro corrispondente «Travagghiu, travagghiu», lavoro, lavoro. L'urlo agghiacciante si è sparso per i corridoi del municipio. L'uomo, una torcia umana, li attraversa di corsa e si lancia nella stanza del sindaco un attimo prima che gli impiegati riescano a buttargli addosso un giubbotto e a spegnere le fiamme con un estintore. L'ennesimo dramma del lavoro, con ancora una volta un plateale tentativo di suicidio con benzina e accendino, si consuma poco prima delle 11 di ieri mattina dentro il Comune di Caltagirone. Giovanni La Mantia ha 33 anni, da tre non ha più un lavoro fisso e da ieri lotta per la vita in un letto d'ospedale. Per dare da mangiare ai suoi quattro figli, dallo scorso agosto può soltanto utilizzare le 600 mila lire del sussidio da parte dei servizi sociali del Comune. A questi può aggiungere il mezzo milione di pensione sociale della suocera, con cui però vivono in sette. Ieri mattina La Mantia, che di mestiere fa il muratore, è uscito di casa presto: «E' andato all'ufficio di collocamento, come ogni giorno - racconta la suocera, Concetta Intonato - poi è tornato a casa perché non aveva trovato nulla. Si è cambiato dicendo che andava in campagna. Sembrava tranquillo». La Mantia invece entra nel municipio dove, proprio ogni venerdì, il sindaco Marilena Samperi riceve il pubblico, per la maggior parte concittadini che chiedono aiuto per un lavoro che non hanno. Si avvicina alle toilettes e dopo essersi accertato che nessuno lo vede, tira fuori una bottiglia di plastica piena di benzina e se la versa addosso. Fa due passi e impugna l'accendino. Poi l'urlo in dialetto, «lavoro, lavoro, non dite niente a mia mo- glie», e la torcia umana entra nella stanza del sindaco che adesso, sconvolta, parla di «dramma annunciato». «Il problema e esploso in questa maniera eclatante - dice -, ma ricevo centinaia di disoccu¬ pati che mi chiedono un posto di lavoro, minacciando gesti disperati. Il Comune non può aiutarli e quella di oggi è una storia di ordinaria follia, già annunciata». La Mantia, mentre veniva por¬ tato in ospedale, avrebbe detto di essersi reso conto troppo tardi della gravità del suo gesto e di essersi pentito; è stato trasportato d'urgenza al reparto grandi ustionati dell'ospedale Cannizzaro di Catania, lo stesso dove nelle ultime settimane sono state portate altre quattro persone che in Sicilia hanno scelto questo terribile modo per chiedere aiuto. Il responsabile del reparto, il dottor Giorgio Stracuzzi, dice che le condizioni sono molto gravi e che la prognosi è riservata: «Ha ustioni di terzo grado sul 75 per cento del corpo - spiega -, ha perso molti liquidi, è difficile dire se potrà farcela o no. Possiamo solo sperare». Davanti alla grande vetrata del reparto c'è la moglie, Maria Cultrora; aspetta di sapere qualcosa dai medici e si dispera: «Da tre anni non riesce a trovare lavoro. Lo cerca inutilmente, è disposto a farne uno qualunque, purché onesto, per poter almeno mangiare - dice -. Da quattro mesi gli avevano promesso un posto di netturbino a Grammichele, ma non è successo nulla». Concetta Intonato sostiene che il genero è stato anche truffato: «Per due volte era stato in Germania, chiamato assieme ad altra gente di Caltagirone da un'impresa italiana. Ha speso sei milioni, e non ha mai avuto uno stipendio». La suocera racconta anche un episodio che ha sentito in paese; qualche giorno fa un'intera famiglia avrebbe tentato di uccidersi gettandosi con l'auto da una scarpata, per la disperazione di non aver trovato un lavoro. A Caltagirone, su 38 mila abitanti ci sono 8000 disoccupati. Un numero altissimo, superiore alla già alta percentuale dell'intera Sicilia. Ieri sera è stata convocata d'urgenza una riunione straordinaria del Consiglio comunale per ribadire la richiesta di lavoro: «Presto, perché i provvedimenti del governo potrebbero arrivare troppo tardi». Fabio Albanese Ss UN tmi DI TRAGEDIE SUU' ISOLA 11 FEBBRAIO. Alfio Lo Faro, 35 anni, in preda allo sconforto per la disastrosa situazione finanziaria della famiglia si dà fuoco nell'auto, assieme ai quattro figli, sull'autostrada Messina-Catania. Muore con la più piccola, di appena sei mesi. 15 FEBBRAIO. A Catania Laura Santonocito, soffocata dagli usurai, si dà fuoco davanti agli uffici della questura. La salvano alcuni agenti. 18 FEBBRAIO. Negli uffici della prefettura di Siracusa entra Lucia Bonafede. Ha una tanica di benzina, minaccia di suicidarsi perché alla sorella hanno revocato la pensione di invaliditò. 25 FEBBRAIO. Oppresso dai debiti, sulla spiaggia di Giardini Naxos si dà fuoco un commerciante di 53 anni, Antonino Germana. Morirà due settimane dopo in ospedale. La suocera: «A Giovanni per due volte avevano promesso un impiego in Germania Ha speso 6 milioni senza avere nulla» L'INDICE Dl DISOCCUPAZIONE: [jSIN SICILIA 22,7% GIOVANILE IN SICILIA 50% IN ITALIA 12,2% AL NORD 7,1% meglio morire» fficio del sindaco 1 NUMERI DI UN DRAMMA ■ ■ L I LLILLJJ i-i.-i-jj. —•-■. 6 sss88s8s mm I I usi laiii mm i L'INDICE Dl DISOCCUPAZIONE: [jSIN SICILIA 22,7% GIOVANILE IN SICILIA 50% IN ITALIA 12,2% AL NORD 7,1% DISOCCUPATI CON TITOLO DI STUDIO 700 MILA L'ufficio del sindaco di Caltagirone, teatro dell'ultimo dramma sociale in Sicilia