«Così il governo contesta se stesso» di Roberto Ippolito

«Così il governo contesta se stesso» «Così il governo contesta se stesso» Fossa accusa: sul tfr prevale la cultura predatoria ROMA. Tante donne intorno a lui. Una platea quasi tutta femminile ascolta Giorgio Fossa, presidente della Confindustria. E Fossa, in occasione della consegna dei premi Marisa Bellisario, apre il suo cuore. Svela i sentimenti di un uomo che si descrive «preoccupato» e «sconcertato». Fossa vede nero: «Nel Paese sbotta - esiste ancora una situazione di sfiducia». Una sfiducia che «potrebbe non solo deprimere il mercato ma anche aumentare dopo la manovra correttiva che il governo sta per varare». Il presidente della Confindustria non riesce a esultare nemmeno per il calo dell'inflazione: «Bisogna vedere se è una discesa strutturale o è dovuta alla mancanza di crescita». Sono i timori di un industriale che vede poca chiarezza nei comportamenti di governo, pds, Rifondazione. Ieri, giornata del grande sfogo, Fossa tira le orecchie a Prodi, D'Alema, Bertinotti e contesta il progettato prelievo sulle liquidazioni, gli orientamenti per l'imminente manovra, le misure per l'occupazione. n presidente della Confindustria giudica «quanto meno strana» la manifestazione promossa per oggi dai sindacati a sostegno dell'occupazione. Alludendo alla partecipazione di D'Alema osserva che «scende in piazza il partito azionista di maggioranza» della coalizione. Con Bertinotti, nota, «scende in piazza anche l'azionista di minoranza». Entrambi danno perciò l'impressione di «protestare contro se stessi». Fossa fa presente che, secondo D'Alema, «moiti ritardi» nel varo delle misure per l'occupazione sono stati provocati da Bertinotti: insomma, ci sarebbe qualcuno che protesta contro i ritardi di cui è considerato colpevole. Per Bertinotti c'è un altro richiamo per aver «definito il profitto come il bottino delle imprese»: con questa cultura «non si entra in Europa», non si può partecipare cioè alla moneta unica. Per l'occupazione, il bersaglio di Fossa è anche il ministro del Lavoro Treu: le misure «serviranno a poco o a nulla, i cittadini non debbono essere ingannati». Il numero uno della Confindustria critica le norme sul lavoro in affitto, considerate peggiorative, e quelle per i lavori socialmente utili, bollate come assistenzialistiche. In generale le scelte che il governo sta compiendo proprio non piacciono a Fossa, a cominciare dal fatto che «continua' a perseverare una cultura predatoria che ispira l'esproprio» del trattamento di fine rapporto: «Voglio vedere come il governo giustificherà ai lavoratori la difficoltà delle imprese a restituire il tfr che gli spetta». Il presidente della Confindustria vede poi una situazione privilegiata per le cooperative: «una stragrande maggioranza» delle quali «non ha neanche una lira accantonata per il tfr». Fossa si chiede: «Tutto questo sarebbe equità? Le cooperative non le tocchiamo?». Ivano Barberini, presidente della Legacoop, replica che «0 presunto intervento sul tfr toccherebbe in modo pesante anche le imprese cooperative». Per Fossa l'idea del prelievo va scartata: «Io un'alternativa ce l'ho, se non mi chiamano la terrò per me». Ecco perchè si descrive sconcertato: una settimana fa si era detto disponbile a una discussione con il governo sulla manovra, ma ora lamenta che nessuno si è fatto vivo per consultarlo. «Un dialogo fra sordi non porta ad alcun risultato positivo». Anche per il Mezzogiorno 0 governo viene criticato: «Il Sud è un bollo sul passaporto per entrare in Europa, ma nessuno si è ancora procurato l'inchiostro per metterlo». Secondo Fossa, manca un grosso progetto strategico: «Il governo ha sicuramente cercato di fare qualcosa, ma è stato un po' timido: bisognava osare di più». Roberto Ippolito Il presidente della Confindustria Giorgio Fossa

Luoghi citati: Europa, Fossa, Roma