«Uniti contro Blair e l'Ue» di Fabio Galvano
skkr- «Uniti contro Blair e l'Ue» «Uniti contro Blair e l'Ue» Anche gli avversari interni fanno quadrato attorno a Major II leader degli euroscettici: vinceremo skkr- LONDRAimprovvisa -LA fronda, mente, tace. I bisticci con servatoli, che più di Tony Blair e del New Labour hanno fatto per squassare la barca del governo, sfumano d'incanto ora che la guerra elettorale è dichiarata. Gli avversari di iersono alleati d'oggi; e forse avevano ragione coloro che attribuivano la «lunga» campagna elettorale - sei settimane, inaudito in queste isole - proprio alla necessità identificata dal primo ministro John Major di spegnere con lo scioglimento deComuni una formidabile cassa di risonanza per le voci del dissenso interno. Anche gli avversari del leader, senza clamorerisalgono su quella barcacciormai piena di falle e remancon energia, convinti che i Tories possano ancora farcela. A remare, in questi giorni, c'anche John Redwood. E' l'esponente di punta dell'ala destra conservatrice, che da annsi batte contro Bruxelles e contro un'Europa delle ingerenzevista come minaccia alla sovranità nazionale. Fu lui, nel lugli1995, a sfidare Major per la leadership del partito, nel piesplicito atto di rivolta a Downing Street dopo l'imboscata» del 1990 a Maggie ThatcherFu sconfitto: 218 voti a 89 (co8 astenuti); ma resta il faro attorno a cui si raggruppa tuttquell'ala del partito che ha u altro importante esponente nel ministro della Difesa Michael Portillo. Mister Redwood, le divergenze sono davvero scomparse? «Come tutti i miei colleghi sono impegnato a fondo nella campagna elettorale avviata lunedì dal primo ministro, quindi sostengo i candidati conservatori. Tutti, senza fare eccezione e senza riserve, cioè senza guardare all'etichetta delle singole convinzioni. Major non vuole, come non la voglio io, una federazione europea: quando avremo vinto le elezioni - e possiamo vincerle - dovremo affrontare importanti questioni euro¬ pee: limitare, per esempio, il potere della Corte europea, ridurre quello delle istituzioni di Bruxelles». La questione europea avrà un peso sulla campagna elettorale? «Sì, perché è una questione importante, direi quasi vitale. Il voto precederà il vertice di Amsterdam, da cui alcuni Paesi aspettano una spinta all'integrazione europea che noi non intendiamo sia data. Il compito del prossimo Parlamento e del prossimo governo sarà cruciale: dovrà decidere, nel giro di mesi, sulla controversa questione della moneta unica ma soprattutto su Maastricht-2». L'Europa avrà un peso anche sul risultato elettorale? «Non so con certezza, perché il partito laborista è sempre più camaleonte e segue con crescente spudoratezza nelle sue apparenti trasformazioni le tracce dei conservatori, anche in tema europeo. Eccezion fatta per il capitolo sociale di Maastricht, che Blair abbraccia senza riserve, i laboristi giocano sul sicuro seguendoci sulle nostre posizioni di attesa. Ma è un l'atto che sono più europeisti di noi. Se vincessero non saprebbero resistere a una maggiore integrazione». Laboristi con due volti, quindi? «Indubbiamente. Camaleonti, come ho detto e come dice anche Major: pronti a sventolare come soffia il vento. Blair è un uomo fasullo, senza princìpi: spero che l'elettorato lo capisca in tempo. Molti, all'interno del suo partito, sono contrari alla sua linea e cercano di tornare sui binari del socialismo. Sarebbe meglio che a trombarlo sia l'elettorato; e se così fosse sono certo che il Labour, vecchio più che nuovo, lo silurerebbe». Se i conservatori vinceranno ritiene che Major, come hanno azzardato alcuni giornali, sarebbe costretto a dare anche a lei un posto al governo come rappresentante di una consistente ala del partito? «Dipenderà da Major. Mi conosce e conosce le mie posizioni. Io sono in favore di forti principi conservatori e non mi arrenderò mai - mai, ripeto - alle istituzioni di Bruxelles. Molto dipende da quanto il primo ministro sarà pronto a rischiare: se vorrà sentirmi esprimere certe posizioni sull'Europa dall'interno del gabinetto. Ma non è questo, oggi, il problema. Ora dobbiamo fermare il camaleonte Blair, questa sinistra che nella speranza di vincere non esita a prendere i colori del centro». Fabio Galvano
Persone citate: John Major, John Redwood, Michael Portillo, Redwood, Tony Blair
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