L'autunno dei patriarchi di Domenico Quirico
L'autunno dei patriarchi L'autunno dei patriarchi Nuovi padroni si contendono l Africa un continente nella bufera ANICET «papà» Kashamura sta leggendo una monumentale biografia di Condorcet, l'avventura di «un radicale nella Rivoluzione francese»: Kashamura è un vecchio saggio di 78 anni che ha vissuto, come ministro, a fianco di Lumumba i brevi mesi felici della indipendenza e poi la lunga, aspra penitenza della dittatura di Mobutu. Adesso è tornato a Goma per arruolarsi con il peso del suo prestigio nella lotta dei ribelli avviati alla conquista di Kinshasa. Se gli chiedi se questa è solo una rivolta o davvero una rivoluzione, ti lancia un sorriso complice e risponde con socratiche locuzioni: «Sa perché Luinumba è l'unico uomo politico che tutti, giovani e vecclù, clù lo ha conosciuto e chi ha letto di lui soltanto sui libri, veramente amano? Perché era un uomo innocente». Mobutu torna in Zaire per far sentire di nuovo la voce del padrone, per tentare con le sue arti di negromante una impossibile, ennesima resurrezione: «Il suo è stato un regime fascista; non c'è altra definizione, e, come tale, è rimasto in piedi in questi trent'anni unicamente perché era sostenuto dalle potenze straniere, la Francia soprattutto. La complicità dell'Occidente è stata comperata con gli enormi interessi economici e le bustarelle. Appena gli Stati Uniti gli hanno tolto l'appoggio Mobutu ha cominciato a vacillare. E cadrà». Ma forse la realtà non è così semplice. Il lungo dominio di Mobutu ha scavato complicità più vaste, lavorato in profondità l'identità di questo Paese stendendo grandi velari di amnesia, creato un perfetto sistema di differimento e di prevaricazione. Lukangongo Itanga insegna storia e confessa di avere meno certezze: «Per giudicare biosognerà aspettare, come sempre, che la verità esca dagli archivi. Provate a leggere la nostra Costituzione. E' perfetta, un modello, se uno non va in [viro e non si guarda attorno potrebbe pensare che questo è uno dei Paesi più felici dell'universo. Invece è un posto dove, quando chiedi alla gente come riesce a sopravvivere, ti senti rispondere: 10 sa solo Iddio. Dove nessuno è vaccinato contro nulla perché non c'è un sistema sanitario, ma tutti hanno 11 certificato che comprova le vaccinazioni. Perché è obbligatorio pagare ai funzionari il certificato. Un Paese dove per fare una denuncia devi pagare e dove si portano i morti al cimitero in spalla perché non ci sono i soldi per la cassa e i becchini. E allora pensate veramente che ci sia il tempo per preoccuparsi dei partiti della politica degli slogan? La vera politica qui è sopravvivere». Nell'Africa frantumata in un caos di neocolonialismi militaristici e locali, governata da borghesie minoritarie e più sfrattatric.i e ciniche dei vecchi padroni bianchi, sta cambiando l'antropologia dei dittatori. Gli uomini come Mobutu, corrotti e inefficienti, repliche di Nerone parassitarie e senza grandezza, hanno fatto il loro tempo. Anche i burattini di Parigi e di Washington hanno perso la pazienza. Avanza una schiera di giovani lupi, come l'ugandese Museveni e il ruandese Kagame, strateghi occulti e implacabili della guerra dei Grandi Laghi. Uomini che credono nel potere autocratico con la stes¬ sa spietata tenacia dei loro predecessori, ma che vogliono anche l'efficienza secondo il modello dei dragoni asiatici, sognano Paesi forti e in grado eh mettere a profitto la rendita delle materie prime. Magari cambiando i confini ereditati dal colonialismo. Jean-Baptiste, seduto nella sua jeep nuova fiammante, guarda l'enorme distesa desolata di quello che fino a pochi mesi fa era il campo dei profughi hutu alla periferia di Goma. Oggi è un deserto di immondizie dove la crosta della terra è diventata acciaio e portino la foresta non ha il coraggio di ricrescere. «Avreste dovuto vedere quanti erano questi dannati hutu, centinaia di migliaia, un milione. E sapeste quanto mangiavano. Cosi i prezzi salivano e anche noi restavamo senza cibo. Adesso per fortuna li hanno cacciati via nelle foreste e non torneranno più. Mobutu? Credete a me, lui è un grande leader, lo hanno rovinato i parenti, i cortigiani, i ladri della sua corte». E sputa verso la pianura, lanciando come ima sfida a tutto volume un motivo dogli Abba. Domenico Quirico
Persone citate: Abba, Goma, Kagame, Lumumba, Museveni, Nerone
Luoghi citati: Africa, Francia, Kinshasa, Parigi, Stati Uniti, Washington, Zaire
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