Pace fatta sull'Authority

Pace fatta sull'Authority Pace fatta sull'Authority Ppi e pds ritirano Vemendamento LA RIFORMA TELEVISIVA ROMA IENTE data. E basta. Per una volta punta i piedi Antonio Maccanico, ministro delle Poste. Non accetta che il Parlamento indichi il giorno preciso entro cui scatterà il nuovo assetto immaginato per le televisioni, con il passaggio di Rete 4 sul satellite e la perdita della pubblicità per Raitre. Maccanico lo puntualizza, nel pomeriggio di ieri, alla commissione Lavori pubblici del Senato dove ha presentato l'emendamento all'articolo 3 del disegno di legge sull'authority delle comunicazioni (indispensabile per privatizzare la Stet) e l'antitrust (i limiti all'attività dei gruppi tv). L'emendamento prevede che fino al 30 aprile 1998 siano valide le concessioni esistenti per le diverse reti. Poi l'authority sarà libera di stabilire quanto tempo dare a Rai e Mediaset per adeguarsi al nuovo sistema. Una facoltà .sgradita a Giovanna Melandri e Giancarlo Lombardi, responsabili del pds e del ppi per la comunicazione, che vorrebbero fissare sin da ora la data del trasferimento dall'etere al satellite delle trasmissioni di Rete 4, la minore delle reti Mediaset. Maccanico non ammette alternative alla sua proposta: «Ho confermato alla commissione che l'unico emendamento all'articolo 3 è quello che ho presentato io a nome del governo e che ha il sostegno della maggioranza». Qualche ora prima della riunione della commissione, il sottosegretario Miche¬ le Lauria mette già le mani avanti, convinto che l'emendamento «sia l'unica strada che possa sbloccare» il prowedimento. E fino a questo momento non c'è traccia di alcun sub-emendamento, cioè di una richiesta formale di modifica dell'emendamento che la Melandri o Lombardi avrebbero potuto presentare. Lombardi aveva ipotizzato di fissare il termine per il nuovo sistema al 31 dicembre 1999, termine giudicato oltretutto «eccessivo» da Lauria. Annunciando che non sono stati presentati subemendamenti, il capogruppo della Sinistra democratica in commissione, Antonello Falomi, garantisce l'adesione al testo del ministro. Questo vuol dire che alla Melandri e a Lombardi è stato chiesto di bloccare qualsiasi iniziativa che potesse dividere la maggioranza? Ovviamente non esistono conferme. «Abbiamo cercato di smussare alcune posizioni», racconta il verde Maurizio Pieroni. E trapela che tra Maccanico, Prodi e i segretari di pds e ppi D'Alema e Marini c'è stato uno scambio di telefonate. E alla fine (o almento finora) si sta discutendo soltanto sull'emendamento di Maccanico: tutto il resto, dice il ministro, sono «schermaglie» normali in Parlamento. Svanisce il sub emendamento. E Maccanico intravede già «le condizioni per andare avanti» e siglare la grande pace con Berlusconi, a lungo negoziata. Claudio Petruccoli, presidente della commissione, osserva: «Siamo in dirittura d'arrivo. Naturalmente i! "-'"allo di fronte all'arrivo può piantarsi e rompere». Adesso l'incognita è diventata la strategia di Berlusconi, che ieri ha tuonato ancora contro le scelte del governo. Contestava in particolare il dirottamento da Mediaset a Cecchi Gori delle frequenze superflue: «Sembra un esproprio per il proprietario e un arricchimento indebito per gli altri». Berlusconi ritiene che ali ven¬ gano tolte le frequenze «per regalarle ad un soggetto amico». E questo è «un ricatto politico» ovvero «un comportamento da codice penale». Opinione ribadita in serata a Porta a porta, il programma televisivo di Bruno Vespa, in cui ha parlato di «banditismo» e di «estorsione economica» a Mediaset: «Sarebbe come se si prendessero uno ad uno i rappresentanti dell'opposizione, si mettesse mi coltello alla loro gola e gli si intimasse di eseguire gli ordini per non perdere la libertà, le proprie sostanze, la propria casa». Berlusconi non ci sta? Paradossalmente, secondo il sottosegretario Vincenzo Vita, dà una mano: «La reazione di Berlusconi è il miglior voto al nostro emendamento». Aggiunge Lamia: «L'opposizione ha una grande responsabilità; se non fa ostruzionismo, la riforma è realizzabile». La commissione torna a riunirsi oggi: Berlusconi farà pesare la rabbia per l'accordo Rai-Tmc? [r. ipp.] Il leader Azzurro: «Mi sembra un esproprio per il proprietario e un arricchimento indebito per gli altri» Vittorio Cecchi Gori A sinistra: Silvio Berlusconi ynch a Cecchi Gori. a questo non è stato nnunciato: la fidessione avrebbe visto luce? In casa Me- lapertura «immediata»un'istruttoria. Seconl'esposto, la Rai e CecGori hanno dato vitauna «spartizione» cDTUTTO MINUTCOPPANOVANPROGRPAKTJTADIRITTI(il primPacPpi

Luoghi citati: Lauria, Roma