Soldati neri, un passo indietro di Fabio Galvano

I militari di colore esclusi dalle parate dell'esercito inglese I militari di colore esclusi dalle parate dell'esercito inglese Soldati neri, un passo indietro NLONDRA ERO? E allora niente parata. D'improvviso, le forze armate di Sua Maestà scoprono di essere razziste. Se lo sapevano, finora, facevano finta di nulla; ma ora un rapporto di 130 pagine dell'Office for Public Management, un istituto indipendente che controlla il buon funzionamento del settore pubblico, dice che troppo sovente si chiude un occhio, che con crescente frequenza il razzismo fa talmente parte della vita quotidiana dei militari che pochi se ne accorgono e anzi lo giustificano come essenziale aspetto goliardico della vita sotto le armi. «Nigger» per i neri e «paki» per gli asiatici sono appellativi correnti, nella marina come nell'esercito. Ma la Raf, la gloriosa Raf, scivola addirittura sulla buccia di banana delle parate proibite. E' la regola del «packaging»: chi non si conforma alle norme viene escluso dalle parate più importanti e dai drappelli d'onore, sull'attenti davanti ai dignita¬ ri. Ma quali norme? Il rapporto parla di tradizioni che i militari stessi sintetizzano come «no blacks, Pakis, spots or specs»; come dire bando totale per negri, pakistani, acne e occhiali. Negro, evidentemente, non è bello per la Raf. Ma neppure, si scopre, per le altre forze. E' curioso: nell'Inghilterra che fra i Paesi europei è sicuramente il più multirazziale, e per giunta con pretese d'integrazione voluta non solo dalle leggi ma anche dalla quotidiana necessità, si scopre che ci sono piccole isole di resistenza. «Nella Royal Navy - dice il rapporto - si è in ritardo di vent'anni sul resto della società». Molti, nelle gerarchie militari, sono tuttora convinti che non esista un problema. No, se alle parate sono tutti bianchi, biondi e tirati a lustro; né se soffrono del «daltonismo» che - inteso come volontà di non poter vedere tutti i colori - affligge l'esercito. Fabio Galvano

Persone citate: Negro, Public, Raf

Luoghi citati: Inghilterra