«I disoccupati vergogna del Sud» di Marco Tosatti

«| disoccupati, vergogna del Sud» «| disoccupati, vergogna del Sud» Giordano: «Ma il Paese deve crescere insieme» L'ARCIVESCOVO DI NAPOLI OCITTA' DEL VATICANO UALCHE settimana fa una trentina di sacerdoti delle periferie di Napoli, nell'omelia della domenica, lanciarono il loro grido: «vergogna». Per le condizioni di degrado in cui vivono i loro fedeli, per i campi nomadi mai organizzati, cresciuti come funghi in condizioni inumane, per l'illegalità strisciante che diventa normalità di vita. Ma, soprattutto, per la mancanza di lavoro così grave e profonda da meritare alla regione, e al suo capoluogo, un triste primato europeo. Una piaga drammatica di cui ha parlato di nuovo ieri il Papa, in termini più che allarmati. Quei sacerdoti avevano preparato e letto un documento che aveva avuto l'approvazione del cardinale Michele Giordano. A lui, da 10 anni Arcivescovo di Napoli, abbiamo chiesto perché anche la Chiesa partenopea ha deciso di scendere più direttamente in campo contro i mali del Mezzogiorno. Eminenza, il Sud è senza lavoro, e i parroci denunciano questa vergogna. Qua! è il suo punto di vista? «Il problema ha almeno duo facce. Quella che riguarda i meridionali stessi, forse, e non disinteressatamente, spinti all'assistenzialismo. La stessa borghesia meridionale imprenditrice non è stata abbastanza disposta a rischiare i suoi capitali, attendendo tutto dagli interventi dello Stato. Detto e riconosciuto ciò, occorre però dire che l'altra faccia del problema non è migliore, anzi è decisamente scandalosa, sia perché l'egoismo di talune fasce di cittadini - cristiani! - si accompagna al disprezzo generalizzato ed ingiusto per le genti del Sud, sia perché questi atteggiamenti sono il frutto di una distorta formazione. Forse è prevalsa l'educazione all'elemosina, faccia ambigua della solidarietà, negazione della condivisione». Che cosa servirebbe invece per affrontare il dramma del Sud? «Ho già detto che il Mezzogiorno, in quanto problema di solidarietà, coinvolge tutto il Paese. Già nel 1981 l'Episcopato italiano ammoniva che "il Paese non crescerà se non insieme". Nella prospettiva europea, questo problema assume gran¬ de peso economico. La Chiesa, per quanto le compete, vi vede ima condizione di crescita morale e cristiana, di riscoperta di quelle radici cristiane della nostra civiltà che sembrano cadere nell'oblio. Il Mezzogiorno, beninteso, non chiede al Paese di surrogare il proprio doveroso impegno, bensì di sostenerne l'attuale sforzo autopropulsivo, non dimenticando che anche il Mezzogiorno vanta qualche credito per lo sviluppo del Nord del Paese, come mercato obbligato e anche per il forte apporto di manodopera nel boom economico». Quale riscontro avete in chi ha il potere di intervenire? «Il ruolo della Chiesa è quello di essere profezia. La profezia, come i doni dello Spirito, non è mai inefficace, ma i tempi della sua efficacia non sono programmabili. Il fatto che la cultura sociale, giuridica, etica del mondo occidentale sia permeata di riferimenti cristiani, poco importa se riconosciuti o no, significa che la predicazione del Vangelo non è stata vana». Ma in certi casi l'emergenza sembra permanente... «E infatti la Chiesa, pur attenta alla quotidianità della vita, mira in particolare agli effetti strutturali dei suoi interventi sia magisteriali che operativi. Il pronto soccorso, l'emergenza meritano tutta l'attenzione della solidarietà umana e cristiana. Ma la predicazione del Vangelo della carità va e deve andare al di là dell'emergenza». Sono i poveri, i destinatari della vostra attenzione? «La Chiesa ha sempre predicato il Vangelo ai poveri, ai diseredati, agli emarginati, a quelli che, con brutta denominazione, sono chiamati "gli ultimi". La Chiesa predica il Vangelo a tutti, ma chiaramente è più vicina ai poveri, non a titolo consolatorio o per stimolare la rassegnazione. Anzi, la Chiesa invita i poveri a farsi protagonisti, autopropulsori della propria liberazione. Al tempo stesso, la Chiesa si fa voce di denuncia e di sollecitazione». Marco Tosatti «E' un problema a due facce egoismo e assistenzialismo» A sinistra il ministro del Lavoro Treu A destra il cardinale Giordano

Persone citate: Di Napoli, Michele Giordano

Luoghi citati: Napoli